Moondog

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Moondog
Maschera mortuaria di Moondog
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
GenereMusica minimalista[1][2]
Musica sperimentale[1][2][3]
Outsider music
Periodo di attività musicale1949 – 1999
Strumentotastiera, percussioni, voce
Album pubblicati28
Studio18
Raccolte10
Sito ufficiale

Moondog, pseudonimo di Louis Thomas Hardin (Marysville, 26 maggio 1916Münster, 8 settembre 1999), è stato un musicista statunitense.

Noto con lo pseudonimo di Moondog, è stato compositore e musicista nonostante fosse cieco.[4] Fu anche poeta e inventore di svariati strumenti musicali.[5][6][7]

Il pubblico ha iniziato ad apprezzare la portata dei molteplici talenti di Moondog solo negli ultimi decenni della vita dell'artista, principalmente a causa del suo ostinato rifiuto di indossare qualcosa di diverso dai propri vestiti fatti in casa, rifiuto del tutto basato su una personale interpretazione del mito norreno del dio Odino.[4] Era noto per gran parte della sua vita come "Il Vichingo della 6ª Avenue."[8]

Nato a Marysville, nel Kansas, cominciò a suonare una batteria di tamburi costruita con una scatola di cartone all'età di cinque anni.[5]

Louis Hardin perse la vista in seguito a un incidente in campagna all'età di sedici anni.[5] Dopo aver appreso i rudimenti della musica in diverse scuole per ragazzi non vedenti sparse per gli Stati Uniti, imparò autonomamente i principi della musicalità e della composizione.[5] Sostanzialmente autodidatta, studiò anche con Burnet Tuthill e nella Iowa School for the Blind.[9] Sviluppò progressivamente un particolare interesse per la musica dei nativi americani.

Musicista di strada

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La trimba, strumento a percussioni di Moondog

Dalla fine degli anni quaranta fino al 1974, Moondog visse come musicista e poeta di strada, a New York, esibendosi il più delle volte all'incrocio fra la 53° Strada e la 6° Avenue a Manhattan. In aggiunta alla sua attività di musicista e poeta, era noto anche per la caratteristica tenuta da vichingo che esibiva, con tanto di elmo e corna. In quegli anni si manteneva parzialmente vendendo copie delle sue poesie e dei suoi saggi filosofico-musicali. Dal momento che la sua postazione era accanto a un famoso Nightclub della 52° Strada, Moondog aveva un nutrito seguito di fan ed era conosciuto dai musicisti jazz.

La sua musica traeva ispirazione dai suoni della strada, come la metropolitana o il corno da nebbia. Era musica improntata alla semplicità, ma caratterizzata da quello che lui chiamava "snaketime", descritto come "un ritmo scivoloso, in tempi non consueti. [...] Non ho intenzione di morire in 4/4!"[10]

L'opera di Moondog attirò presto l'attenzione di Artur Rodziński, il direttore della New York Philharmonic, negli anni '40. Egli ne produsse diversi 78 e 45 giri, e un EP, negli anni cinquanta, e anche alcuni LP per diverse importanti etichette discografiche di musica jazz, compreso una strana raccolta di fiabe per bambini realizzata in collaborazione con l'attrice Julie Andrews, nel 1957.

Per dieci anni non si ebbero altri album di Moondog, finché il produttore James William Guercio lo portò in studio per incidere un album per la Columbia Records, nel 1969. Il pezzo Stamping Ground, con il bizzarro preambolo di Moondog che recita uno dei suoi epigrammi[11], fu incluso nel doppio album Fill Your Head with Rock (CBS, 1970). La musica del brano Bird's Lament (In memory of Charlie Parker) fu in seguito campionata da Mr. Scruff che la usò come base per la sua Get a Move On.

In un secondo album prodotto da Guercio, la figlia di Moondog compariva in veste di cantante. L'album conteneva canzoni fatte di canoni e ritornelli. Questo lavoro non impressionò il pubblico quanto il primo. I due album prodotti dalla CBS furono in seguito ri-editi in un singolo CD nel 1989.

Costantemente alla ricerca di nuove sonorità, Moondog inventò una quantità di strumenti musicali, inclusi una piccola arpa triangolare chiamata "Oo", un'altra che chiamò "Ooo-ya-tsu", e (forse il suo più noto) la "Trimba", uno strumento a percussione, sempre di forma triangolare, che il compositore ideò verso la fine degli anni '40. L'esemplare originale è tutt'oggi utilizzato dall'amico di Moondog Stefan Lakatos, un percussionista svedese, a cui Moondog spiegò anche la procedura per costruirne altri.

Moondog aveva una visione idealizzata della Germania ("La Sacra Terra dal Fiume Sacro - il Reno"), dove si trasferì nel 1974. Una giovane studentessa tedesca chiamata Ilona Goebel lo ospitò, in un primo tempo a Oer-Erkenschwick, in seguito a Münster, in Vestfalia, dove l'artista trascorse il resto dei suoi anni.

Moondog tornò brevemente in America nel 1989, per un tributo in cui Philip Glass gli chiese di dirigere la Brooklyn Philharmonic Chamber Orchestra, al New Music America Festival a Brooklyn, contribuendo certamente a stimolare un rinnovato interesse per la sua musica.

Moondog incise infatti molti altri album, e compì diverse tournée in Europa -Francia, Germania e Svezia- e negli stessi Stati Uniti.

Stile musicale

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La stravagante musica di Moondog è un jazz minimalista,[2] tonale e sinfonico[4][12] costituito prevalentemente da temi modali che vengono estesi grazie a sofisticate tecniche di contrappunto.[2] Fa spesso affidamento su piccole orchestre di archi e percussioni[4][12] accompagnando qualche volta le sue composizioni con voci[4] e suoni d'ambiente registrati.[2][4] Secondo le parole di Tom Moon:[13]

«Le sue composizioni hanno l'inventiva selvaggia della musica fatta da un bambino: ci sono esplosioni di ritmi interconnessi in trance, fischi urlanti e belanti di sassofoni, e incredibili petardi musicali da cartone animato.»

Fra le fonti di ispirazione dell'artista vi sono i canti dei nativi americani, da cui riprende i ritmi e varie espressioni di musica cerimoniale di più parti del mondo.[13] Questo stile, spesso etichettato come sperimentale,[1][2] ha spinto molti a considerarlo un antesignano della musica minimalista,[2][4] nonché della world music e del postmodernismo.[4] Viene anche citato fra gli esponenti della new age e di varie espressioni di musica colta orchestrale.[2]

  • 1991 - More Moondog/The Story of Moondog
  • 2001 - Moondog/Moondog 2
  • 2005 - The German Years 1977-1999
  • 2006 - Rare Material
  • 1950 - Snaketimes Rhythm
  • 1950 - Moondog's Symphony
  • 1950 - Organ Rounds
  • 1950 - Oboe Rounds
  • 1953 - Surf Session
  • 1956 - Caribea Sextet/Oo Debut
  • 1970 - Stamping Ground Theme

Partecipazioni

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  • 1954 - AA.VV. New York 19
  • 1954 - AA.VV. Music in the Streets
  • 1958 - AA.VV. Rosey 4 Blocks
  • 1970 - AA.VV. Fill Your Head With Rock
  • 1998 - AA.VV. The Big Lebowski
  • 1998 - AA.VV. Fsuk vol. 3: The Future Sound of the United Kingdom
  • 2000 - AA.VV. Miniatures 2
  • 2006 - AA.VV. DJ Kicks
  • 2008 - AA.VV. Pineapple Express

Citazioni e omaggi

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Moondog ha ispirato una schiera d'artisti - molti pezzi di altri musicisti sono dedicati a lui.

  1. ^ a b c (EN) Moondog, su sputnikmusic.com. URL consultato il 12 aprile 2017.
  2. ^ a b c d e f g h (EN) Moondog, su AllMusic, All Media Network. Modifica su Wikidata
  3. ^ (EN) Marc Smirnoff, The Oxford American Book of Great Music Writing, University of Arkansas, 2012, p. 382.
  4. ^ a b c d e f g h (EN) Moondog, su scaruffi.com.
  5. ^ a b c d (ENIT) Obituary: Moondog, su independent.co.uk. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  6. ^ (EN) The strangest instruments made by musicians, su redbull.com. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  7. ^ (EN) Pamphlet of Moondog's rhymes published, su thewire.co.uk. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  8. ^ (EN) John Strausbaugh, Sidewalk Hero, on the Horns of a Revival, in New York Times, 28 ottobre 2007.
  9. ^ (EN) Nicole V. Gagné, Historical Dictionary of Modern and Contemporary Classical Music, Scarecrow, 2012, p. 181.
  10. ^ (EN) Robert Scotto, To the Best of Our knowledge (RealMedia) (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2012).
  11. ^ Jason Gross, The Viking of 6Th Avenue, su artsalve-productions.eu, 1998.
    ««Machines were mice and men were lions once upon a time. But now that it's the opposite it's twice upon a time.»»
  12. ^ a b (EN) Glenn Collins, Louis (Moondog) Hardin, 83, Musician, Dies, in NY Times, 12 settembre 1999.
  13. ^ a b (EN) Tom Moon, 1000 Recordings to Hear Before You Die, Workman, 2008, p. 318.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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