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Club Alpino Italiano: differenze tra le versioni

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Storia: leggi razziali
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In seguito furono aperte sedi anche in numerose altre città italiane, come ad esempio a [[Domodossola]] nel [[1869]]. Nel [[1873]], con l'annessione del [[Lazio]] al [[Regno d'Italia]] [[Quintino Sella]], in quanto ministro delle finanze del regno, si trasferì nella nuova capitale, e fondò quindi la sezione di [[Roma]]. Dopo la [[prima guerra mondiale]] il CAI assorbì la [[Società Alpinisti Tridentini|Società degli alpinisti tridentini]] (nel [[1920]]) e la [[Società alpina delle Giulie]]; mentre nel [[1931]] fu riconosciuta come sezione del CAI anche la [[Società escursionisti milanesi]].
Nel [[1938]] il [[fascismo]] impose al CAI un temporaneo cambio di denominazione, da Club alpino italiano a ''Centro alpinistico italiano'', nel tentativo di preservare la "purezza" della lingua italiana dalla commistione coi termini inglesi. Dallo stesso anno in poi, il CAI estromise i suoi membri ebraici, facendo proprie le [[Leggi razzianli fasciste]]. A [[Torino]] vi è ancora oggi la sede sociale, sul [[Monte dei Cappuccini]], nella Salita al Club alpino italiano sez. Torino 39, ove è anche collocata la Biblioteca nazionale del CAI e il [[Museo nazionale della montagna]]. Ad oggi l'associazione conta più di 300.000 iscritti in tutto il territorio nazionale, a fronte dei soli 3.500 (in prevalenza benestanti piemontesi) dell'anno 1877<ref>''Bollettino del Club Alpino Italiano'', numero 33, del 1877, pag.642</ref>.
 
==Organizzazione==