Sepa Petta
«Prift i shejt, arbëreshi i dhezur çë ngë u lodh kurrë t'na truaj të ruajëm me kujdhes e dashurì besën, gluhën e ëmbëlë e atravet t'anë, zakonët arbërore.
Let parkalesiëm për prehien e shpirtit t'tij e mos i harrojëm mësimin.»
«Sacerdote santo, albanese illuminato che non si stancò mai di raccomandarci di difendere con cura e amore la fede, la dolce lingua dei nostri antenati, e i costumi albanesi. Lasciamo pregare per la salvezza del tuo spirito e per non scordare (i tuoi) insegnamenti.»
Giuseppe Petta, detto Sepa (in albanese: Zefi/Sepa Peta; Piana degli Albanesi, 1882 – Piana degli Albanesi, 1959), è stato un presbitero e medico fitoterapetico italiano di etnia albanese (arbëresh), insegnante della fede, delle tradizioni e della lingua degli avi, fra le più note figure religiose di Piana degli Albanesi fra primo e metà Novecento.
Biografia
modificaGiuseppe Petta nacque a Piana degli Albanesi nel 1882. Alunno del Seminario greco-albanese di Palermo, nel 1907 ricevette il presbiterato da mons. Paolo Schirò. Divenne protopresbitero così della Chiesa urbana della Madonna dell'Odigitria (Klisha e Shën Mërisë së Dhitrjes).
Dal 1943 era Protopsàltis, cioè capocoro, della Cattedrale di San Demetrio Megalomartire (Klisha e Shën Mitrit Dëshmor), insieme a Papàs Luzi e a papàs Viti Matranga (Trithci)[2].
Dal 1916 al 1918, sotto le armi era addetto alla sanità nell'ospedale militare di Messina e qui conobbe Nicola Pende, dirigente dell'ospedale, che affermatosi come scienziato di fama mondiale[3] invitò il Petta a raggiungerlo a Roma dove l'avrebbe aiutato a prendere la libera docenza in medicina e dove l'avrebbe nominato suo aiuto nella clinica per malattie tropicali. Ma papàs Sepa rifiutò l'invito per restare a Piana degli Albanesi e insegnare con amore e competenza la fede, le tradizioni e la lingua degli avi[3]. Medico e professore in Fitoterafia e specializzato in malattie tropicali, non esercitò così mai direttamente la professione, dedicandosi alle tradizioni religiose albanesi. Papàs Sepa è stato tra gli ultimi sacerdoti di Piana degli Albanesi a portare i capelli lunghi, legati con la coda (tupin), come nell'usanza ortodossa, ed è conosciuto da molti infatti come Papàs Sepa me tupin.
È rimasto nell'immaginario popolare per la sua dolcissima voce e soprattutto per essersi preso cura non solo della salute spirituale della sua gente[4], ma anche di quella materiale con la fitoterapia.
Morì a Piana degli Albanesi nel 1959[5].
Note
modifica- ^ Parole pronunciate in memoria di papàs Sepa Petta.
- ^ I loro Vajtimet, canti sacri in albanese, erano molto forti e sentiti dalla comunità di Piana degli Albanesi, tanto da far tremare il Corso Kastriota durante la processione del Venerdì Santo.
- ^ a b Biblos, nn.21-22.
- ^ Amato molto anche dai più giovani, dicono gli anziani che regalava caramelle cilindriche di zucchero (krimbrat) ai bambini che gli si accostavano.
- ^ Sepolto nella cappella del cimitero accanto all'inseparabile amico e concelebrante Papàs Tani Petrotta.
Bibliografia
modifica- Biblos, Servizio di informazione culturale e bibliografica: De Planae Albanensium Viris Illustribus, Biblioteca Comunale "G. Schirò", Piana degli Albanesi, 21-22, 2002.ISBN non esistente
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Il Portale Liturgico e Culturale dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, su eparchiapiana.it. URL consultato il 31 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2010).