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Viola di Teschen

nobile polacca

Viola di Teschen, in seguito conosciuta come Elisabetta, in polacco Wiola Elżbieta cieszyńska, in ceco Viola Alžběta Těšínská (1291 circa – 21 settembre 1317) è stata una principessa polacca membro della Casata Piast del ramo di Cieszyn e, per matrimonio, Regina di Boemia e Polonia.

Viola di Teschen
Regina consorte di Boemia e di Polonia
In carica1305 –
1306
PredecessoreElisabetta Richeza di Polonia
SuccessoreAnna di Boemia in Boemia
Edvige della Grande Polonia in Polonia
Regina consorte d'Ungheria
In carica1305
PredecessoreAgnese d'Ungheria
SuccessoreMaria di Bytom
Nascita1291 circa
Morte21 settembre 1317
Sepolturamonastero di Vyšší Brod
DinastiaPiast
PadreMieszko I di Teschen
MadreGrzymisława (?)
ConiugiVenceslao III di Boemia
Pietro I di Rosenberg

Era la terza figlia, e unica femmina, di Mieszko I, duca di Teschen, dalla sua moglie sconosciuta, che si chiamava probabilmente Grzymisława.[1] Ricevette il nome della bisnonna paterna, Viola appunto, moglie del duca Casimiro I di Opole.

Biografia

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Regina di Boemia e Polonia

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Viola sposò il giovane re Venceslao III di Boemia e di Polonia il 5 ottobre 1305 a Brno. Le motivazioni che hanno portato a queste nozze non sono ancora del tutto chiare: benché alcune cronache successive descrivessero Viola come una bellissima ragazza, suo padre era solo un dei vassalli di re Venceslao III e, conseguentemente, la loro unione non era paritaria. La ragione principale quindi non era da ricercare nel fascino della sposa, bensì, probabilmente, nella posizione strategica di Teschen (Cieszyn) tra i regni di Boemia e di Polonia. Quattro giorni più tardi del matrimonio, il 9 ottobre, Venceslao III annullò il suo lungo fidanzamento con Elisabetta, figlia del re Andrea III d'Ungheria e con questo rinunciò a tutte le sue pretese al trono di quella nazione.[2]

Dopo il matrimonio, Viola assunse il nome di Elisabetta, ma la sua unione con il Re non fu molto felice a causa del comportamento libertino del marito e alla forte opposizione della nobiltà boema, che aveva cercato di impedire questo "umile" matrimonio. Dieci mesi più tardi, il 4 agosto 1306, re Venceslao III venne ucciso ad Olomouc in circostanze misteriose, lasciando Viola vedova a quindici anni. Probabilmente a causa della loro giovane età non erano ancora riusciti a produrre un erede.

Con poco denaro e nessun luogo dove rifugiarsi, con ogni probabilità Viola si stabilì presso le cognate, Anna ed Elisabetta, in un convento femminile. Entrambe le principesse stavano lottando per il trono di Boemia, ma Viola non prese parte ai loro piani. Successivamente risiedette principalmente in Moravia, dove possedeva delle città che le erano state lasciate come appannaggio vedovile.

Secondo matrimonio e morte

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Dopo l'arresto di Enrico di Lipá, la nuova regina di Boemia Elisabetta e il suo marito Giovanni di Lussemburgo tentarono di guadagnare alla loro fazione l'appoggio del potente nobiluomo Pietro I di Rosenberg, che all'epoca era fidanzato con la figlia di Enrico di Lipá. Pietro I revocò la propria proposta di matrimonio ed entrò in un'alleanza con i regnanti di Boemia, e, per rinforzare i legami con il nuovo alleato, re Giovanni gli diede la mano della regina vedova Viola. Il matrimonio si celebrò nel 1316 ma rimase senza figli e durò ben poco: Viola morì un anno dopo, il 21 settembre 1317, e venne sepolta nella cripta del Casato di Rosenberg nell'abbazia di Vyšší Brod.

Antenati

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Casimiro I di Opole Miecislao IV di Polonia  
 
Ludmilla  
Ladislao di Opole (Władysław Opolski)  
Viola  
 
 
Mieszko I di Teschen  
Ladislao Odonic (Władysław Odonic) Odone di Poznań  
 
Viacheslava Jaroslavna di Halych  
Eufemia della Grande Polonia  
Edvige di Pomerania Mestwin I di Pomerania  
 
Swinisława  
Viola di Teschen  
 
 
 
 
 
 
 
Grzymisława (?)  
 
 
 
 
 
 
 
 

Bibliografia

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  • J.Golec, S. Bojda, Słownik biograficzny ziemi cieszyńskiej, vol. 1, Cieszyn, 1993, pag. 91
  • K. Jasiński, Rodowód Piastów śląskich, vol. 3, Wrocław, 1977
  • I. Panic, Poczet Piastów i Piastówien cieszyńskich, Cieszyn, pag. 8

Altri progetti

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