Giuliano Amato
politico, giurista e accademico italiano (1938-)
Giuliano Amato (1938 – vivente), politico, giurista e docente italiano.
Citazioni di Giuliano Amato
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Appena arrivato a Milano, ho avuto conferma di una mia precedente diagnosi e ho pensato a Craxi come una matrioska.[1]
- [Sull'Emblema della Repubblica Italiana] Ci siamo chiesti se gli italiani si riconoscano ancora nel simbolo che combina insieme la ruota dentata, la stella a cinque punte, e i rami di quercia e di ulivo.[2]
- In Sardegna alcuni giovanotti hanno scoperto un sistema basato su erbe nei campi con il quale si possono far mangiare le pecore anche di notte. Crescono meglio e producono lana migliore. Lo hanno venduto in Argentina, con Internet, e sono diventati ricchi.[3]
- La fine del comunismo ha liberato la forza morale della Chiesa. Il nemico comunista l' aveva portata a ingoiare fior di rospi dai regimi anticomunisti che garantivano una diga. E la Chiesa aveva attenuato la forza morale del suo insegnamento. La fine di quell' unico nemico consente di dare al messaggio una forza che si impone a tutti.[4]
- La voce-non-voce di Luca Coscioni su questo piano [la possibilità di ricerca sugli embrioni soprannumerari] ha un'autorevolezza difficile da negare.[5]
- Nell'anno di grazia 2000 con due elezioni e un referendum davanti si vorrebbe approfittare per abbandonare il patto di stabilità e dire che ci interessa soltanto la crescita economica.[6]
- Mi viene spesso in mente Roberto Benigni che divulga Dante e suo padre analfabeta che lo insegnava a lui. Ovvero una cultura di pochi, strettamente legata all'identità nazionale, che diventa cultura di tutti. Cultura sicura: ho imparato dal mio amico Umberto Eco a combattere le fonti incontrollate della Rete. E anche le bugie. Quanti ragazzi hanno letto assurdità online sull'aereo che l'11 settembre non avrebbe mai colpito il Pentagono? La stessa Wikipedia ha compreso i grossi rischi dell'immissione incontrollata di paragrafi e voci, e ora presta più attenzione.[7]
- Non l'ho certo scoperto ora, ma ai tempi in cui ero al governo... La politica italiana si genuflette la domenica davanti alle icone della cultura, ma si guarda bene dall'impegnare se stessa e le risorse per qualcosa che, ai suoi occhi, elettoralmente non significa granché perché non influenza i grandi numeri come facevano il sindacato e i partiti organizzati. La cultura, insomma, agli occhi del potere è meritevole di salamelecchi a non finire. Ma, tutto sommato, è ritenuta marginale. (da Corriere della sera, 30 dicembre 2009)
- Un trentenne eletto in Parlamento, dopo due mandati, cioè a quarant'anni, che cosa dovrebbe fare mentre aspetta di compiere i sessantacinque? L'esodato di Stato? Che cos'è, un nemico da punire solo perché ha fatto politica?[8]
Citazioni su Giuliano Amato
modifica- Giuliano Amato? Ha dimenticato che era il vero braccio destro di Craxi e se ne è andato con i postcomunisti dopo quello che avevano fatto al Psi. (Gianni De Michelis)
- Lo dico e lo ripeto: Amato è un bugiardo e un poveraccio. È uno che deve far di tutto per restare lì dov'è, sulla poltrona. Ma che devo fare? Devo dire vaffanculo? (Massimo D'Alema)
Note
modifica- ↑ Dall'intervista di Alberto Statera, Intervista con Amato, La Stampa, 9 maggio 1992.
- ↑ Citato in Giorgio Manganelli, Improvvisi per macchina da scrivere, Leonardo, Milano, 1989, p. 147. ISBN 88-355-0003-6
- ↑ Da Corriere della sera, 26 marzo 2000.
- ↑ Da Corriere della sera, 28 marzo 2000.
- ↑ Citato in Luca Coscioni, Il maratoneta, a cura di Matteo Marchesini e Diego Galli, Stampa Alternativa, 2005, p. 156.
- ↑ Da Corriere della sera, 31 marzo 2000.
- ↑ Da Corriere della sera, 30 dicembre 2009.
- ↑ Da una intervista su Sette, supplemento del Corriere della sera, 16 novembre 2012.
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