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Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/320

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310 Er còllera mòribbus


4.

     Pijji un grancio,1 Sciriàco,2 abbi pascenza
A Rroma tanto,3 è inutile, per dia!4
Sc’è la bbeata Vergine Mmaria
E l’Angelo custode che cce penza.5

     Eppoi te vojjo fà ccapasce, senza
Tante sciarle der c..... Er Casamia,6
Che nun è stato mai trovo7 in buscia,
Di’, l’ariporta o nno st’appestilenza?

     Ste raggione me pareno raggione.
E, a la peggio, te credi ch’er Governo
Nun pijji quarche ggran precavuzzione?

     A bbon conto er decane de Der Drago8
Disce che sse farà ’na priscissione:9
E vvederai che ss’inibbissce er lago.10

7 agosto 1835


  1. Prendi un equivoco.
  2. Ciriaco.
  3. In quanto a Roma.
  4. Per dia, invece di per dio: mezzo giuramento.
  5. [L’angelo custode della città s’intende. V. in questo volume la nota 1 del sonetto: Un conto ecc., 29 magg. 33. In quanto poi alla Vergine, vedi la nota 8 del primo di questi trentaquattro sonetti.]
  6. [Il Casamia e il Barbanera sono due astrologhi, reali o immaginari, vissuti chi sa quando e autori veri o supposti di due famosi lunari, che si pubblicano ancora col loro nome e co’ loro ritratti, armati di occhiali e canocchiali.]
  7. Trovato.
  8. Il servitor decano del cardinale Del Drago.
  9. [E se ne fecero parecchie, perfino una di galeotti, come può vedersi nel quattordicesimo di questi sonetti; ma la più solenne, e la più curiosa per l'enorme acquazzone da cui venne dispersa, fu quella dell’8 settembre, sulla quale si vedano i sonetti: La Madonna ecc., 11 sett. 35.]
  10. Allagamento del Circo Agonale, che si usa in tutti i sabati e nelle domeniche d’agosto. Si credeva che quella umidità potesse nuocere in simile circostanza; ma poi non fu il lago vietato.