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[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1970) - BEIC 6361859.jpg|miniatura|[[Franco Albini]], Allestimento delle sale del Museo di Palazzo Bianco]]
'''Palazzo Bianco''', detto anche '''palazzo Luca Grimaldi''', o '''palazzo Brignole Sale''', è un [[palazzo|edificio storico]] italiano, sito in [[via Garibaldi (Genova)|via Garibaldi]] 11, nel [[centro storico di Genova]]. È uno dei [[Palazzi dei Rolli]] che furono designati, al tempo della [[Repubblica di Genova]], a ospitare gli ospiti di alto rango durante le visite di stato per conto del governo genovese.
 
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La nuova proprietaria, che intendeva destinarlo al nipote cadetto Gio. Giacomo, commissionò una radicale ristrutturazione del palazzo, che da allora fu denominato ''Bianco'' per il colore chiaro dei paramenti esterni. La ristrutturazione avvenne ad opera dell'architetto [[Giacomo Viano]] fra il [[1714]] ed il [[1716]], su ispirazione dell'adiacente [[Palazzo Tursi]]. L'architetto, autore delle facciate settecentesche che oggi si possono ammirare, spostò su Strada Nuova (odierna Via Garibaldi) l'ingresso principale che precedentemente si trovava sulla salita di san Francesco di Castelletto, in quanto il palazzo di Luca Grimaldi fu edificato precedentemente all'apertura di Strada Nuova.<ref name=proposal />
 
Nel [[1889]], alla morte di [[Maria Brignole Sale De Ferrari|Maria Brignole-Sale De Ferrari]], duchessa di [[Galliera (Italia)|Galliera]], ultima discendente della famiglia [[Brignole (famiglia)#I Brignole Sale|Brignole-Sale]], il palazzo venne ereditato dal Municipio e, per volere di quest'ultima, destinato a galleria pubblica. Il Museo fu inaugurato in occasione del quattrocentenario della scoperta dell'America nel 1892.
 
A seguito delle pesanti distruzioni dovute al bombardamento alleato del 1942, fu riaperto al pubblico nel 1950 dopo un totale riordino delle collezioni dovuto alla direttrice [[Caterina Marcenaro]] e al riallestimento razionalista dell'architetto [[Franco Albini]].
 
A seguito delle pesanti distruzioni dovute al bombardamento alleato del 1942, fu riaperto al pubblico nel 1950 dopo un totale riordino delle collezioni dovuto alla direttrice [[Caterina Marcenaro]] e al riallestimento razionalista dell'architetto [[Franco Albini]].[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Genova, 1970) - BEIC 6361859.jpg|miniatura|[[Franco Albini]], Allestimento delle sale del Museo di Palazzo Bianco|sinistra]]
== La galleria di Palazzo Bianco ==
«''Per la formazione di una pubblica galleria''»: con queste parole, nel testamento del [[1884]], si trova l'intenzione della duchessa di Galliera di adibire il palazzo a museo civico, corroborata dalla destinazione a quella sede di un nucleo delle proprie raccolte. A partire dal [[1892]] si arricchì di altri legati e donazioni private e il municipio stesso intervenne con un'oculata politica di acquisti.
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L'attività degli autori del [[barocco genovese]] del XVII e XVIII secolo è documentata tra gli altri dalle opere del [[Giovanni Benedetto Castiglione|Grechetto]], [[Bernardo Strozzi]], [[Valerio Castello]], [[Domenico Piola]] e dei figli Anton Maria e [[Paolo Gerolamo Piola|Paolo Gerolamo]], [[Gregorio De Ferrari]] e [[Alessandro Magnasco]]. È presente inoltre dal [[2009]] la celeberrima scultura di [[Antonio Canova]], la ''[[Maddalena penitente (Canova)|Maddalena penitente]]'', e che è stata collocata nell'adiacente [[Palazzo Tursi]] che, in collegamento diretto con Palazzo Bianco, accoglie le ultime sale del percorso di visita dei [[Musei di Strada Nuova]].
 
== Giardini ==
==== Giardino inferiore ====
 
Il palazzo, nella sua originaria fase cinquecentesca con ingresso principale su salita San Francesco, era dotato di un giardino più spazioso di quello attuale ed esteso su due lati: quello orientale, spazio ancora oggi esistente, e quello meridionale, che scomparve quando il palazzo divenne proprietà Brignole Sale nel 1711 e venne ricostruito nelle forme attuali.
 
[[File:Venus pudica, Palazzo Bianco, Musei di Strada Nuova.jpg|thumb|sinistra|Vasca Polilobata con la statua della ''Venus pudica'']]
Durante il rinnovamento settecentesco, il giardino assunse l'aspetto odierno. Tra gli elementi caratteristici si trovano i quattro parterre bordati di siepe di bosso, il [[risseu]], una pavimentazione tipica genovese composta da un mosaico di ciottoli bianchi e neri, e la vasca ottagonale della fontana. Quest'ultima è sormontata da una statua di un fauno che soffia in una conchiglia, una sostituzione moderna dell’originale, ormai erosa dall'acqua. Alla fine dell’Ottocento lo spazio venne unito a quello del vicino [[Palazzo Doria-Tursi|Palazzo Tursi,]] creando un unico grande terrazzamento. Nella parte di Palazzo Tursi si affaccia una delle due logge simmetriche della dimora e dalla parte opposta si trova una vasca polilobata con la statua della ''Venus pudica'', un tempo collocata nell'antico cortile di Palazzo Bianco<ref>{{Cita web|url=https://www.museidigenova.it/it/cortili-e-giardini-dei-musei-di-strada-nuova|titolo=Sito dei Musei di Strada Nuova|accesso=23 settembre 2024}}</ref>.
 
Nel 2024 è stato effettuata un'opera di restauro che ha interessato entrambe le vasche, le statue settecentesche dei musici e la statua della Venus, il risseu, le panchine e il verde circostante.
 
==== Giardino superiore ====
Il giardino superiore, visibile nel passaggio verso Palazzo Tursi, conserva visibili i resti monumentali di quella che fu una delle maggiori chiese gotiche cittadine, [[Chiesa di San Francesco di Castelletto|San Francesco di Castelletto]], demolita definitivamente intorno al 1820. Di questa chiesa, che insieme al convento contiguo costituiva una delle più importanti fondazioni religiose della Genova medievale, sono ancora visibili arcate e colonne a rocchi bianchi e neri di una navata, letteralmente inglobate nella facciata dell’ottocentesco palazzo comunale retrostante il museo. Il giardino è completato da una terrazza che si affaccia sullo spazio verde sottostante e da cui è ben visibile Palazzo Rosso, collocato dall’altra parte della strada.
 
=== Opere significative ===
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* [[Bartolomé Esteban Murillo]], ''Fuga in Egitto'';
* [[Francisco de Zurbarán]], ''Sant'Orsola'', ''Sant'Eufemia'';
* [[Il Veronese|Paolo Veronese]], ''Crocifissione'', ''[[Susanna e i vecchioni (Veronese)|Susanna e i vecchioni]]''<ref name=ItaliaPerTuristi>{{cita web|url=http://www.italiaperturisti.it/liguria/provincia-di-genova/genova/775-palazzo-bianco|sito=Italia per turisti|titolo=Palazzo Bianco|data=2012-06-03|urlarchivio=https://archive.is/Uv87h20130413080625/http://www.italiaperturisti.it/liguria/provincia-di-genova/genova/775-palazzo-bianco|dataarchivio=2013-04-13}}</ref>;
* [[Palma il Giovane]], ''Cristo e la samaritana'', ''L'adultera'';
* [[Giorgio Vasari]], ''Ritratto di gentiluomo fiorentino'';
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* {{Cita libro|autore=Massimo Listri|autore2=Piero Boccardo|autore3=Clario Di Fabio|titolo=I Musei di Strada Nuova a Genova. Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi|anno=2005|editore=Umberto Allemandi|ISBN=8842213470}}
* VÁZQUEZ ASTORGA, Mónica, ''La pintura española en los museos y colecciones privadas de Génova y en el resto de Liguria (Italia)'', Zaragoza, Prensas Universitarias de Zaragoza, 2008.
* {{Cita libro|autore=|curatore5=Raffaella Besta|titolo=Musei di Strada Nuova a Genova|url=https://archive.org/details/museidistradanuo0000unse|editore=Skira|città=Milano|anno=2010|ISBN=978-88-572-0433-8}}
*{{Cita libro|curatore=Raffaella Besta|curatore2=Piero Boccardo|curatore3=Margherita Priarone|titolo=I Musei di Strada Nuova a Genova. Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi|anno=2017|editore=Silvana}}
 
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== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|url=http://unesco.comune.genova.it/ita/scheda_r.html?featureid=1014070|titolo=Palazzo di Luca Grimaldi - oggi denominato Palazzo Bianco}}