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Scolastica (filosofia): differenze tra le versioni

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=== Fonti ===
[[File:Timaeus trans calcidius med manuscript.jpg|thumb|Manoscritto medievale con la traduzione del ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'' in [[lingua latina|latino]] ad opera di [[Calcidio]]]]
[[File:Aristotele, analitici primi, nella trad. latina di boezio, 1190-1210 ca. (bml, pl. 11 sin 9).jpg|miniatura|''[[Analitici primi]]'' in una edizione del XII-XIII secolo]]
 
La filosofia scolastica si sviluppò attingendo ampaimente dalle fonti della [[filosofia greca]] classica, in particolare dalle opere di Platone, dei neoplatonici, degli stoici e di Aristotele. I filosofi medievali utilizzarono questi pensatori antichi come punto di partenza per elaborare riflessioni su temi etici e politici, sviluppare un pensiero critico e creare strumenti per armonizzare fede e ragione. Nonostante gli autori greci fossero pagani, molti elementi del loro pensiero, in particolare quello di Platone, risultarono compatibili con la dottrina cristiana. Questo dialogo tra filosofia greca e cristianesimo fu possibile sopratutto grazie all'opera dei Padri della Chiesa, noti come patristi, che nei [[Storia del cristianesimo in età antica|primi secoli del cristianesimo]] (circa III-VI secolo d.C.) posero le basi della teologia cristiana attingendo proprio dalla filosofia greca di cui si erano formati. È importante notare che, all'inizio del Medioevo, molti testi antichi erano andati perduti nell'Occidente cristiano. I pochi sopravvissuti furono accessibili grazie all'opera di conservazione dei monasteri e ai patristi, che tradussero questi testi in latino e li commentarono. Solo nel corso dei secoli successivi le fonti greche divennero sempre più disponibili per i filosofi scolastici.<ref name=Scolastica_Treccani>{{Treccani|scolastica_(Enciclopedia-Italiana)/|Scolastica}}</ref>
 
[[File:Simone Martini 003.jpg|thumb|upright|sinistra|[[Sant'Agostino]] in un dipinto di [[Simone Martini]]]]
 
Così, nell'alto Medioevo, gli studiosi cristiani conoscevano di [[Aristotele]] solo le ''[[Categorie (Aristotele)|Categorie]]'' e il ''[[De interpretatione]]''. Questi testi, insieme alle [[Isagoge]] di [[Porfirio]] e ai ''[[Topica]]'' di [[Cicerone]], costituivano la base, nota come ''[[Logica vetus]]'', per l'insegnamento della [[dialettica]]. La scarsità di fonti relative allo [[Stagira|stagirita]] durò per diversi secoli, almeno fino alla metà del [[XII secolo]], relegandolo a un ruolo di secondo piano nel pensiero cristiano altomedievale. Al contrario, la conoscenza di Platone era molto più diffusa. Il suo pensiero divenne predominante nelle riflessioni della Scolastica dei primi secoli. Si conosceva un frammento del ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'' nella traduzione del IV secolo di [[Calcidio]], ma molte delle sue idee potevano essere apprese attraverso il commento di [[Macrobio]] al ''[[Somnium Scipionis]]'' di [[Cicerone]]. Inoltre, Platone influenzò notevolmente anche il pensiero di [[Sant'Agostino]], il più importante tra i Padri della Chiesa, vissuto nel IV-V secolo. A partire dal [[IX secolo]], furono disponibili molti testi di autori [[neoplatonismo|neoplatonici]], come [[Plotino]] e [[Proclo]], grazie alla rinnovata circolazione delle traduzioni dello [[Pseudo-Dionigi]] e di [[Massimo il Confessore]].<ref name=Scolastica_Treccani/>
 
[[File:Aristotele, analitici primi, nella trad. latina di boezio, 1190-1210 ca. (bml, pl. 11 sin 9).jpg|miniatura|''[[Analitici primi]]'' in una edizione del XII-XIII secolo]]
 
Con l'avvento del cosiddetto [[rinascimento del XII secolo]], ebbe inizio un'importante fase di [[traduzioni nell'Occidente latino durante il XII secolo|traduzioni nell'Occidente latino]] che, nel corso degli anni, arricchì enormemente la conoscenza del sapere dell'antichità. Intorno agli [[anni 1230]], [[Giacomo da Venezia]] tradusse le opere mancanti dell' ''[[Organon]]'' di Aristotele, come i ''[[Topici]]'' e gli ''[[Analitici primi]]'', che andarono a formare la cosiddetta ''[[Logica nova]]''. Poco dopo, altri traduttori si dedicarono ai testi di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], [[Euclide]] e al ''[[Meteorologica]]'' di Aristotele. Verso la metà del secolo vennero tradotti anche il ''De fide orthodoxa'' di [[Giovanni Damasceno]] e il ''[[De natura hominis]]'' di [[Gregorio di Nissa]].<ref name=Scolastica_Treccani/> Grazie all [[scuola di traduttori di Toledo]] furono tradotte in latino le opere dei filosofi e naturalisti arabi [[al-Kindī]], [[Al-Farabi]], [[Al-Ghazali]], [[Averroè]], [[Avicenna]] con queest'ultimo che "influenzerà la filosofia della natura e la metafisica scolastiche come nessun altro filosofo all'infuori di Aristotele". Tra i filosofi ebrei, le traduzioni dei lavori di [[Avicebron]], in particolare ''[[Fons Vitae (Avicebron)|Fons Vitae]]'', furono quelle che riscossero maggior successo tra gli scolastici.<ref name=Scolastica_Treccani/>