63 Poi si vedeva Dedalo, che ’l figlio
Avea smarrito, e batteasi la fronte,
Chè non credette al suo savio consiglio;
Vedesi il carro abandonar Fetonte,
E ’l fero scorpio mostrargli l’artiglio,
E com’e’ par che in basso giù dismonte,
E la terra apre per l’ardor la bocca,
E Giove il fulminava della ròcca.
64 La terza parte è figurata al mare:
Quivi si vede scoprir la balena,
E far talvolta navili affondare,
E dolcemente cantar la serena,
Che i naviganti ha fatti addormentare:
Il delfin v’è13 che mostrava la schiena,
E par ch’a’ marinai con questo insegni,
Che si provegghin di salvar lor legni.
65 Il marin vecchio fuor dell’acqua uscia,
E ’l pesce rondin si vedea volare,
Ma il pesce tordo così non facia:
Vedeasi il cancro l’ostrica ingannare,
E come il fuscelletto in bocca avia,
E poi che quella vedeva allargare,
E’ lo metteva nel fesso del guscio,
E poi v’entrava a mangiarla per l’uscio.
66 Raggiata e rombo, occhiata e pesce cane;
La triglia, il ragno, il corvallo e ’l salmone;
Lo scorpio colle punte aspre e villane;
Ligusta e soglia, orata e storione;
E ’l polpo colle membra così strane,
E ’l muggin colla trota e col carpione;
Gambero, e nicchio, e calcinello, e seppia,
E sgombero, e morena, e scarza, e cheppia.
67 E tonni si vedien pigliare a schiere,
E cornioletti, e lamprede, e sardelle
Ed altri pesci di tante maniere,
Che dir non puossi con cento favelle,
Per fiumi, e laghi, e diverse peschiere,
Però che son più i pesci che le stelle:
Anguille, e lucci, e tinche, e pesci persi,
Pensa che quivi potevon vedersi.