Celia
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
XXIII
CELIA
La celia è fiore che spunta a bacio,
piú bel, se in ombra solitaria brilla:
eli * è frescura di tacito rio
in quella parte lá quando zampilla:
eli’è tripudio d’uccellin che trilla
dopo la pioggia sul ramo natio:
eli’è d’arcane ceneri favilla,
cara favilla, e ti conosco anch’io!
Quando il cor, di tristezze a sé men fabbro,
tregua del suo martir prende alcun poco,
tu mi baleni, o favilletta, al labbro.
Tu mi baleni, e via fuggi col vento;
ma, consolato del tuo dolce foco,
torna il cor, meno immite, al suo lamento.