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Pagina:Sonetti romaneschi V.djvu/30

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20 Sonetti del 1836

CERTE PAROLE LATINE.

     Una sce n’ho ppur’io guasi1 compaggna.2
Quanno annai cór padron de zi’ Pascifica3
A Tterni indóve er marmo se pietrifica,4
Eppo’ a Ssisi5 e a la fiera de Bbevaggna;

     In chiesa, doppo er canto der maggnifica,6
Dimannai a un pretozzo de campaggna:
“Quer parolone fescimichimaggna,7
Sor arciprete mio, cosa siggnifica?„

     L’abbate je pijjò un tantin de tossa,8
Poi disse: “Fescimichimaggna, fijjo,
Vò ddì in vorgare:9 Me l’ha ffatta grossa.„

     Dico: “E ccosa j’ha ffatto, eh sor curato?„ —
“Ôh, ccerti tasti,„ disce, “io ve conzijjo
De nun toccalli; e cquer ch’è stato è stato.„

26 settembre 1836.

  1. Quasi.
  2. [Simile a quella che m’hai raccontato tu.]
  3. Di zia Pacifica: [di mia zia ecc.]
  4. Allude alle stalattiti delle Marmore.
  5. Ad Assisi.
  6. Magnificat. [Cantico composto dalle parole che, secondo l’Evangelo di San Luca, la Vergine pronunziò in lode di Dio, poco dopo l’incarnazione, parlando con santa Elisabetta.]
  7. “Fecit mihi magna.„ [“Quia fecit mihi magna qui potens est, et sanctum nomen eius.„]
  8. Di tosse. [Cioè, finse di tossire, per guadagnare tempo, trovandosi impacciato a rispondere.]
  9. Vuol dire in volgare.