Carlo Schanzer
Carlo Schanzer (Vienna, 18 dicembre 1865 – Roma, 23 ottobre 1953) è stato un politico italiano.
Carlo Schanzer | |
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Ministro degli esteri del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 26 febbraio 1922 – 28 ottobre 1922 |
Capo del governo | Luigi Facta |
Predecessore | Pietro Tomasi della Torretta |
Successore | Benito Mussolini (ad interim) |
Ministro del tesoro del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 21 maggio 1920 – 15 giugno 1920 |
Capo del governo | Francesco Saverio Nitti |
Predecessore | Luigi Luzzatti |
Successore | Filippo Meda |
Durata mandato | 23 giugno 1919 – 14 marzo 1920 |
Capo del governo | Francesco Saverio Nitti |
Predecessore | Bonaldo Stringher |
Successore | Luigi Luzzatti |
Ministro delle finanze del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 14 marzo 1920 – 21 maggio 1920 |
Capo del governo | Francesco Saverio Nitti |
Predecessore | Francesco Tedesco |
Successore | Giuseppe de Nava |
Senatore del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXV |
Gruppo parlamentare | Liberale democratico (1921-1922) Unione Democratica (PLDI-DS) (1922) Partito Nazionale Fascista (1922-1943) |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Destra storica (1903-1913) Unione Liberale (1913-1919) Partito Liberale Democratico Italiano (1919-1922) Partito Nazionale Fascista (1922-1943) |
Titolo di studio | laurea |
Professione | Avvocato |
Carriera professionale
modificaAvvocato, ufficiale della direzione generale di statistica, passò in seguito alla Biblioteca del Senato del Regno. Nel 1893 fu nominato referendario e divenne consigliere di Stato nel 1898[1]. Dal 1901 fu direttore generale dell'amministrazione civile, e deputato al Parlamento dal 1900 al 1919.
Carriera politica
modificaChiamato al Governo, fu ministro delle poste e telegrafi dal 1906 al 1909; dal 1912 ricoprì la carica di presidente di sezione del Consiglio di Stato.
Fu nominato Senatore del Regno il 7 ottobre 1919.
Nel 1919-20 fu di nuovo ministro del tesoro, poi delle finanze, e poi di nuovo del tesoro. Fu poi a capo della delegazione italiana alla Conferenza navale di Washington (nel 1921), delegato italiano alla conferenza di Genova (nel 1922) e poi più volte delegato all'assemblea delle Società delle Nazioni; chiamato di nuovo al governo, fu per due volte Ministro degli esteri nel 1922.
Si iscrisse all'Unione Nazionale Fascista del Senato (UNFS) il 9 giugno 1926 e al Partito Nazionale Fascista (PNF) 15 aprile 1929.
Nominato Ministro di Stato, sarà collocato a riposo dal Consiglio di Stato, a domanda[2], il 26 dicembre 1928.
Vita privata
modificaNato a Vienna, era figlio del finanziere Luigi (Ludwig) Schanzer (Żywiec, 1832-Vienna, 1886), amico di Giolitti, e di Amalia Grunberg (Amalie Pauline Grünberg) (Leopoli, 1845-?), pianista affermata. Il padre Ludwig (in italiano detto Luigi) era figlio di Maximilian Schanzer (originariamente il suo cognome era scritto Szancer) e di Johanna Schanzer (nata Hirsch). La madre Amalie Pauline (in italiano detta Amalia) era figlia di Leo Grünberg e di Sofie (o Sophie) Grünberg (nata Baczales) e sorella del direttore d'orchestra Eugen Grünberg (Leopoli, 30 ottobre 1854-Boston, 11 novembre 1928) (in italiano noto come Eugenio Grunberg ed in ambito di lingua inglese come Eugene Gruenberg).[3][4]
Aveva tre fratelli: Ottone (Otto), musicologo e compositore, Roberto (Robert), ingegnere e matematico e Alice, poetessa, traduttrice e critica letteraria e moglie di Tancredi Galimberti e madre di Duccio Galimberti. Il 23 luglio 1899[5], a Lucca, sposa Corinna Centurini, figlia di Alessandro (banchiere, industriale, deputato e senatore del regno). Dalla coppia nascono: Lodovica Schanzer, sposatasi con Michele Busiri Vici e Fulvia Schanzer (1901-1984), sposatasi con Giulio Ripa di Meana (1899-1968). Lo Schanzer fu dunque nonno di Carlo Ripa di Meana.[6]
Note
modifica- ^ Giovanni Paleologo (Presidente di Sezione del Consiglio di Stato), La prima Quarta Sezione, da "Studi per il centenario della Quarta Sezione", Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1989.
- ^ Schanzer "lasciò testimonianza in un manoscritto intitolato «Storia della mia nomina e snomina a Presidente del Consiglio di Stato». Convocato al Viminale certo della investitura, fu accolto da Mussolini che gli spiegò di non ritenerlo «la persona meglio indicata» per l'esigenza di «maggiormente fascistizzare alcune alte cariche dello Stato». Anche allora caratura e personalità del nominato, Santi Romano, erano fuori discussione. E anche allora lo scavalcato Schanzer si dimise": v. G. Salvaggiulo, La guerra segreta per il Consiglio di Stato, la Stampa, 21 gennaio 2016.
- ^ (EN) Eugene Gruenberg, su necmusic.edu. URL consultato il 23 gennaio 2021.
- ^ Category:Gruenberg, Eugene - IMSLP, su imslp.org. URL consultato il 23 gennaio 2021.
- ^ "La Stampa", 33 (1899), 202, 23 luglio, p. 3.
- ^ Senator Carlo Schanzer, su geni_family_tree. URL consultato il 23 gennaio 2021.
Bibliografia
modifica- D.K. Marignoli, Un ritratto di Carlo Schanzer di Enrico Arcioni. Per una rilettura dell’opera del pittore spoletino, in Spoletium, 2020, 57, 13, pp. 42–53.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carlo Schanzer
Collegamenti esterni
modifica- Schanzer, Carlo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- SCHANZER, Carlo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
- SCHANZER, Carlo, in Enciclopedia Italiana, III Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Alessandro Polsi, SCHANZER, Carlo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 91, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
- Opere di Carlo Schanzer, su MLOL, Horizons Unlimited.
- Carlo Schanzer, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- SCHANZER Carlo, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 115276413 · ISNI (EN) 0000 0000 8348 0863 · SBN RAVV066890 · BAV 495/247425 · LCCN (EN) n89614719 · GND (DE) 133749118 · BNF (FR) cb146237313 (data) |
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