Arvaniti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Arbërorë
Albanesi di Grecia
Mappa etnografica del Peloponneso di Alfred Philippson (1890). In rosso le aree albanofone.
 
Nomi alternativiArbëreshët e Greqisë
Luogo d'origineAlbania (bandiera) Albania
PeriodoXIII-XXI secolo
Popolazione55.000[1] locultori (Popolazione etnica: 200.000)[2]
Linguaalbanese arvanitico,
greco moderno
Religionecristianesimo ortodosso
Gruppi correlatiarbëreshë, albanesi
Distribuzione
Grecia (bandiera) Grecia
(Eubea, Peloponneso, Attica, Achea)
55.000

Gli Arvaniti (così detti αρβανίτες/arvanites dai greci, essi stessi chiamati arbëreshë o arbërorë/αρbε̰ρεσ̈ε̰ nella propria parlata albanese, detta arvanitica), ovvero gli albanesi di Grecia, sono una popolazione albanese di religione cristiano-ortodossa stanziata storicamente in Grecia (in modo particolare Peloponneso, già Morea).

Essi si stanziarono dall'Albania e dall'Epiro nell'attuale stato greco tra il XII e il XIII secolo, creando numerosissime comunità, circa 900[3] ancora oggi esistenti, influenzando e costituendo l'elemento dominante della popolazione di alcune regioni del Peloponneso e dell'Attica fino al XIX secolo[4].

Molti degli attuali arbëreshë di Grecia, pur parlando nell'ambiente domestico la lingua albanese, si identificano oggi come "greci"[5][6][7] e non si considerano generalmente appartenenti all'Albania o alla nazione albanese, questo come risultato di un processo politico preciso di assimilazione partito dal XX secolo per la creazione di uno stato greco "puro"[8][9].

Le comunità di arvanitë nella Grecia Occidentale e nell'Epiro usano definirsi shqiptarë (così come usato dagli albanesi d'Albania)[6]. Gli arvanitë, al contrario degli arbëreshë in Italia, non sono formalmente riconosciuti come storica minoranza presente sul territorio così come le altre minoranze linguistiche dell'attuale Grecia.

Distribuzione geografica

Comunità albanesi della Grecia

Mappa linguistica della Grecia. In verde le aree albanofone.
Mappa etnica albanese della regione dell'Epiro (1878)
Mappa etnografica francese della Penisola Balcanica, 1898. Albanofone le aree in azzurro chiaro.
Carta Etnografica dei Balcani (1908). In arancione le aree albanofone.

Le regioni con una forte presenza tradizionale di arvanitë si trovano principalmente in una zona compatta della Grecia sud-orientale, cioè in Attica (in particolare nell'attica orientale), nella Beozia meridionale, nel nord-est del Peloponneso, nel sud dell'isola di Eubea, nel nord dell'isola di Andro e diverse isole del Golfo Saronico, tra cui Salamina. In alcune parti di questa zona formarono una solida maggioranza fino al 1900.

In Attica, alcune zone della capitale Atene (l'antica zona Plaka, dall'albanese antico) e delle sue periferie erano interamente albanesi fino alla fine del XIX secolo.

Ci sono anche insediamenti in altre parti del Peloponneso e in Ftiotide (villaggi di Livanates, Malesina e Martino). Altri paesi e località albanesi sono: Spata, Koropi, Lagonisi, Thive, Livadhja, Aspropirgos, Varibob, Porto Rafti, Vlachokiriakeika, Kalyvia Thorikou. La cittadina di Maratona contiene un nucleo abitato arvanitas.

In totale si contano in Grecia 900 centri tra villaggi, paesi e cittadine di lingua e cultura albanesi arvanit[10][11][12].

Gli insediamenti più grandi con una significativa presenza della popolazione di albanesi "arvaniti" sono:

Tra parentesi i nomi originali delle varie località in lingua albanese locale.

Storia

Emigrazione albanese in Grecia tra il XIV e il XVI secolo
T. Phillips, Lord Byron in abito albanese, 1813. Byron, ammaliato dai costumi orientali di quel popolo, ne erro l'aspetto etnico, pensando fossero greci
Uomo albanese di Tessalonica, litografia di Louis Dupré (1819)

Comunità arvanite si trovano in Eubea, in Attica, in Achea nel Peloponneso e in zone a nord della Grecia confinanti con l'Albania. Gli abitanti di queste ultime, tuttavia, usano definirsi shqipëtarë e non arbëreshë o arbërorë. Lo stanziamento di queste popolazioni di origine albanese in territorio greco risale al XIII secolo e raggiunse il suo picco nel XIV secolo. Le cause di tali migrazioni non sono molto chiare e probabilmente furono insediati dai Bizantini e dai feudatari locali per ripopolare zone demograficamente depresse, come similmente accadde agli Arbëreshë nel sud Italia.

L'arvanitico rappresenta un antico dialetto albanese, probabilmente molto simile a un ipotetico proto-albanese comune, con forti influssi dalla lingua greca, appartenente al sottogruppo linguistico tosco e simile al dialetto degli arbëreshë. Gli Arvaniti non hanno tuttavia ottenuto dallo stato greco lo status di minoranza linguistica riconosciuta come nel caso degli Arbëreshë in Italia.

Nel XVIII secolo, la comunità arvanitica raggiunse una certa autonomia con il patriarcato di Giannina e il governatore albanese ribelle Alì Pascià di Tepeleni.

La presenza della comunità di lingua albanese è particolarmente problematica nell'ambito dei rapporti tra Grecia e Albania e dei forti sentimenti nazionalistici coinvolti. La presenza di una recente e massiccia immigrazione albanese nelle regioni della Grecia settentrionale complica ulteriormente la questione.

Molti degli albanesi d'Italia, stanziatisi nel Bel Paese a causa delle conquiste turche, provengono proprio da questa popolazione albanesi di religione cristiano-ortodossa[13] stanziata da secoli in diverse regioni della Grecia.

Società

«Arvanite të kendoni, gluhën tënë të mos harroni.[14][15]»

Lingua

Il giornale "Η φωνή της Αλβανίας (Voce dell'Albania)" del 1879
Inizio di un poema composto in "arvanitika", con traduzione greca, in onore del matrimonio tra Alessandra di Grecia e l'Arciduca Paolo di Russia (1889)

Mentre gli arvaniti erano riconosciuti e indicati come albanesi in Grecia a tutti gli effetti fino al 20º secolo, la politica e le pressioni di assimilazione per la creazione post-indipendenza di uno stato greco senza minoranze, ha generalmente portato la popolazione albanese a desiderare - più di ogni altro - l'esprimere la loro identità etnica come greca e non albanese. Ciò ha così portato a un atteggiamento di rifiuto totale delle nuove generazioni a identificarsi con la loro cultura e lingua di origine albanese.

Poiché l'arbërishtja è quasi solo una lingua parlata e non scritta e tramandata oralmente, gli arvaniti non hanno alcuna affiliazione pratica con la lingua albanese standard utilizzata in Albania, in Kosovo o Macedonia, e non usano questo modulo per iscritto o sui media arvaniti. Il problema della vicinanza linguistica o della vicinanza tra l'albanese d'Albania e l'albanese di Grecia è diventato oggetto di attenzione pubblica soprattutto dagli anni '90, quando un gran numero di immigrati albanesi ha iniziato a trasferirsi in Grecia per scampare dal comunismo ed è entrato in contatto con le comunità locali di arbëresh.

Dagli anni '80, ci sono stati diversi sforzi organizzati per preservare il patrimonio culturale e linguistico degli albanesi di Grecia. La più grande organizzazione di promozione dell'arbërore è la "Lidhja Arbëresh i Greqisë" (Αρβανίτικος σύλλογος Ελλάδος).

Il caso degli allvanosët

Gli albanesi che risiedono in Grecia e che sono cittadini dello stato greco sono divisi in due "gruppi": quelli che sono chiamati dai greci "arvaniti" e quelli chiamanti sempre dai greci "allvanos" o "alvanos" (nella propria lingua parlata shqipëtarë).

Le strutture politiche greche hanno deliberatamente diviso questi gruppi di albanesi a sud della Penisola Balcanica per voler dimostrare in ogni modo, anche falsando la storia, che essi non sono collegabili etnicamente tra loro.

Gli albanesi conosciuti con il nome di allvanos vivono nella provincia contesa della Ciamuria o Chameria: Ioannina, Igumenica, Corfu, Narta, Preveza, Konica, Bilisht-Florina, Vodena. Sono numerosissimi i villaggi che fino al 1945 erano abitati prettamente da albanesi, in maggioranza musulmani.

Cultura

Fara

Uomini albanesi della Grecia in armi

Fara (in greco: φάρα, dalla parola albanese farë/prole, fis/tribù) è un modello di discendenza simile alle tribù nell'Albania settentrionale e nell'attuale Montenegro di lingua albanese. Gli arvaniti furono organizzati in farë principalmente durante il dominio dell'Impero Ottomano. L'antenato apicale era un capo militare e il nome della famiglia riunita dentro il cara prendeva il nome da lui. Nei villaggi arvaniti ogni farë era il responsabile, anche nella conservazione della stirpe. Documenti genealogici sono stati conservati come documenti storici nelle biblioteche locali. Di solito, c'era più di un farë in un villaggio albanese e talvolta erano organizzati in parenti che avevano conflitti di interesse. Questi parenti non durarono a lungo, perché ogni leader voleva essere l'unico dei parenti e non voleva essere sotto altra direzione.

Il ruolo delle donne arbërore

Donna contadina albanese di Atene

Le donne mantenevano una posizione relativamente forte nella società tradizionale arbëresh della Grecia, con ruoli negli affari pubblici per quanto riguarda le varie famiglie (fara) e spesso utilizzavano o portavano anche armi con loro.

Le vedove potevano ereditare lo status e i privilegi dei loro mariti e quindi ottenere ruoli di comando all'interno della fra, come l'eroina Laskarina Bouboulina, per esempio.

Musica e canti

«Petkat e të mirat tona na i ljamë te Korona, Krishtin na kemi me ne, oj e bukura More. Thell të kiajm me ljot ndër si. Dallandishe ljerë ljer, kur do vish ti njetër herë, vjen të vish ti te Korona më nëng gjen ti shpitë tona. Më nëng gjen trima hadhjar po një qen (turk) çë kloft i vrar. Kur u nisnë gjith anitë e dherat tona iknin ka sitë, burrat gjith me një pshertimë thritnin grat me një vajtimë. Jem e vemi ndë Itali, oj More, oj Arbëri.[16][17]»

Il repertorio dei canti e canzoni popolari tradizionali degli arbëresh di Grecia è molto ampio. Esse forniscono preziose informazioni sui valori e gli ideali sociali della società albanese storicamente stanziata in questi luoghi. Le melodie e i balli rispecchiano la società del periodo Post-Medievale e Ottomano nei Balcani. La musica greca d'oggi, popolare ma anche commerciale, dimostra la grande influenza da queste.

Personalità arvanite

Dhaskarina Pinoçi
Dhimitër Plaputa
Marko Boçari

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ 300 tra città, cittadine, paesi e villaggi ancora parlanti la lingua albanese, su 900 centri originari.
  2. ^ Ethnologue: Albanian, Arvanitika, su ethnologue.com. URL consultato il 3 maggio 2017.
  3. ^ Rrëfimi i priftit arbëresh: Në Greqi ka 900 katunde shqiptare - Koha Jone, su kohajone.com. URL consultato il 2 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2017).
  4. ^ Hall, Jonathan M. Ethnic Identity in Greek Antiquity. Cambridge University Press, 2000, p. 29, ISBN 0-521-78999-0.
  5. ^ Botsi (2003: 90); Lawrence (2007: 22; 156).
  6. ^ a b GHM (1995).
  7. ^ Laurie Kain Hart, Culture, Civilization, and Demarcation at the Northwest Borders of Greece, in American Ethnologist, vol. 26, 1999, p. 196, DOI:10.1525/ae.1999.26.1.196.
  8. ^ Trudgill/Tzavaras (1977).
  9. ^ Guarda il Trattato di Losanna del 1923, che effettuao scambi di popolazioni tra Grecia e Turchia secondo il criterio dell'appartenenza religiosa (cristiani-musulmani), e - a cominciar dallo stesso periodo sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale - del genocidio o dell'allontamnamento forzato della popolazione autoctona albanese dell'Epiro del sud, la Ciamuria, verso gli Stati di Turchia (i musulmani) o d'Albania.
  10. ^ Rilievi dulle Comunità Albanesi di Grecia/Shënime mbi karundet arbërorë në Greqi, “Shejzat”, Roma, 1967, n. 7 , pp. 334-350.
  11. ^ Prifti arbëresh: Në Greqi ka 900 katunde shqiptare (Il sacerdote italo-albanese: In Grecia ci sono 900 paesi albanesi)
  12. ^ ARBERORET NE PELOPONEZ, su peizazhe.com.
  13. ^ Le comunità trasferite in Italia non sentirono una contrapposizione cattolici-ortodossi, ma solo una differenza di rito. Furono considerate perfettamente inserite nella Chiesa cattolica, ma conservarono il rito greco e le sue regole canoniche anche per quello che riguarda l'ordinazione sacerdotale di uomini sposati.
  14. ^ Lett. "Albanesi cantate, la lingua nostra non dimenticate."
  15. ^ Arvanite të Këndoni, Gluhën të mos harroni
  16. ^ Petkat e të mirat tona - Ο θρήνος για την Κορώνη
  17. ^ Tramandata oralmente, rimarca e richiama il famoso canto "Moj e bukura Moré" degli albanesi d'Italia (Αφιέρωμα στον Θανάση Μωραΐτη - ΕΡΤ 1989).

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni