Stefano Giovannone
Colonnello dell'Arma dei Carabinieri e agente segreto italiano
Stefano Giovannone, nome in codice "Maestro"[1] (Firenze, 22 luglio 1921 – Roma, 17 luglio 1985), è stato un militare e agente segreto italiano in servizio dal 1946 al 1981.
Biografia
modificaFu capocentro del SID prima e poi del SISMI a Beirut, in Libano, durante gli anni della guerra civile.
Durante il rapimento, di lui parlò, in due delle tante lettere inviate dalla prigione delle BR, il presidente della DC Aldo Moro[2]. I rapporti tra di loro risalivano a quando Moro veniva informato regolarmente dal colonnello di quel che si agitava nel Medio Oriente[3]. Il capocentro del SISMI a Beirut, in quel periodo, avrebbe avuto il compito di garantire l’applicazione del lodo Moro[4].
Note
modifica- ^ Cfr. alle pp. 78-90 in Fulvio Martini, Nome in codice: Ulisse, Rizzoli editore, 1999.
- ^ Morto il colonnello Giovannone, La Repubblica, 18 luglio 1985.
- ^ Tito, l’Olp e gli incontri a Beirut. I segreti della trattativa per Moro, La Stampa, 27 aprile 2018.
- ^ Tommaso Fabbri, “Lodo Moro”: per comprenderlo bisogna conoscere chi era Stefano Giovannone, il “Lawrence d’Arabia italiano”, Il Manifesto, 4 gennaio 2013.
Bibliografia
modifica- Andrea Colombo, Trame. Segreti di Stato e diplomazia occulta della nostra storia repubblicana, Cairo Publishing, 2012, ISBN 9788860524409.
- Giorgio Guidelli, Porto d’armi. Indagine sui rapporti BR-Palestinesi, Quattroventi, Urbino, 2012, ISBN 9788839209375.
- Alberto La Volpe, Diario segreto di Nemer Hammad, ambasciatore di Arafat in Italia, Editori Riuniti, 2002, ISBN 9788835951704.
- Fulvio Martini, Nome in codice: Ulisse. Trent'anni di storia italiana nelle memorie di un protagonista dei servizi segreti, Milano, Rizzoli, 1999, ISBN 88-17-86096-4.
- Enzo Raisi, Bomba o non bomba. Alla ricerca ossessiva della verità, Bologna, Edizioni Minerva, 2012 ISBN 9788873814443.