Makella
«τότε μὲν οὖν προσσχόντες τῇ Σικελίᾳ τήν τ᾽Αἰγεσταίων ἔλυσαν πολιορκίαν ἐσχάτως αὐτῶν ἤδη διακειμένων κατά τε τὴν ἐκ τῆς Αἰγέστης ἀναχώρησιν Μάκελλαν πόλιν κατὰ κράτος εἷλον.»
Makella (in latino Macella o Magella, in greco antico Μάκελλα) fu una città del nord-ovest della Sicilia citata da Polibio, abitata dagli Elimi o dai Sicani[1], conquistata dai consoli romani Gaio Duilio e Gneo Cornelio Scipione Asina al ritorno dall'assedio di Segesta nel 260 a.C. Secondo Diodoro Siculo, i Romani l'avevano già assediata senza successo. Nel 211 a.C. la città si rivoltò in favore dei Cartaginesi, quando Marcello abbandonò la Sicilia, ma venne sottomessa.
A detta di Cluverio, che nel 1629 la citò in alcuni suoi studi, la città sarebbe stata definitivamente distrutta nel II secolo a.C. insieme a Morgantina durante le guerre servili.
Ubicazione
[modifica | modifica wikitesto]Sulla sua esatta ubicazione vi sono ipotesi contrastanti e corrisponderebbe
- alla moderna località di Macellaro, 20 km circa ad est di Segesta;
- all'acropoli di Monte Rossomanno, in territorio di Valguarnera Caropepe, in provincia di Enna, secondo lo storico seicentesco Cluverio;
- all'area archeologica denominata "Montagnola" nei pressi di Marineo (paese 20 km a sud di Palermo)[2]
- alla contrada San Matteo di Bivona, in provincia di Agrigento[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gaetano De Gregorio, Elymioti: Elimi nella Sicilia Arcaica, Gaetano De Gregorio, 28 febbraio 2011, ISBN 9781446606391. URL consultato il 29 settembre 2016.
- ^ Gaspare Mannoia, Makella (Marineo), 31 maggio 2016. URL consultato il 3 aprila 2020.
- ^ Sermenghi, 13-23.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antonino Marrone, Bivona città feudale voll. I-II, Caltanissetta-Roma, Salvatore Sciascia Editore, 1987. ISBN non esistente
- Giovan Battista Sedita, Cenno storico-politico-etnografico di Bivona, Bivona, 1909. ISBN non esistente
- Cesare Sermenghi, Mondi minori scomparsi, Palermo, Il Vertice/Libri Editrice, 1981. ISBN non esistente