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Pagina:Sonetti romaneschi VI.djvu/191

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Sonetti del 1832 181


SANT’ORZOLA.1

     Undiscimila vergine, sagrato!
Undiscimila, c...., e ttutt’inzieme?!
Ggesummaria! ma vvedi cuanto seme
Che ppoteva impiegasse,2 annà spregato!

     E a ttempi nostri tanti che je preme
De pescà un bùscio arcuanto3 conzervato!
D’undiscimila ch’abbino pescato
8Nun ne troveno dua! Tutte medéme!4

     Undiscimila vergine! che ppasto
Da conzolà un mijjaro de conventi!
11Tutte zitelle!5 Ma cchi è annato ar tasto?

     Ce volémo accordà? Pavolo, senti:
O ffra ttante zitelle sc’era er guasto,
14O ereno, per dio, tutt’accidenti.6

Roma, 14 dicembre 1832.


  1. [Di cui il cronista Sigiberto racconta che fosse martirizzata insieme con altre undicimila vergini: cifra, che scrittori più discreti riducono a mille, e anche a undici.]
  2. Impiegarsi.
  3. Alquanto.
  4. Tutte uguali (medesime).
  5. [Vergini. V. in questo volume la nota 1 del sonetto: Er zitellesimo, 28 genn. 32.]
  6. Orridamente brutte.