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Eva Cantarella

storica del diritto italiana (1936-)

Eva Cantarella (1936 – vivente), giurista e scrittrice italiana.

Eva Cantarella, fotografia di Giovanni Dall'Orto, 2012.

Citazioni di Eva Cantarella

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  • Didone, Turno, la vergine Camilla, i Troiani uccisi con la loro città... Sunt lacrimae rerum, dice uno dei versi più belli dell'Eneide «ci sono le lacrime delle cose». Ma malgrado tutto, al di là di tutto, i profughi trovano una terra dove stanziarsi, e con gli antichi abitanti di questa formano un unico popolo.[1]
  • Secondo me occorre un nuovo patto sociale tra uomini e donne. I femminicidi sono un segno di crisi di molti uomini privi di strumenti, che dopo le riforme giuridiche e l'emancipazione femminile non sanno come reagire.[2]
  • Della nostra storia [l'Odissea] Ulisse è il deuteragonista: la protagonista è Itaca, la meta del viaggio.
    Itaca con i suoi abitanti, le sue istituzioni, la sua storia.
  • In Omero – se appena vi si pone attenzione – un uomo non "è" un eroe, "è detto" tale. Una donna non "è" virtuosa, "è detta" tale, così come "è detta" bella o fedele: "essere detti" equivale a essere.
  • Infine, esaminate sia singolarmente, sia nel loro complesso, le avventure di Ulisse sulla via del ritorno si rivelano, in più di un'occasione, come le gesta di un soggetto – contrariamente a quanto spesso si afferma – già "intero" e compatto, capace di autodeterminarsi e di agire, non solo indipendentemente, ma a volte addirittura contro la volontà degli dèi.

Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico

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  • Omero descrive amicizie maschili di intensità affettiva così forte da far inevitabilmente pensare a legami ben diversi da una semplice solidarietà fra compagni d'arme: e l'amicizia che a questo punto è quasi di prammatica citare è quella fra Achille e Patroclo. Un rapporto così forte da far sì che Achille, dopo la morte di Patroclo, dichiari di avere un solo scopo di vita: dopo aver vendicato l'amico, giacere con lui nella stessa fossa, per sempre, unito a lui nella morte come gli era stato in vita. Un rapporto assai diverso da quello che Achille aveva avuto con Briseide, la schiava concubina che Agamennone gli aveva sottratto quando era stato privato della schiava Criseide. Le schiave erano compagne intercambiabili: come dimostra, appunto, il gesto di Agamennone che si consola immediatamente sostituendola con un'altra, della perdita di Criseide. Il legame tra Achille e Patroclo, invece, era insostituibile: ed è non poco significativo, a questo proposito, il discorso di Teti, la madre dell'eroe, al figlio disperato ed inconsolabile: Achille, dice Teti, deve continuare a vivere e dimenticato Patroclo, deve prendere moglie "come giusto che sia". Un rimprovero, forse? La prova che Teti riprovava l'amore omosessuale del figlio? A prima vista così potrebbe sembrare. Ma, a ben vedere, le cose stanno diversamente. Quello che risulta in realtà della parole di Teti, è che il legame con Patroclo era stata la ragione per la quale l'eroe non aveva ancora preso moglie: una conferma, dunque, del carattere amoroso del rapporto. Ma l'esortazione della madre al figlio a compiere finalmente il suo dovere sociale non è – ciononostante – una condanna assoluta della sua relazione con Patroclo. Essa sembra, piuttosto, un invito ad accettare quella che, per i greci, era una regola naturale: raggiunta una certa età, bisogna por fine alla fase omosessuale della vita e assumere il ruolo virile con una donna. E per Achille, ormai, questa età era giunta: se un rimprovero può essere colto, nelle parole di Teti, è quello di aver prolungato troppo – per eccessivo amore per Patroclo – la fase dell'amore omosessuale. (p. 25)
  • I romani, dunque, nel II secolo a.C. avevano preso l'abitudine di corteggiare apertamente e sfacciatamente i ragazzi liberi. L'omosessualità andava trasformandosi. Da espressione di totale e incontrollabile mascolinità, aggressivamente e virilmente sfogata sugli schiavi (qual era nei primi secoli), era diventata una manifestazione del desiderio di sedurre, non solo sessualmente: e il desiderio veniva suscitato anche (e sempre più spesso) dai ragazzi liberi. (p. 157)
  1. Da Il profugo fondatore: Enea, Corriere della Sera, Milano, 16 ottobre 2020.
  2. Dall'intervista di Francesco Rigatelli, La Stampa, 1 dicembre 2023.

Bibliografia

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  • Eva Cantarella. Itaca, Feltrinelli, Milano, 2002. ISBN 88-07-81817-5
  • Eva Cantarella, Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico, Biblioteca Universale Rizzoli, Roma, 1988. ISBN 978-88-17-11654-1

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