UGM-27 Polaris
Il missile balistico Polaris fu il primo vero SLBM a livello mondiale, pensato per essere un'arma potente e compatta, da lanciare da sottomarini nucleari. Il missile aveva circa 2.700 km di gittata.
Polaris A-3 | |
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Un missile Polaris A-1 sulla rampa di lancio a Cape Canaveral | |
Descrizione | |
Tipo | SLBM |
Impiego | imbarcato |
Sistema di guida | Spinta direzionale |
Costruttore | Lockheed |
Impostazione | 1956 |
In servizio | 1961 |
Ritiro dal servizio | 1974 |
Utilizzatore principale | Stati Uniti, Regno Unito, Italia (solo test) |
Peso e dimensioni | |
Lunghezza | 8,69 m |
Diametro | 1.37 m |
Prestazioni | |
Vettori | missile a due stadi a propellente solido |
Gittata | 3705 |
Testata | MIRV |
note | La marina britannica continuò ad equipaggiare alcune sue unità con i Polaris fino al 1990; L'Italia testò i missili a bordo dell'incrociatore Giuseppe Garibaldi ma non giunse mai all'impiego operativo a seguito del rifiuto dei vertici degli USA che temevano che l'Italia potesse sfuggire al controllo militare statunitense. |
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Storia del progetto
modificaSviluppato a partire dal 1956 ed effettuati i primi test di lancio nel 1958, il suo primo volo avvenne il 7 gennaio 1960 da Cape Canaveral, mentre il primo test lancio da un sottomarino avvenne sei mesi dopo il 20 luglio 1960 e il primo sottomarino della US Navy ad esserne equipaggiato fu il George Washington. i missili Polaris continuarono ad equipaggiare le unità della US Navy fino al 1974, dopo che a partire dal 1972 venne iniziata la sua sostituzione con il Poseidon che fu lo sviluppo del Polaris, tanto che il primo Poseidon era stato chiamato Polaris B-3, anche se, per evidenziarne i progressi e le differenze, venne ribattezzato Poseidon. A sua volta il Poseidon sarebbe stato sostituito a partire dal 1980 dal Trident. I britannici dal 1968 fino al 1990 ne adottarono una versione con testate MIRV di bassa potenza per i propri sottomarini.
La Marina Militare Italiana allo scopo di dotarsi di una capacità di deterrenza strategica ne aveva previsto l'acquisizione e l'incrociatore lanciamissili Giuseppe Garibaldi era stato predisposto per potere esserne equipaggiato. A partire da ottobre 1961 furono fatte le prove di collaudo dei pozzi di lancio alle quali seguirono, fino ad agosto 1962, i lanci di collaudo, sia a nave ferma che in navigazione. Le rampe installate sul Garibaldi non giunsero però mai all'impiego operativo per motivi di ordine politico e per l'avvento degli SLBM. Nel frattempo la Marina Militare Italiana aveva avviato la progettazione dell'incrociatore lanciamissili Vittorio Veneto che venne quindi costruito anch'esso con tutti gli spazi e le predisposizioni per l'imbarco di 4 lanciatori di missili Polaris, che non vennero mai imbarcati. Tali spazi furono parzialmente riutilizzati, per altri fini, nel corso dell'aggiornamento tecnologico subito dalla nave agli inizi degli anni '80.
I missili Polaris non vennero mai consegnati all'Italia, che avrebbe dovuto riceverne circa 100.
Bibliografia
modifica- (EN) Al Aldcock, U.S. Ballistic Missile Subs in action, Carrolton, Texas, Squadron/Signaal Pubblications, 1993, ISBN 0-89747-293-4.
- (EN) Norman Friedman, U.S. Submarines since 1945. An Illustrated Design History, Annapolis, Naval Institute Press, 1994.
- (EN) James N. Gibson, Nuclear Weapons of the United States. An illustrated History, Atglen (PA), Schiffer Military History, 1996, ISBN 0-7643-0063-6.
- (EN) Robert S. Norris, Thomas B. Cochrane, US-USSR/Russian Strategic Offensive Nuclear Forces 1945-1996, New York, Natural Resource Defence Council, Inc., 1997.
- (EN) Graham Spinardi, From Polaris to Trident: the Development of US Fleet Ballistic Missile Technology, New York, Cambridge University Press, 1994.
- (EN) Michael J. Taylor, Missiles of World, New York, Charles Scribner's Sons, 1980.
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Collegamenti esterni
modifica- (EN) Polaris missile, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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