Pindaro
poeta greco antico
Pindaro (518 – 438 a.C. circa), poeta greco antico.
Citazioni di Pindaro
modifica- Atene florida, coronata di viole, celebrata dai poeti, baluardo dell'Ellade, inclita Atene, città divina.[1]
- Ahi come s'inganna il pensiero degli uomini che passano senza sapere.[2]
- Che cosa è Dio? È il Tutto.[3][4]
- [...] i bellissimi canti: quelli solo raggiungono un onore senza morte: l'opera grande, nel silenzio, muore.[2]
- La legge sovrana di ogni cosa, mortale e immortale, guida facendola giusta l'azione più violenta con mano suprema.
- Νόμος ὁ πάντων βασιλεύς θνατῶν τε καὶ ἀθανάτων ἄγει δικαιῶν τὸ βιαιότατον ὑπερτάτᾳ χειρί.[5]
- Non è possibile con mente mortale | indagare i pensieri degli dèi.[6][4]
- Origine del valore grande, o verità, o signora, non buttare il mio intelletto alla menzogna bruta.[2]
- Quando la città che celebro sarà distrutta, quando gli uomini che canto saranno scomparsi nell'oblio, le mie parole perdureranno.[7]
Le Odi
modifica- O fulgida requie d'Alfeo, | o di Siracusa | vermena tu florida, Ortigia, | d'Artèmide talamo, di Deio sorella, | da te l'inno armonico lanciasi, | per laudi comporre ai corsieri dal pie' di tempesta, mercè | di Giove, signore dell'Etna. (da Nemea I, I)
- Luogo di riposo sacro di Alfeo, Ortigia, | germoglio della celebre Siracusa, | giaciglio di Artemide, sorella di Delo, | da te sgorga un inno di dolci parole | per rendere grande lode | ai cavalli dai piedi di tempesta in onore di Zeus.[8]
- Mi taccio. Non giova ogni detto | che mostri veridico volto: | e spesso serbare il silenzio per l'uomo è saggissimo avviso. (da Nemea V, I, v. 18)
- Ottima è l'acqua: più d'ogni ricchezza magnanima, l'oro | risplende, sì come di notte una fiamma [...]. (da Olimpia I, I)
- Ma i giorni futuri | saggissimi giudici sono. (da Olimpia I, I)
- Progenie d'un giorno! Che cosa noi siamo? Che cosa non | siamo? | È sogno d'un ombra il mortale. (da Pitia VIII, IV)
- Pianta effimera noi, cos'è il vivente? | Cos'è l'estinto? – Un sogno d'ombra è l'uomo.[9]
- Siamo effimeri: che cosa si è? Che cosa non si è? Sogno di un'ombra è l'uomo.[10]
- O Siracusa, o tu grande città, Santuario di Marte, | del Nume di guerra, | nutrice beata d'eroi, di validi in guerra corsieri, | io giungo da Tebe opulenta, recandoti un canto | che della rombante quadriga t'annunzi il trionfo. (da Pitica II, I, v. 1-11)
- Conosci te stesso, sii tu. (da Pitica II, III)
- Dicon che nulla è più triste che il bene conoscere, e a forza | lungi doverne restare. (da Pitia IV, XIII)
- Dicono che sia infelicissimo | chi riconosce il bene ma è costretto | a tenerne il piede lontano.[12]
- Te invoco, città di Persèfone, città la più bella fra quante | albergo son d'uomini, o amica del fasto, che presso Agrigento | ferace di greggi, ti levi su clivo turrito. (da Pitica XII, I)
- Più che le gesta, longeva è parola. (da Nemea IV, I)
- Le parole vivono più delle imprese.[4]
- L'esito è in Dio. (da Olimpia XIII, V)
- Il risultato | è nelle mani di Dio.[4]
Citazioni su Pindaro
modifica- Dove Pindaro assunse ai cieli il carro | del re Ierone fondatore d'Etna. (Gabriele d'Annunzio)
- E Pindaro, ammonendo Gerone, il sovrano di Siracusa, dice: "Non permettere che la tua gioia sbiadisca mentre hai vita, poiché una vita gioiosa, siine certo, è di gran lunga la migliore per l'uomo". (Ateneo di Naucrati)
- Tale è la forza del nomos in un ambito come questo, e a ragione, secondo me, Pindaro disse che il nomos è il sommo sovrano. (Erodoto)
- Un esametro omerico o un'ode di Pindaro non sono meno esatti di un qualsiasi rapporto causale o di una formula matematica. Questa precisione ritmica e numerica, è solo diversa, superiore rispetto a quella matematica e che non sia calcolabile non è motivo sufficiente per considerarla meno affidabile di una qualsiasi misurazione quantistica. (Friedrich Georg Jünger)
- Un solo poeta lirico ha ancora inteso la sua arte unicamente come glorificazione di quanto esiste di regale, di vittorioso e di magnifico nel mondo, dove la gloria totale è il preciso necessario confluire delle due glorie: della trasfigurante e della trasfigurata. (Hans Urs von Balthasar)
Note
modifica- ↑ Frammento 76, citato in Gaetano Perrotta, Saffo e Pindaro. Due saggi critici, G. Laterza & figli, Bari, 1935, p. 157.
- ↑ a b c Da Frammenti, traduzione di Enzo Mandruzzato.
- ↑ Da Frammenti, 140 d.
- ↑ a b c d Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, Milano, 2013. ISBN 9788858654644
- ↑ Frammento 169, 1.
- ↑ Da Frammenti, 61.
- ↑ Citato in George Steiner, Una lettura ben fatta, in Nessuna passione spenta, p. 9.
- ↑ Da Nemean I, ΧΡΟΜΙΩι ΑΙΤΝΑΙΩι ΙΠΠΟΙΣ, 1-6; citato in Vittore Pisani, Paideia, vol. 64, 2009, p. 121.
- ↑ Da Pitia VIII, v. 135; citato in Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso.
- ↑ Citato in Agnese Cini Tassinario, Appendice storico-critica, in Qohèlet, Einaudi, Torino, 2000, p. 46. ISBN 88-06-15180-0
- ↑ Da Pitiche, II, 72; citato in Lorenza Gattamorta, Il Sé dialogico, in «Persona» in sociologia, Meltemi editore, Roma, 2008, p. 228.
- ↑ Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
Bibliografia
modifica- Pindaro, Le Odi, in Le Odi e i frammenti, volume I, traduzione di Ettore Romagnoli, illustrazioni di Adolfo De Carolis, Zanichelli, Bologna, 1927.
- Pindaro, Le Odi, in Le Odi e i frammenti, volume II, traduzione di Ettore Romagnoli, illustrazioni di Adolfo De Carolis, Zanichelli, Bologna, 1927.
Voci correlate
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- Wikisource contiene una pagina dedicata a Pindaro
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