Sceliphron spirifex
L'insetto vasaio (Sceliphron spirifex Linnaeus, 1758) o vespa-vasaio è un imenottero apoideo della famiglia Sphecidae,[1] diffuso in Africa e nell'Europa meridionale.
Descrizione
modificaLa lunghezza del corpo è in media di 19,6 mm nei maschi e di 23,7 mm nelle femmine,[2] con un'apertura alare che va da 25 a 35 mm.[3] Particolarità dell'insetto sono le lunghe zampe posteriori, le quali misurano quanto il suo corpo, e che tiene penzoloni durante il volo. L'addome, a goccia, è collegato al torace tramite il peduncolo (segmento sottile), di lunghezza almeno pari a quella dell'addome stesso.[3] Gli adulti hanno una livrea in prevalenza nera con alcune parti gialle (peduncolo e parti delle zampe).
Biologia
modificaAlimentazione
modificaLa sua alimentazione differisce a seconda dell'età: da adulta si nutre di nettare (favorendo così l'impollinazione), mentre nella fase larvale è carnivora e alquanto vorace.
Riproduzione
modificaLa riproduzione avviene in nidi di fango. La scelta del luogo in cui costruire il nido dipende da fattori importanti quali l'ombra e il riparo dalla pioggia, con una netta preferenza per i posti a meno di 1,5 m dal suolo.[2] Tra i luoghi preferiti per la nidificazione: tettoie o cornicioni di ricoveri abbandonati, cataste di legna, l’interno di costruzioni rurali (come stalle e pollai).[3]
Il nido consiste in una o più celle a forma di tubo: la costruzione di ogni cella avviene in modo concentrico, attorno alla sua cavità centrale,[4] con palline di fango modellate dalle mandibole e dalle zampe anteriori.[3] Una volta che una cella si è asciugata, la femmina la rifornisce di prede (ragni paralizzati dalla sua puntura, necessari allo sviluppo della larva); successivamente l'uovo, uno per ogni cella, in genere è deposto sull'addome della prima preda[3][4] (quella collocata nella parte più profonda della cella). Altre prede verranno aggiunte fino al riempimento della cella.[3] Infine copre il nido (l'apertura di ciascuna cella) con uno strato di fango.[5][4] Data la maggiore protezione offerta dalle abitazioni dell'uomo rispetto ai posti originari (strapiombi, mucchi di roccia, ecc.), questa copertura di fango sembra non essere più necessaria: un'ipotesi formulata dopo aver trovato che solo due nidi su cinque erano stati chiusi.[2]
Rispetto al contenuto delle celle, in uno studio è emerso che la quasi totalità delle prede è della famiglia Araneidae (le rimanenti sono delle famiglie Clubionidae, Thomisidae, Salticidae): in particolare dei generi Larinioides (più della metà dei ragni) e Araneus (circa un sesto dei ragni). Inoltre, la stragrande maggioranza delle prede è allo stadio giovanile.[4]
Distribuzione e habitat
modificaLa specie ha un areale che va dall'Africa settentrionale all'Europa meridionale. In particolare, è autoctona dell'Italia: ampiamente diffusa in gran parte della Penisola, risulta assente solo in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Umbria, Molise e Basilicata.[6]
Note
modifica- ^ (EN) Sceliphron spirifex, in Hymenoptera Online (HOL), Ohio State University. URL consultato il 29 ottobre 2015.
- ^ a b c White, 1962.
- ^ a b c d e f Pezzi, 1998.
- ^ a b c d Polidori et al., 2005.
- ^ Grandi, 1961.
- ^ Ceccolini & Paggetti, 2011.
Bibliografia
modifica- (EN) R.M. Bohart e A.S. Menke, Sphecid Wasps of the World: A Generic Revision, Berkeley, California, University of California Press, 1976.
- F. Ceccolini e E. Paggetti, Note sulla distribuzione degli Sceliphron italiani con nuovi dati corologici per le specie alloctone (Insecta Hymenoptera Sphecidae) (PDF), in Quaderno di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna, vol. 34, dicembre 2011, pp. 111-118.
- G. Grandi, Studi di un entomologo sugli imenotteri superiori, in Bollettino dell'Istituto di Entomologia dell'Università di Bologna, XXV, Bologna, Calderini, 1961.
- G. Pezzi, Osservazioni sul ciclo biologico dell'imenottero sfecide Sceliphron spirifex (Linnaeus, 1758) in Romagna (Insecta Hymenoptera Sphecidae) (PDF), in Quaderno di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna, vol. 10, dicembre 1998, pp. 71-75.
- (EN) C. Polidori, L. Trombino, C. Fumagalli e F. Andrietti, The nest of the mud‐dauber wasp, Sceliphron spirifex (Hymenoptera, Sphecidae): Application of geological methods to structure and brood cell contents analysis, in Italian Journal of Zoology, vol. 72, n. 2, 2005, pp. 153-159, DOI:10.1080/11250000509356665.
- (EN) E. White, Nest-Building and Provisioning in Relation to Sex in Sceliphron spirifex L. (Sphecidae), in Journal of Animal Ecology, vol. 31, n. 2, British Ecological Society, giugno 1962, pp. 317-329.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sceliphron spirifex
- Wikispecies contiene informazioni su Sceliphron spirifex
Collegamenti esterni
modifica- LucianaBartolini.net - Informazioni sulla Sceliphron spirifex, con accurata descrizione dei nidi.