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Silvio Garattini

oncologo, farmacologo e ricercatore italiano

Silvio Garattini (1928 – vivente), scienziato italiano.

Garattini nel 1963

Citazioni di Silvio Garattini

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  • I rimedi omeopatici sono i risultati di diluizioni talmente estreme dei principi attivi di partenza che, nella maggioranza dei casi, non contengono più neppure una molecola di quelle sostanze. E in assenza di principio attivo, è difficile sostenere che questi preparati possano svolgere di per sé una qualsiasi azione terapeutica.[1]
  • Il trapianto di organi, principalmente fegato, rene, cuore, polmone è ormai una realtà consolidata. Un trapianto non fa più notizia perché è diventato un intervento quasi di routine. L'unico ostacolo alla sua diffusione è rappresentato dalla scarsa disponibilità di organi dovuta purtroppo a scarsa organizzazione e spesso a cattiva volontà.[2]
  • Però la funzione degli organi trapiantati tende purtroppo a deteriorarsi abbastanza rapidamente nel tempo. La sopravvivenza media di un rene e di un cuore trapiantato è di circa 8 anni, come lo era due decenni or sono, e ciò nonostante i notevoli progressi nella terapia anti-rigetto. Ciò vuol dire che tutto sommato una buona percentuale dei pazienti trapiantati si ritrova dopo alcuni anni nelle stesse condizioni di partenza. Mentre per il rene esiste la possibilità di ritornare alla dialisi, per il cuore e per il fegato è necessario trovare un altro organo, non sempre reperibili, per un secondo trapianto.[2]
  • Se usiamo la parola "vivisezione" sono il primo a essere inorridito. Letteralmente vuol dire "sezionare i viventi", cosa che però non avviene nei laboratori, dove gli animali non vengono affatto aperti in maniera brutale, bensì sono soggetti ad analisi ed esperimenti sempre in sicurezza, nel rispetto di tutte le norme. Il termine giusto sarebbe "sperimentazione animale": paradossalmente, sarebbe più corretto chiamare "vivisezione" qualsiasi intervento chirurgico facciamo sull'uomo.[3]
  • Si definiscono farmaco o medicinale una sostanza o un composto in grado di influenzare i processi fisiologici o patologici di un organismo e che si impiegano per la prevenzione o cura di una specifica malattia.[4]
  • [Sulla sperimentazione animale] Secondo me bisogna fare una distinzione importante: vogliamo parlare di questo tema sul piano etico o scientifico? Perché sul piano etico io posso capire le persone che non vogliono che vengano maltrattati gli animali. Però da questi vorrei coerenza: non si dovrebbe mangiare carne, né tanto meno usare farmaci. Ancor di più non si dovrebbe ricorrere a medicinali per i propri cani e gatti, perché tutti i farmaci che si usano per gli animali domestici arrivano dalla sperimentazione fatta dagli uomini, attraverso quelle pratiche che loro stessi contestano.[3]
  • Topi, ratti e tutte le specie animali hanno in comune con l'uomo molte cose: gli stessi organi, la stessa circolazione del sangue, un cervello, un cuore che pompa, il sistema nervoso, quello endocrinologico, un sistema immunitario fatto con le stesse componenti... Oggi poi con la genomica sappiamo che il sistema genetico è fondamentalmente uguale, si differenzia solo da specie a specie per alcune componenti particolari. La sperimentazione animale va vista non come lo specchio della sperimentazione umana, ma come un modello. D'altronde, è così in ogni attività scientifica: se uno decide di costruire un aeroplano non va diretto in officina ad assemblare i pezzi, ma prima fa dei modellini e li sottopone a delle prove.[3]

Sara Bettoni, Corriere della Sera, Milano, 22 marzo 2024

  • L’Italia è il Paese dell’Unione europea con il più alto numero di anziani. Ma se guardiamo la durata della vita sana, scendiamo molto nella graduatoria. Nell’ultima parte dell’esistenza compaiono parecchie malattie, anche due o tre per cittadino.
  • [Da dove si inizia?] Dalla formazione dei dirigenti. Non abbiamo una Scuola superiore della sanità, i manager sono spesso solo amici dei politici. E dobbiamo parlare di salute anche nelle classi, basterebbe un’ora alla settimana. È ridicolo che il ministero dell’Istruzione non trovi il tempo di farlo. Anche nelle facoltà di Medicina deve essere presente la prevenzione. I medici non dovrebbero prescrivere solo farmaci, ma anche buone abitudini: camminare almeno 3 chilometri al giorno, calare di tot chili. E dovrebbero essere giudicati sulla base dei risultati di salute dei propri pazienti: quanti hanno smesso di fumare, quanti non sono più obesi. Un altro fattore chiave è la comunicazione.
  • L’informazione sulla salute deve essere indipendente, invece viene veicolata dal mercato. Non c’è un giurì attento a quello che dice pubblicità. L’ordine dei medici dovrebbe urlare per avere informazioni indipendenti.

Intervista di Eleonora Capelli, La Repubblica, 14 ottobre 2015

  • Servono nuove norme, che obblighino i bimbi che vogliono accedere alla scuola pubblica ad essere vaccinati. Non si può andare a scuola rischiando di contagiare i soggetti più deboli.
  • Dobbiamo ribadire che compito dei genitori è proteggere i propri figli, e non credere ai dati sbagliati sulle correlazioni tra vaccini e altre malattie. Non ha senso correlare la somministrazione del vaccino con l'insorgenza di altre malattie. La correlazione con l'autismo, ad esempio è una pura falsità, il medico che l'ha sostenuta sulla rivista Lancet [Andrew Wakefield] è stato radiato dall'albo, dopo che ha ammesso di aver manipolato i dati.
  • Il nostro Paese ha due grandi problemi. Il primo è la mentalità anti-scientifica, che passa dal rifiuto dei vaccini al sostegno al metodo Stamina, alla lotta agli Ogm e alla sperimentazione animale. E questo è dovuto al fatto che la scuola ignora la scienza come componente culturale, cioè non insegna il metodo scientifico.

Intervista di Andrea Capocci, Ilmanifesto.it, 28 aprile 2021

  • Oltre il 50% delle malattie ce le procuriamo attraverso le abitudini di vita. Il 70% dei tumori è evitabile, ma di cancro muoiono 160 mila persone l'anno. Questo perché la prevenzione è in conflitto di interesse con il grande mercato della medicina. Difficilmente lo stato farà un'importante campagna contro il fumo, finché incassa 13 miliardi di euro l'anno di tasse sul tabacco. Se sparissero malattie croniche come diabete, insufficienze renali e altre patologie che dipendono in gran parte dallo stile di vita, il mercato dei farmaci diminuirebbe del 50%.
  • Non si tratta di beneficenza, è nostro interesse: se non vacciniamo tutti, le varianti torneranno, saranno insensibili ai vaccini e ci costringeranno a ricominciare da capo. Per questo dobbiamo produrre vaccini noi stessi, e se necessario istituire licenze obbligatorie.
  • Ritengo che [il certificato COVID digitale dell'UE] sia discriminatorio finché non siano vaccinati tutti. Perché chi ha quarant'anni non può muoversi mentre altri sì? E poi sono critico perché pone la vaccinazione allo stesso livello del tampone negativo, che al massimo vale per la giornata. Vaccino e tampone negativo non possono essere messi sullo stesso piano di sicurezza.
  • Considerando il contesto, tutto sommato i vaccini hanno superato le tappe fondamentali di valutazione in modo adeguato. Ne abbiamo avuto la prova sul campo, da Israele al Regno Unito.

Intervista di Francesco Rigatelli, La Stampa.it, 14 giugno 2021

  • Ci sono stati due errori gravi e ripetuti nella gestione italiana della pandemia: la mancanza di una comunicazione scientifica governativa e l'aver abdicato al criterio di età e di fragilità nella campagna vaccinale.
  • La verità è che si sono scoperte delle rarissime trombosi, ma non si sa bene perché si scatenino. Quando c'erano tanti morti la gente era più spaventata dal virus, mentre ora dubita sul da farsi. Non nascondiamo poi che ci sono grandi interessi economici che soffiano sul fuoco.
  • Il mondo è tutto da vaccinare e se ci fossero varianti pericolose potremmo doverlo rifare anche noi. Il governo parla da mesi di produzione italiana, ma perché non è ancora partita?

Intervista di Peter D'Angelo, Ilfattoquotidiano.it, 18 giugno 2021

  • In generale si ritiene che i giovani possano infettare genitori e nonni. In realtà ciò che è prioritario deve essere la vaccinazione delle persone con età superiore ai 60 anni. Infatti è in questa età abbiamo la quasi totalità delle malattie gravi e della mortalità.
  • Occorre dire che non sappiamo quale sia la soglia necessaria per ottenere la cosiddetta immunità di gregge. L'affermazione della necessità di vaccinare il 70% non ha riscontri obiettivi perché dipende dal tipo di vaccino. Per altre malattie, come ad esempio il morbillo, per avere immunità di gregge occorre vaccinare il 95% della popolazione. Occorre inoltre tener conto del fatto che siamo ancora molto indietro perché abbiamo iniziato con ritardo e oggi solo poco più di 14/15 milioni di persone in Italia hanno ricevuto la doppia vaccinazione. Va anche ricordato che se non vacciniamo tutti rapidamente potremmo avere il problema di varianti che non sono controllate dai vaccini.

Intervista di Linda Varlese, Huffingtonpost.it, 28 luglio 2021

  • Non si dimentichi che siamo in emergenza. Se avessimo aspettato anni quanti morti avremmo avuto? Comunque le tappe fondamentali della sperimentazione sono state rispettate. Il vaccino anti-influenzale viene sperimentato in pochi mesi.
  • Premesso che il virus induce gravi danni cardiaci, le miocarditi da vaccino sono in generale di tipo modesto e reversibile.
  • Non esiste un obbligo per la vaccinazione anche in base alla Costituzione. Tuttavia la mia libertà termina quando intacca la libertà degli altri. Infatti i sanitari possono non vaccinarsi, ma poiché rischiano di contagiare i propri ammalati se non si vaccinano non possono esercitare la loro attività. Limitazioni alla libertà sono molteplici: ad esempio non si può guidare un'autovettura senza la patente. I danni a distanza va sottolineato che non sono conosciuti per la maggior parte dei farmaci che usiamo ogni giorno. In Italia è mancata una chiara informazione capace di spiegare il rapporto benefici- rischi del vaccino rispetto al contagio.

Ilsussidiario.net, 2 settembre 2021

  • Il green pass è la copia che attesta la vaccinazione. A mio avviso è un po' danneggiato dal fatto che si equipari il tampone al vaccino, ma il tampone non è l'equivalente del vaccino, perché fotografa semplicemente un momento in cui il soggetto non è portatore di virus, ma un'ora dopo potrebbe esserlo. Io toglierei il tampone, che sarebbe un incentivo in più a farsi vaccinare.
  • È difficile interloquire con chi nutre pregiudizi ideologici verso i vaccini. Premesso che la stragrande maggioranza delle persone oggi ricoverate sono non vaccinate, bisognerebbe forse far ascoltare ai No vax la voce di coloro che, essendo contrari, hanno avuto la malattia e sono stati in terapia intensiva, e poi hanno ammesso: mi sono sbagliato a pensare che il vaccino non fosse utile, perché in un letto di rianimazione si soffre molto, quindi non sbagliate anche voi.
  • In generale i dati di farmacovigilanza confermano che i vaccini sono ben tollerati, perché gli effetti gravi insorgono in un caso ogni 100-200mila dosi, soglia molto lontana da quella di quasi tutti i farmaci, che presentano effetti collaterali anche in un caso su 100. L'aspirina, per esempio, può dar luogo a emorragie gastrointestinali, e l'aspirina viene assunta senza alcun problema.
  1. Da Acqua fresca?, p. 45.
  2. a b Da Nuovi farmaci anti-rigetto, la Repubblica, 28 ottobre 1995.
  3. a b c Dall'intervista di Michela Emmanuele, «La campagna anti-vivisezione? È falsa perfino nel nome». Silvio Garattini, intervista definitiva in difesa della sperimentazione animale Leggi di Più: Garattini smonta la campagna anti-vivisezione, Tempi.it, 11 novembre 2013.
  4. Da Acqua fresca?, p. 47.

Bibliografia

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