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Efraim Medina Reyes

scrittore colombiano

Efraim Medina Reyes (1967– vivente), scrittore colombiano.

Citazioni di Efraim Medina Reyes

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  • Comprare un'arma è come prendere un biglietto di sola andata per l'inferno.[1]
  • Essere indimenticabili è diverso e nessuno è indimenticabile.[2]
  • Gli uomini sono immortali fino a quando non hanno dei figli.[3]
  • La cosa più terribile della morte di un sogno è sopravvivergli.[4]
  • La stupidità è un male che si diffonde anche leggendo spazzatura.[5]
  • Mi colse una sorta di vertigine vedendo come lo amava e in quel momento seppi che avevo bisogno di quella donna, che il suo amore aveva la stessa misura del vuoto nel mio cuore.[2]
  • Se c'è qualcosa di fittizio, piuttosto, è la Colombia da cartolina illustrata che spacciano autori come García Marquez, vecchi d'anni e di mente. Gente che per cercare la Letteratura volta le spalle alla vita. Hanno diffuso un mucchio di stereotipi: una volta una ragazza norvegese mi ha chiesto come mai scopavo così male per essere un latino. Senza contare che molti, all'estero, sono convinti che noi parliamo con le mucche. Invece solo lui ci parla, García Marketing. L'ho chiamato così una volta, perché ha trovato la formula perfetta del libro che vende. Anche da noi, intendiamoci, ma non certo a quelli della mia generazione. La mia generazione vive per il 70% nelle città e ha gli stessi problemi, gli stessi sogni, la stessa musica di chi sta in qualsiasi altra metropoli europea o americana. Noi, in quella Colombia rurale e folcloristica, non ci riconosciamo. Davanti alla TV, nei cinema, abbiamo assorbito come tutti il mito americano e ci stiamo sforzando di metabolizzarlo.[6]
  • Tutti fingono di essere bianchi e puri, ma la storia dimostra che siamo meticci.[7]
Lettera al figlio, Internazionale, n. 739, 10 aprile 2008, pp. 55-56
  • Sapere che esisti mi libera dal peso di essere me stesso e mi fa venire in mente progetti nuovi e sconosciuti. So che sono responsabile di quello che sarà di te e che questo è un mondo del cazzo per crescere, ma per quanto ne sappiamo è anche l'unico dove le api ronzano e i passeri ridono.
  • Il mondo è un posto pericoloso e l'unica cosa che possiamo fare per quelli che amiamo è amarli.
  • Da qualche parte ho scritto che gli uomini sono immortali fino a quando non hanno dei figli. Avevo ragione. Da quando ho saputo che ci sei, ogni secondo conta. Non chiedo molto, solo di essere qui quando arriverai e di non andarmene fino a che non sarai al sicuro.

C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo

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Mi chiamano Rep – diminutivo di reptil, cioè rettile – da quando riesco a ricordare. Sono alto un metro e ottantatré e peso ottantuno chili (come i cowboy di Marcial Lafuente Estefanìa), ho gli occhi neri e infossati che paiono due canne di fucile pronte a sparare, la bocca sensuale e una verga di 25 centimetri nei giorni più caldi. Non sono un eiaculatore precoce e non mi puzza l'alito, amo tagliarmi le unghie fino a farle sanguinare, ho tracce di acne sulla faccia e sul culo, denti forti e un odore personale seducente. Sono il tipo giusto per l'energica e indimenticabile ripassata che è il sogno di ogni donna. Anche nel bere mi distinguo. Non so ballare né cantare, ma se quelli che sono capaci sapessero farlo come me sarebbero il top. I miei amici mi chiamano la verga ferita, i miei nemici pallone gonfiato. Sia il nomigliolo A sia il nomignolo B sono azzeccati, anche se potete immaginare quale preferisco. Sono eterosessuale e possiedo un'intelligenza feroce. Ho avuto ferite d'arma da fuoco, da taglio e da oggetti non identificati. Non ho mai ammazzato nessuno ma ho portato più d'uno sull'orlo della morte fisica o spirituale. Meglio non farmi incazzare. Ho il cuore acuminato come le schegge di un'esplosione. Non mi piace la gente lagnosa né le madri che picchiano i figli. Esiste una bella donna di nome Nilda che mi piace un casino.

Citazioni

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  • Ho smesso di dire bugie perché ho perduto l'immaginazione ma non c'è nulla di affidabile nelle mie verità. (p. 11)
  • Dietro quegli occhi sereni si svolgeva un festino di demoni e lei non voleva essere la torta. (p. 15)
  • Spegnersi poco a poco come un lento tramonto autunnale. (p. 17)
  • La storia di una certa ragazza mi fa ancora male, non trovo quello che cerco e quello che cerco ormai non può più essere lei, lei mi ha mandato a vedere se il gallo aveva fatto l'uovo e quando sono tornato e le ho detto di sì mi ha mandato a quel paese e mi ha detto di non farmi più vedere. Per un po' ci ho provato, ma sai bene che quando l'amore si spegne è più freddo della morte. Il problema è che le due parti in causa non si spengono contemporaneamente e quando sei la parte ancora accesa preferiresti essere morto. (p. 29)
  • Il bello è che scrivere è un altro modo di cagare e masturbarsi. Il brutto è che leggi i grandi autori ma solo Bukowski ti rimane. (p. 73)
  • Se ti ostini a cercare qualcosa corri il rischio di trovarla. Non sai mai cosa ti manca finché non fa molto male. (p. 84)
  • Sapere che solo io e quello che ora è suo marito ci siamo scopati una certa ragazza non mi tranquillizza, forse sarebbe meglio pensare a un numero indefinito di amanti, così non avrei un solo brutto muso nei miei incubi. A volte penso di non amare più una certa ragazza, che quell'amore sia morto, ma ogni notte, alle prime luci dell'alba, piccole creature voraci mi succhiano il cuore. Se lei avesse avuto tanti uomini sarebbe stato più facile dimenticarla, invece si ostina ad essere la donna ideale, il mio amore perfetto. Dato che non c'è verso di contaminare il suo ricordo, il suo ricordo contamina me. Questo è l'assioma: quando si è in due, c'è sempre uno che impesta l'altro. (p. 87)
  • So che in questo preciso momento le sta leccando la passerina, le sta tintillando il grilletto, la sta facendo impazzire, in questo preciso momento, in questo preciso momento. So che in questo preciso momento mi sta cancellando del tutto e lei non si ricorda più di me. (p. 105)
  • Non sono sempre stato buono con lei, anzi di solito ero un figlio di puttana. La amavo tanto e non sapevo cosa fare. Invece di darle ciò che sentivo, di colmarla di quell'amore aspro, me lo inghiottivo. È una cosa che non riesco ancora a capire: il suo amore mi arrivava senza problemi, il mio invece non fluiva verso di lei. Credo che il suo amore reprimesse il mio. Lei e il suo amore formavano una sostanza densa in cui io e il mio amore rimanevamo impantanati, allora diventavo una furia e lei non riusciva a capirlo. L'ho trattata male molte volte perché ero disperato ma l'amavo più della mia stessa vita e quando se n'è andata la mia vita si è spenta. (p. 106)
  • Visto che non ho nessuno da odiare, odio lui. Visto che non ho nessuno a cui dare la colpa do a lui la colpa, visto che non c'è nemico faccio di lui il mio nemico. Il mio è un amore soprannaturale, un peccato senza Dio, una telenovela senza fine, la pubblicità di una nuova marca di margarina. Visto che chi dovrei uccidere sono io, uccido l'amore. Visto che sono l'incendiario, l'innominabile, nomino lui. Visto che non ho potuto dire a lei quanto la amo, lo dico al resto del mondo. (p. 107)
  • Mi piace andare a correre tutte le mattine perché mitiga la tristezza. Quando sogno una certa ragazza lo so, anche se non lo ricordo. Me lo dice la sensazione di vuoto nel petto. Correre aiuta, per questo al mattino presto c'è tanta gente che corre. (p. 114)
  • L'amore è personale, è di pertinenza di chi lo prova. È bello stare con colei che amiamo ma questo non significa che lei senta il nostro amore, significa forse che ci ama. Uno sente caldo, stanchezza, sonno. Nessuno sente il caldo, il sonno o la stanchezza di un altro. Due non saranno mai uno. L'amore che provo ferisce me, per una certa ragazza non esiste. Voglio uccidere questo amore perché è inutile, perché non può toccarla né far si che la sua vita abbia nostalgia della mia. Non importa quanto mi sia vicina o lontana, la magia è finita. (p. 123)
  • Essere crudeli e antipatici con la gente non è bello ma calma i nervi. Neanche la tua vita è tutta rose fiori e così va il mondo. Se una certa ragazza mettesse su trenta chili smetterei di sentire la sua mancanza ma la memoria la rende sempre più bella, leviga i suoi tratti con tenerezza infinita e cancella i particolari imperfetti. Quando siamo crudeli con i nostri simili non pensiamo al loro dolore, pensare al dolore altrui non fa bene ai nervi. Non c'è nulla di più importante del proprio dolore ma forse anche una certa ragazza soffre sapendo che, dopotutto, l'amavo più di quanto abbia creduto. (p. 129)
  • Mónica sapeva succhiarlo meglio di chiunque altra e ingoiava sempre. Una certa ragazza non era male ma si portava dietro certe vestigia della sua breve militanza femminista. Prenderlo in bocca, per lei, era segno di sottomissione. A pensare che lo faceva solo per compiacermi mi passava la voglia e avevo deciso di eliminare questa parte dal nostro repertorio sessuale. [...] Mónica non aveva teorie né limiti, accettava tutto ma restituiva colpo su colpo. [...] Se me lo succhiava, dovevo succhiargliela, se facevo il "salto dell'angelo" lei pretendeva la "chiave del diavolo" e via dicendo. Quando Mónica me lo succhiava sembrava non avesse denti, mi piaceva più la sua bocca della sua fica. (p. 135)
  • Il tuo corpo bianco come la luna dei sogni. I tuoi occhi aperti su un enigma. Le tue mani sapienti. Scendo in fondo al mare e subito prima di morire tocco una pietra rotonda. La pietra mi riporta in superficie. Non cerco di capire cosa accade, mi sdraio sul tuo corpo e ascolto ciò che dicono le stelle. Una voce cerca di rompere l'incantesimo ma non ci riesce. Sei talmente tu, talmente bella. Un dono della morte. Il mio corpo non riesce a crederci, non credo al mio corpo. Il mio corpo si oppone come una stupida scienza tra te e me. Il tuo corpo si scioglie per lasciarmi entrare, il mio corpo è duro come la legge, come un patti di altri. Rinuncio al mio corpo e mi abbandono al tuo, rinuncio alla mia anima. Sei il vuoto nel mio cuore, il limite nel mio pensiero. (p. 154)
  • L'amore è bello finché dura ma a volte dura troppo. Mi piacerebbe pensare che tutto finisce e comincia, mi piacerebbe dire che l'esperienza serve, mi piacerebbe dire che sono morto, che non ci so fare neanche con me stesso. Per fortuna quando le cose vanno male arriva qualcuno e le peggiora, questa è l'unico sollievo. (p. 170)

C'è una donna che mi piace. Lei lavora e va in palestra, ha una bambina e spesso la porta al parco. A volte ci incontriamo in giro e scambiamo qualche parola. Vorrei dirle di più ma non ci riesco. Lei sorride e si allontana. Non so che vita faccia, non so niente di lei, forse è meglio così. Quando ho conosciuto una certa ragazza ho provato l'impulso di allontanarmi nella direzione opposta, di evitare di penetrare i suoi misteri, di restare fuori, di vederla soltanto attraverso un vetro... È stupido pensare al di là del nostro naso, vivere qualche metro oltre.

La sessualità della Pantera Rosa

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Blues 27

Quando dai più di quanto ricevi
rischi la pelle e poi non devi
dire che ti hanno ingannato.
Questo non significa che tu non debba amare
non è una guida al suicidio, riveduta e corretta
è solo qualcuno che ha imparato ad andarci piano.
Fidarsi è il peggior delitto e la via
più breve per l'inferno.
Questo non significa che non ti possa fidare
è solo qualcuno a cui hanno spezzato
il cuore troppe volte in una
stessa notte.
Amare e fidarsi sono passioni umane
dello stesso genere e non sono nessuno
per dirti cosa devi fare
solo un tizio messo male che ha imparato ad andarci piano
a non fare più del necessario.

Canzoni più mediocri ancora

Fiasco Production
Città Immobile, 1999

Citazioni

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  • Le donne sono creature instabili: se dai loro qualcosa in mano non sono contente finché non l'hanno distrutto. (p. 99)
  • Occorre andare con i piedi di piombo: bisogna essere molto cinici per dire sempre la verità. Ci sono molte trappole in una verità e quando credi che sia qualcosa di unico tu perdi. Le cose cambiano perché assumono la forma di chi le usa. (pp. 99-100)
  • Lasciare qualcuno richiede forza. Uno costruisce sull'altro e lasciarlo significa anche lasciarsi. (p. 105)
  • Nulla che si muova è innocente. (p. 105; p. 156)
  • Nascondere le emozioni, fingere cortesia, frenare gli impulsi. Non è quello che facciamo ogni giorno? Inventiamo le pareti per cambiarci d'abito. Quante volte abbiamo sentito dire di qualcuno: Con me è un orco e con te un principe. L'ansia che ci divora consiste nel nostro desiderio di essere qualcun altro. (p. 113)
  • Il dubbio è un grosso business: non esisteranno mai le scarpe perfette, il cibo ideale, il detersivo magico. (p. 127)
  • Senza lei accanto fui assalito dall'insonnia, avevo l'anima piena di roba bruciacchiata, l'anima o comunque si chiama il posto dove fa male tutto quello che non dovrebbe fare male. (p. 149)
  • La fatica fisica tiene lontani i fantasmi e il disgusto; ti senti utile e in gamba quando dimostri al capo che pur essendo più piccolo di lui riesci a sollevare casse più pesanti. (p. 159)
  • L'amore serve a renderci deboli e dipendenti, senza l'amore una razza di guerrieri solitari sarebbe padrona dell'universo. Eserciti unidimensionali senz'altra ambizione che vagare per valli senza nome. L'amore che ci inoculano fin dal primo vagito è un antidoto alla nostra ansia di non essere, non sapere, non dovere. Mi chiamo Lira come la moneta italiana ma non ho prezzo. Mi chiamo Lira come lo strumento degli angeli ma vivo all'inferno. (p. 170)
  • Le cose terribili che ci accadono devono avere un senso, e se non ce l'hanno è nostro dovere dargliene uno. (p. 171)
  • I fallimenti sentimentali sono dovuti al fatto che gli uomini vogliono andare a letto con la zoccola e svegliarsi accanto alla vergine. (p. 173)
  • Fingere è il trucco migliore per le cose difficili, il trucco migliore perché gli altri ti vogliano bene.

Quello che ancora non sai del Pesce Ghiaccio

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  • Te ne sei andata. E con te se n'è andata la possibilità di trovarti. Non che fosse molto diverso quando eri ancora qui con me. Mi sento terribile e vuoto e sicuramente stupido. Le cose cambiano ma non è questo il punto. Di solito i cambiamenti sono minimi e non si notano quasi, così possiamo pensare che tutto rimanga uguale. La notte scende sulle cose, e naturalmente, io sono una di quelle cose, forse la più indolente di tutte. I miei parametri e le mie ideologie sono sparse per la stanza. Mi piace pensare che ci sia qualcosa che significhi pensare ciò che penso. Cade l'ultima lacrima, l'ultima prima della prossima. Non fumo, non sono un vero bevitore, non posso battere il campione mondiale dei pesi massimi. So bene che odi lo sport, ma la boxe non è uno sport, amore. [...] Sono incapace di fare quel gesto/movimento che ti farebbe tornare. Il piacere di sentire e girare come un bambino nel bosco ghiacciato. Il piacere squisito di non essere opportuno. Il tipo che le figlie amano e le madri odiano. Non sono più musica per le tue orecchie, tesoro. E non pretendo di sapere niente a proposito di niente. Non che sappia fare qualcosa, a parte questo, ovvio. La mia abilità è giocare con il fuoco e manterene un precario equilibrio tra rischio e il dubbio. Non sarò musica per le tue insonnie. I falliti devono andare più lontano perchè nessuno li stima. [...] Non ho mai imparato a guidare e non ho la patente, e c'è una differenza significativa tra le due cose. Non che sappia fare qualcos'altro che non sia guidare, ovvio. Ma tutto ciò che non so fare ho un modo di non saperlo fare, un modo particolare che sfiora l'efficacia. Il piacere di piangere nel cuore della notte senza sapere il perchè, senza approfondirne il motivo, di tremare pensando alla forma del vuoto e toccare una volta dopo l'altra i duri bordi della realtà come uno strumento rotto, scordato. Non sono musica per chi ha idea di musica. Non sono ciò che pretendevi o speravi. Sono un professionista della delusione in servizio ventiquattrore su ventiquattro. Il piacere di starmene sdraiato sul pavimento e sentire l'eco dei tuoi passi diretti da nessuna parte. [...] So toccare corde che nessuno conosce, ho dita lunghe come radici e so che la vibrazione di una corda non termina nel silenzio. Bambina mia, la morte è un matrimonio. Mi sfoggerai alle tue nozze? Il piacere di stare tra gli oggetti senza che essi se ne possano accorgere. Di stare li come un gatto, come una ferita che attende il suo dolore. Il piacere di non essere schiavo di nessun piacere. (pp. 371-373)
  • Puoi frantumarmi il cuore in mille pezzi e ciascuno di quei pezzi in altri mille, ma l'amore che nutro per te resterà vivo in ciascuno di essi, guizzante sulla fredda superficie come la stupida coda, solitaria e sanguinante, che qualcuno ha strappato a una lucertola. (p.422)
  1. Da Benvenuti nel far west, Internazionale, n. 628, 10 febbraio 2006, p. 79.
  2. a b Da Tecniche di Masturbazione fra Batman e Robin.
  3. Da Lettera al figlio, Internazionale, n. 739, 11 aprile 2008, p. 56.
  4. Da Hanno ucciso Del Piero, Internazionale, n. 678, 2 febbraio 2007, p. 79.
  5. Da La seconda regola, Internazionale, n. 690, 27 aprile 2007, p. 79.
  6. Dall'intervista di Ornella Civardi, ne La Voce Nuova di Piacenza, 11 settembre 2002.
  7. Da Ladro di lapidi, Internazionale, n. 714, 12 ottobre 2007, p.34.

Bibliografia

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  • Efraim Medina Reyes, C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo, 2a edizione, traduzione di Gina Maneri, Feltrinelli, Milano, 2003. ISBN 88-07-84017-0
  • Efraim Medina Reyes, La sessualità della Pantera Rosa, traduzione di Gina Maneri, Feltrinelli, Milano, 2006. ISBN 88-07-84070-7
  • Efraim Medina Reyes, Tecniche di Masturbazione fra Batman e Robin, traduzione di Gina Maneri, Feltrinelli, Milano, 2004.
  • Efraim Medina Reyes, Quello che ancora non sai del Pesce Ghiaccio, traduzione di Gina Maneri, Feltrinelli, Milano, 2013.

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