Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino
La Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino (SOIUSA)[1] è un sistema di classificazione geografica e toponomastica delle Alpi, elaborato da Sergio Marazzi[2] in collaborazione con i più importanti istituti e professionisti degli altri paesi alpini[3].
Storia e scopi
modificaLa SOIUSA, basandosi su aspetti geologici, geomorfologici, idrogeologici e fitogeografici, ed essendo inoltre compilata nelle lingue italiana, francese, tedesca, slovena (oltre a mantenere i toponimi nei dialetti locali), è una chiave internazionale di lettura della complessa orografia delle Alpi e un'innovativa proposta di aggiornamento per superare le tradizionali partizioni[4] pur valide, ma concepite, a dire dell'autore, dal punto di vista di ogni singolo Paese, a respiro quindi nazionale.
La Partizione delle Alpi, concepita dai geografi italiani, per esempio, fu introdotta nel 1926 dal Comitato Geografico Nazionale sulla base del documento "Nomi e limiti delle grandi parti del Sistema Alpino", proposti da una commissione nominata allo scopo durante il IX Congresso Geografico Italiano del 1924. È stata una delle prime tra le suddivisioni europee a prendere in considerazione l'intero territorio alpino e non solo quello compreso all'interno dei confini di un singolo stato[5]. Pur diffusa in ambito internazionale, specie in Francia[6], secondo l'autore della SOIUSA risente comunque di un'ottica italocentrica; negli ultimi decenni, per questo motivo, fu da alcuni autori considerata obsoleta.[7][8]
Nella SOIUSA si è cercato di conciliare i vari sistemi di raggruppamento italiano, francese, svizzero, austriaco e sloveno. In particolare, viene raggiunta l'armonizzazione tra i Gebirgsgruppen della Alpenvereinseinteilung der Ostalpen (abbreviata in AVE) (la suddivisione delle Alpi Orientali secondo i club alpini austriaci e tedeschi, curata da Franz Grassler, in aggiornamento alla precedente classificazione Moriggl-Einteilung der Ostalpen del 1924) con quelli del Geographische Raumgliederung Österreich (l'assetto geografico del territorio austriaco con le aree alpine bavaresi, messo a punto da Reinhard Mang).[9]
La SOIUSA, definita a partire dal 2001[10], è stata ufficialmente presentata all'inizio dell'anno 2006 col patrocinio del CAI esattamente ottant'anni dopo quella della Partizione delle Alpi, a seguito della pubblicazione del volume di Sergio Marazzi Atlante Orografico delle Alpi. SOIUSA. Ha ricevuto recensioni contrastanti da parte di studiosi e accademici di alcune università italiane e d'oltralpe, non assumendo comunque una validità universale ed ufficiale[11] come peraltro le altre classificazioni ad oggi disponibili.
Utilizzi
modificaLa SOIUSA è stata oggetto di seminari informativi e pubblicazioni web sia da parte del CAI[12] che della FIE[13].
Al di fuori degli ambiti strettamente accademici ed alpinistici viene utilizzata da varie pubbliche amministrazioni sia italiane che sovranazionali nelle loro pubblicazioni[14][15] e in atti di programmazione e pianificazione[16][17][18][19]. È inoltre usata come suddivisione della catena alpina in pubblicazioni geografiche[20][21], glaciologiche[22][23] e naturalistiche[24][25][26][27]. La Regione Piemonte ha pubblicato on-line, tramite ARPA-Piemonte, i tracciati GIS dei vari livelli classificatori che costituiscono la SOIUSA.[28]
Descrizione
modifica- Grande parte = Alpi Occidentali
- Grande settore = Alpi Nord-occidentali
- Sezione = Alpi Graie
- Sottosezione = Alpi del Monte Bianco
- Supergruppo = Massiccio del Monte Bianco
- Gruppo = Gruppo del Monte Bianco
- Sottogruppo = Monte Bianco
- Codice = I/B-7.V-B.2.b
La SOIUSA introduce la bipartizione del sistema alpino (Alpi Occidentali e Alpi Orientali) in sostituzione della precedente tripartizione (Alpi Occidentali, Alpi Centrali e Alpi Orientali), accettata in Italia e in parte anche in Francia, ma mai in Austria e Germania. Le due grandi parti (PT) delle Alpi Occidentali e delle Alpi Orientali sono separate dalla linea Reno - Passo dello Spluga - Lago di Como - Lago di Lecco.[29]
Le due grandi parti si suddividono ulteriormente in:
- 5 grandi settori (SR) ((DE) Sektoren; (FR) grands secteurs; (SL) velikih sektorjev)
- 36 sezioni (SZ) ((DE) Sektionen; (FR) sections; (SL) sekcij)
- 132 sottosezioni (STS) ((DE) Untersektionen; (FR) sous-sections; (SL) podsekcij)
- 333 supergruppi (SPG) ((DE) Supergruppen; (FR) super-groupes; (SL) nadgrupa)
- 870 gruppi (GR) ((DE) Gruppen; (FR) groupes; (SL) skupine)
- 1625 sottogruppi (STG) ((DE) Untergruppen; (FR) sous-groupes; (SL) podskupine)
Grandi parti, grandi settori, sezioni e sottosezioni sono individuati tenendo conto sia del criterio morfologico, altimetrico, fitogeografico sia delle regioni storico geografiche alpine. Supergruppi, gruppi e sottogruppi sono individuati secondo un criterio alpinistico.
Nella classificazione sono talvolta presenti anche i settori intermedi tra i raggruppamenti:
- 31 settori di sezioni (SR di SZ)
- 30 settori di sottosezioni (SR di STS)
- 18 settori di supergruppi (SR di SPG)
- 7 settori di gruppi (SR di GR)
- 409 settori di sottogruppi (SR di STG)
Questa ulteriore suddivisione è stata introdotta «per meglio inquadrare i Gebirgsgruppen dell'AVE der Ostalpen, spesso diversi per dimensioni dai gruppi alpini occidentali, e per non dover escludere nomi usati in luogo per alcuni raggruppamenti non altrimenti inquadrabili»[30].
Le sezioni successive di questa voce seguono il seguente schema:
- Denominazione sezione (massima elevazione)
- Denominazione sottosezione (denominazione supergruppi)
L'abbreviazione iss sta per in senso stretto e serve a distinguere la denominazione di una sottosezione da quella omonima della sezione (che è da intendersi quindi in senso ampio).
Denominazioni
modificaI nomi dei gruppi di alto livello (SR, SZ, STS) vengono forniti nelle quattro lingue più diffuse sull'arco alpino (tedesco, francese, italiano, sloveno) e in inglese, mentre le denominazioni dei gruppi di livello inferiore (SPG, GR, STG) vengono riportate nelle sole lingue delle nazioni interessate.
- es.: la sottosezione Alpi del Moncenisio (STS.4.III ) è anche chiamata Nördliche Cottishche Alpen (de), Northern Cottian Alps (en), Alpes du Mont Cenis (fr) e Severne Kotijske Alpe (sl); al contrario invece per il Gruppo d'Ambin, situato sul confine tra la Francia e l'Italia, oltre alla denominazione italiana viene riportata solo quella francese (Groupe d'Ambin).[31]
Alpi Occidentali
modificaLe Alpi Occidentali vanno dalla linea Savona - Colle di Cadibona - Montezemolo - Mondovì alla linea Reno - Passo dello Spluga - Lago di Como - Lago di Lecco. Sono suddivise in due grandi settori: Alpi Sud-occidentali e Alpi Nord-occidentali.
Alpi Sud-occidentali
modificaLe Alpi Sud-occidentali sono divise in 6 sezioni (SZ), 23 sottosezioni (STS) e 46 supergruppi (SPG):
- (1) Alpi Liguri (Punta Marguareis, 2.661 m)
- (2) Alpi Marittime e Prealpi di Nizza (Monte Argentera, 3.297 m)
- (3) Alpi e Prealpi di Provenza (Tête de l'Estrop, 2.961 m)
- Alpi di Provenza (Séolane-Estrop-Caduc-Blanche)
- Prealpi di Digne (Prealpi Meridionali di Digne; Prealpi Settentrionali di Digne)
- Prealpi di Grasse (Bernarde-Monte Brune-Teillon; Cheiron-Audibergue; Malay-Barjaude)
- Prealpi di Vaucluse (Monti di Vaucluse e di Lura; Luberon)
- (4) Alpi Cozie (Monviso, 3.841 m)
- Alpi del Monviso (Gruppo del Chambeyron (in senso ampio); Catena del Parpaillon; Gruppo del Monviso in senso ampio)
- Alpi del Monginevro (Catena Bucie-Grand Queyron-Orsiera; Catena Bric Froid-Rochebrune-Beal Traversier)
- Alpi del Moncenisio (Catena Chaberton-Tabor-Galibier; Catena Bernauda-Pierre Menue-Ambin)
- (5) Alpi del Delfinato (Barre des Écrins, 4.102 m)
- Alpi delle Grandes Rousses e delle Aiguilles d'Arves (Aiguilles d'Arves-Mas de la Grave; Grandes Rousses)
- Catena di Belledonne (Massiccio dei Sept Laux; Grand Pic de Belledonne-Grand Doménon)
- Massiccio des Écrins (Catena Écrins-Grande Ruine-Agneaux; Catena Meije-Râteau-Soreiller; Catena Pelvoux-Bans-Sirac; Catena Olan-Rouies; Catena Arias-Muzelle)
- Massiccio del Taillefer (Taillefer-Grand Armet-Tabor-Génépi)
- Massiccio del Champsaur (Vieux Chaillol-Colle Blanche)
- Massiccio dell'Embrunais (Rougnoux-Rochelaire-Mourre Froid)
- Monti orientali di Gap (Diablée-Dôme de Gap)
- (6) Prealpi del Delfinato (Grande Tête de l'Obiou, 2.790 m)
- Prealpi del Devoluy (Pic de Bure-Bec de l'Aigle; Grande Tête de l'Obiou-Roc de Garnesier)
- Prealpi occidentali di Gap (Céüse-Aujour)
- Prealpi del Vercors (Grand Veymont-Lans-Charande; Serre du Montué-Roc de Toulau-Sausse-Epenet)
- Prealpi del Diois (Toussière-Duffre-Servelle; Angèle-Vayou-Mélandre)
- Prealpi delle Baronnies (Arsuc-Clavelière-Vanige; Chabre-Chamouse-Banne)
Alpi Nord-occidentali
modificaLe Alpi Nord-occidentali sono divise in 8 sezioni (SZ), 32 sottosezioni (STS) e 89 supergruppi (SPG):
- (7) Alpi Graie (Monte Bianco, 4.810 m)
- Alpi di Lanzo e dell'Alta Moriana (Catena Rocciamelone-Charbonnel; Catena Arnas-Ciamarella; Catena Levanne-Aiguille Rousse)
- Alpi della Vanoise e del Grand Arc (Massiccio dell'Iseran; Massiccio della Grande Casse; Massiccio del Monte Pourri; Massiccio della Vanoise; Gébroulaz; Lauzière-Grand Arc)
- Alpi della Grande Sassière e del Rutor (Catena Grande Sassière-Tsanteleina; Catena Rutor-Léchaud)
- Alpi del Gran Paradiso (Massiccio del Gran Paradiso; Gruppo della Rosa dei Banchi; Catena Emilius-Tersiva)
- Alpi del Monte Bianco (Massiccio di Trélatête; Massiccio del Monte Bianco; Massiccio Dolent-Argentière-Trient)
- Alpi del Beaufortain (Roignais; Penaz-Joly)
- (8) Prealpi di Savoia (Haute Cime des Dents du Midi, 3.257 m)
- Catena delle Aiguilles Rouges (Aiguilles Rouges)
- Prealpi del Giffre (Buet-Ruan-Dents du Midi; Fis-Platé-Colonney; Dents Blanches-Avoudrues-Nant Golon)
- Prealpi dello Sciablese (Haufforts-Grange; Bise-Oche; Roc d'Enfer-Brasses)
- Prealpi dei Bornes (Aravis; Bargy-Lachat-Tournette)
- Prealpi dei Bauges (Arcalod-Trélod-Semnoz; Grand Colombier-Margerie-Revard)
- Prealpi della Chartreuse (Granier-Dent de Crolles-Grand Som; Chamechaude-Charmant Som)
- (9) Alpi Pennine (Monte Rosa, 4.634 m)
- Alpi del Grand Combin (Grande Rochère-Grand Golliaz; Grand Combin-Monte Vélan; Gelé-Collon; Arolla-Cheilon-Pleureur)
- Alpi del Weisshorn e del Cervino (Bouquetins-Cervino; Luseney-Cian; Dent Blanche-Grand Cornier; Weisshorn-Zinalrothorn)
- Alpi del Monte Rosa (Monte Rosa; Contrafforti valdostani del Monte Rosa; Contrafforti valsesiani del Monte Rosa)
- Alpi Biellesi e Cusiane (Alpi Biellesi; Alpi Cusiane)
- Alpi del Mischabel e del Weissmies (Massiccio del Mischabel; Andolla; Weissmies)
- (10) Alpi Lepontine (Monte Leone, 3.552 m)
- (11) Prealpi Luganesi (Pizzo di Gino, 2.245 m)
- (12) Alpi bernesi (Finsteraarhorn, 4.274 m)
- Alpi Urane (Dammastock-Sustenhorn; Titlis-Urirostock)
- Alpi bernesi iss (Catena Finsteraarhorn-Oberaarhorn-Galmihorn; Catena Jungfrau-Fiescherhorn; Catena Schreckhorn-Wetterhorn; Catena Gletscherhorn-Blümlisalp-Balmhorn; Catena Aletschhorn-Bietschhorn; Catena Wildhorn-Wildstrubel)
- Alpi di Vaud (Diablerets-Muveran)
- (13) Alpi Glaronesi (Tödi, 3.620 m)
- Alpi Urano-Glaronesi (Oberalpstock-Clariden-Schärhorn; Glärnisch-Charetalp)
- Alpi Glaronesi iss (Tödi-Hausstock; Sardona-Tamina; Spitzmeilen-Mürtschen)
- (14) Prealpi svizzere (Schilthorn, 2.970 m)
- Prealpi di Vaud e Friburgo (Prealpi di Vaud; Prealpi di Friburgo)
- Prealpi Bernesi (Prealpi di Simmental; Prealpi di Lauterbrunnental; Hohgant-Rothorn)
- Prealpi di Lucerna e di Untervaldo (Prealpi di Lucerna; Prealpi di Untervaldo)
- Prealpi di Svitto e di Uri (Prealpi Uranesi e della Moutatal; Prealpi Svittesi e di Zugo; Prealpi di Wagital)
- Prealpi di Appenzello e di San Gallo (Churfirsten; Alpstein)
Alpi Orientali
modificaLe Alpi orientali vanno dalla linea Reno - Passo dello Spluga - Lago di Como - Lago di Lecco alla linea Vienna - Lago di Neusiedl - Graz - Maribor - Lubiana. Sono suddivise in tre grandi settori: Alpi Centro-orientali, Alpi Nord-orientali e Alpi Sud-orientali.
Alpi Centro-orientali
modificaLe Alpi Centro-orientali sono divise in 6 sezioni (SZ), 25 sottosezioni (STS) e 64 supergruppi (SPG):
- (15) Alpi Retiche occidentali (Pizzo Bernina, 4.049 m)
- Alpi del Platta (Catena Suretta-Stella-Duan; Catena Platta-Forbesch-Curver)
- Alpi dell'Albula (Catena Güglia-Err-Bravuogn; Catena Kesch-Chüealphorn-Grialetsch)
- Alpi del Bernina (Catena Bernina-Scalino; Monti della Val Bregaglia)
- Alpi di Livigno (Catena Languard-Quattervals; Catena Piazzi-Paradisino)
- Alpi della Val Müstair (Catena Casina-Umbrail-Pizzo della Forcola; Catena Sesvenna-Tavrü)
- Alpi del Silvretta, del Samnaun e del Verwall (Silvretta; Samnaun; Verwall)
- Alpi del Plessur (Hockwang-Weißfluth; Strela-Lenzerhorn-Weißhorn; Stätzerhorn)
- Catena del Rätikon (Rätikon)
- (16) Alpi Retiche orientali (Wildspitze, 3.772 m)
- (17) Alpi dei Tauri occidentali (Großglockner, 3.798 m)
- (18) Alpi dei Tauri orientali (Hochgolling, 2.863 m)
- Tauri di Radstadt (Weißeck-Mosermandl-Hochfeind)
- Tauri di Schladming e di Murau (Tauri di Schladming in senso stretto; Alpi di Murau)
- Tauri di Wölz e di Rottenmann (Wölz; Rottenmann)
- Tauri di Seckau (Gamskögel-Geierhaupt; Seckau)
- (19) Alpi di Stiria e Carinzia (Eisenhut, 2.441 m)
- Alpi della Gurktal (Kilnprein-Rosennock-Eisenhut; Prankerhöhe-Grebenzen; Wöllaner Nock-Mirnock; Kruckenspitze-Hockeck; Klagenfurt)
- Alpi occidentali della Lavanttal (Kreiskogel-Zirbitzkogel; Waldkogel-Grafenkogel; Ladingerspitze; Griffn)
- (20) Prealpi di Stiria (Ameringkogel, 2.184 m)
- Prealpi nord-occidentali di Stiria (Stubalpe; Gleinalpe; Westgraz)
- Prealpi sud-occidentali di Stiria (Koralpe; Reinischkögel; Kobansko)
- Prealpi centrali di Stiria (Fischbach; Ostgraz)
- Prealpi orientali di Stiria (Wechsel-Joglland; Bucklige; Bernstein-Güns; Rosalien-Ödenburg)
Alpi Nord-orientali
modificaLe Alpi Nord-orientali sono divise in 7 sezioni (SZ), 27 sottosezioni (STS) e 69 supergruppi (SPG):
- (21) Alpi Calcaree Nordtirolesi (Parseierspitze, 3.040 m)
- Alpi della Lechtal (Parseier; Namloser)
- Monti delle Lechquellen (Spuller Schafberg-Rote Wand-Braunarl)
- Monti di Mieming e del Wetterstein (Mieming; Wetterstein)
- Monti del Karwendel (Karwendel; Risser)
- Alpi di Brandenberg (Rofan; Thierseer)
- Monti del Kaiser (Wilder Kaiser-Unterberghorn; Zahmer Kaiser)
- (22) Alpi Bavaresi (Großer Krottenkopf, 2.657 m)
- Prealpi di Bregenz (Prealpi Occidentali di Bregenz; Prealpi Orientali di Bregenz)
- Alpi dell'Algovia (Walsertal; Prealpi Occidentali dell'Algovia; Alpi dell'Algovia; Prealpi Orientali dell'Algovia; Tannheim)
- Alpi dell'Ammergau (Daniel-Kreuzspitze-Kramer-Laber; Ammer-Trauch)
- Alpi del Wallgau (Alpi Occidentali del Wallgau; Alpi Orientali del Wallgau)
- Alpi del Mangfall (Tegernse; Schlierse)
- Alpi del Chiemgau (Inzell; Prealpi di Chiemgau)
- (23) Alpi Scistose Tirolesi (Lizumer Reckner, 2.884 m)
- Prealpi del Tux (Reckner-Malgrübler-Rosenjoch; Kalkwald-Rastkogel)
- Alpi di Kitzbühel (Wildschönau; Pölven-Ellmau; Glemmtal)
- (24) Alpi Settentrionali Salisburghesi (Hochkönig, 2.941 m)
- Monti dello Stein (Loferer Steinberge; Gruppo del Kirchberg; Leoganger Steinberge)
- Alpi scistose salisburghesi (Monti di Dienten; Monti della Fritztal)
- Alpi di Berchtesgaden (Alpi Meridionali di Berchtesgaden; Alpi Centro-orientali di Berchtesgaden; Alpi Centro-occidentali di Berchtesgaden; Alpi Settentrionali di Berchtesgaden)
- Monti di Tennen (Tennen)
- (25) Alpi del Salzkammergut e dell'Alta Austria (Hoher Dachstein, 2.993 m)
- Monti del Dachstein (Gosau; Dachstein; Kemet)
- Monti del Salzkammergut (Gamsfeld-Osterhorn; Prealpi di Salisburgo; Schafberg-Höllen; Mondse-Gmundn)
- Monti Totes (Totes; Warscheneck)
- Prealpi dell'Alta Austria (Grünau; Kirchdorf; Molln; Sengsen; Neustift)
- (26) Alpi Settentrionali di Stiria (Hochtor, 2.369 m)
- (27) Alpi della Bassa Austria (Hochstadl, 1.919 m)
- Alpi di Türnitz (Türnitz; Texing)
- Alpi dell'Ybbstal (Zellerhut-Ötscher; Lunz; Höllenstein; Eisenwurzen)
- Prealpi Orientali della Bassa Austria (Gutenstein; Wienerwald)
Alpi Sud-orientali
modificaLe Alpi Sud-orientali sono divise in 9 sezioni (SZ), 25 sottosezioni (STS) e 65 supergruppi (SPG):
- (28) Alpi Retiche meridionali (Ortles, 3.905 m)
- (29) Alpi e Prealpi Bergamasche (Pizzo di Coca, 3.052 m)
- (30) Prealpi Bresciane e Gardesane (Monte Cadria, 2.254 m)
- (31) Dolomiti (Marmolada, 3.342 m)
- Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo (di Sesto; di Braies; Orientali di Badia; Ampezzane; Cadorine)
- Dolomiti di Zoldo (Settentrionali di Zoldo; Meridionali di Zoldo)
- Dolomiti di Gardena e di Fassa (di Gardena; di Fassa)
- Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino (Pale di San Martino-Feruc; Alpi Feltrine)
- Dolomiti di Fiemme (Dolomiti Settentrionali di Fiemme; Dolomiti Meridionali di Fiemme)
- (32) Prealpi Venete (Col Nudo, 2.472 m)
- (33) Alpi Carniche e della Gail (Monte Coglians, 2.780 m)
- Alpi Carniche (Catena Carnica Occidentale; Catena Carnica Orientale; Alpi Tolmezzine Occidentali; Alpi Tolmezzine Orientali)
- Alpi della Gail (Occidentali di Lienz; Centrali di Lienz; Orientali di Lienz; Reißkofel-Spitzegel; Latschur-Goldeck; Erzberg-Villacher)
- Prealpi Carniche (Dolomiti Friulane; Catena Chiarescons-Cornaget-Resettum; Catena Valcalda-Verzegnis)
- (34) Alpi e Prealpi Giulie (Monte Tricorno, 2.863 m)
- (35) Alpi di Carinzia e di Slovenia (Grintovec, 2.558 m)
- Caravanche (Occidentali; Settentrionali; Orientali)
- Alpi di Kamnik e della Savinja (Storžič; Mrzla gora-Grintovec-Ojstrica; Raduha-Golte-Rogatec-Menina)
- (36) Prealpi Slovene (Porezen, 1.630 m)
- Prealpi Slovene occidentali (Škofjeloško-Cerkljansko-Polhograjsko-Rovtarsko)
- Prealpi Slovene orientali (Posavje)
- Prealpi Slovene nord-orientali (Strojna-Pohorje; Vitanje-Konjice)
Casi particolari
modificaAlcuni casi particolari necessitano di una spiegazione ulteriore circa le scelte operate dalla classificazione della SOIUSA.
Alpi Liguri
modificaLe Alpi Liguri erano considerate dalla partizione delle Alpi non una sezione a sé stante ma un gruppo delle Alpi Marittime. I limiti erano i medesimi ma il Colle di Tenda le divideva da un altro gruppo delle Alpi Marittime, quello delle Alpi del Varo (gruppo "1b"). Il riconoscimento di una suddivisione indipendente da quella delle Alpi Marittime è stato considerato come uno dei meriti della SOIUSA.[15]
Carso
modificaIl Carso in questa classificazione è escluso dalle Alpi a differenza, ad esempio, della Partizione delle Alpi che lo inseriva nelle Alpi. Tale scostamento deriva dal fatto che, secondo la letteratura geografica slovena, la zona del Carso non appartiene al Sistema Alpino ma alla Regione Continentale, ossia al sistema dinarico[32].
Questo fatto ha portato a un'interrogazione parlamentare, presentata dall'onorevole Roberto Menia il 17 giugno 2004, nella quale si supponeva il fatto che con questa visione Trieste non sarebbe più stata geograficamente italiana[33].
Lo studioso italiano di fenomeni carsici Fabio Forti ha sostenuto[34] che tale scelta sembra appoggiarsi solo su questioni puramente politiche, sorte dopo il secondo conflitto mondiale nel corso dei preliminari per il trattato di pace fra Italia e Jugoslavia. A suo giudizio, secondo la letteratura alpina, la regione carsica è sì una cerniera tra sistema alpino e sistema dinarico, ma è da attribuirsi al primo per questioni storiche[35], geografiche, geomorfologiche[36] e geologiche[37].
Dolomiti
modificaLa SOIUSA riconosce la sezione alpina Dolomiti con i medesimi limiti geografici della sezione alpina n. 18 della Partizione delle Alpi. Questo fatto è in contrasto con la definizione delle Dolomiti come l'insieme dei gruppi montuosi in cui è prevalente la roccia dolomitica. Occorre però tener presente che la SOIUSA, oltre che di criteri geologici, tiene anche conto di criteri di continuità territoriale. Questo spiega come in questa sezione siano inserite montagne che non hanno natura dolomitica, quali il Lagorai o la Cima d'Asta. Per contro altri monti a matrice dolomitica appartengono ad altre sezioni come le Dolomiti di Brenta, le Piccole Dolomiti e le Dolomiti Friulane[38] fino alle cosiddette Dolomiti di Valle Stretta (Alpi Cozie).
Critiche
modificaLa classificazione SOIUSA ha suscitato discussioni, critiche costruttive e, come è normale per tutte le proposte di cambiamento, ha suscitato anche alcune polemiche[39].
Ad esempio, è oggetto di critica da parte di alcuni soggetti e studiosi quali Werner Bätzing, consulente scientifico della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi e della Convenzione delle Alpi, secondo cui essa è «una miscela di punti di vista molto diversi, definiti in modo pragmatico e non sistematico», fonte a suo dire di mancanza di chiarezza. Bätzing critica anche il fatto che la suddivisione della SOIUSA si basa su regioni alpine storiche e geografiche nei raggruppamenti di rango inferiore, ma per quanto riguarda i raggruppamenti più ampi gli stessi criteri storico-geografici non sono tenuti in considerazione[40].
La Union Internationale des Associations d'Alpinisme non ha accettato i criteri della SOIUSA[40].
Limitatamente invece al confine tra Alpi e Appennini, su cui esiste comune consenso sulla Bocchetta di Altare (o, più familiarmente, il colle di Cadibona) in Liguria, dal punto di vista petrologico la Guida rossa del Touring Club Italiano, a differenza del SOIUSA, indica, quale confine litologico, il passo dei Giovi[41], poiché immediatamente a ovest di questo corre una faglia, la cosiddetta Linea di Sestri-Voltaggio, che rappresenta il punto in cui avviene il trapasso geo-morfologico tra i due sistemi montuosi.
Note
modifica- ^ (DE) Internationale vereinheitlichte orographische Einteilung der Alpen (IVOEA);(FR) Subdivision Orographique Internationale Unifiée du Système Alpin (SOIUSA);(SL) Enotna Mednarodna Orografska Razdelitev Alp (EMORA)
- ^ Studioso milanese di orografia alpina
- ^ Hanno collaborato direttamente e indirettamente alla realizzazione di questo lavoro, molti
cartografi e geografi dei principali istituti e università dei paesi alpini;
- il prof. Josef Breu dell'Österreichisches Ost- und Südost-Institut di Vienna;
- il prof. Eduard Imhof, già docente di topografia e cartografia al Politecnico Federale (ETH) di Zurigo;
- il prof. Giuseppe Nangeroni, già docente di geografia presso l'Università Cattolica deI Sacro Cuore di Milano;
- il dottor Franz Grassler, coordinatore dell'Alpenvereinseinteilung der Ostalpen (la Suddivisione delle Alpi Orientali secondo i club alpini austro-tedeschi).
- il prof. Erik Arnberger e il prof. Lothar Beckel dell'Institut fur Kartographie dell'Osterreichische Akademie der Wissenschaften di Vienna;
- il prof. Carlo Brusa dell'Università deI Piemonte Orientale di Vercelli;
- il dott. Reinhard Mang, autore del Geographische Raumgliederung Österreich (l'Assetto geografico del territorio dell'Austria),
- il dott. Helmut Desoye e la prof. Maria Hornung dell'Österreichische Geographische Gesellschaft di Vienna;
- il dott. Miha Pavsek deI Geografski institut A. Melik dello Znanstvenoraziskovalni center SAZU (Centro ricerca scientifica dell'Accademia slovena delle scienze e delle arti) di Lubiana, coautore della Naravnogeo-grafska regionalizacija Slovenije (la Suddivisione della Slovenia in regioni geografiche);
- il dott. Klaus Seidel deI Fachgruppe Bildwissenschaft dell'Institut fur Kommunikationstechnik dell'Eidgenössische Technische Hochschule (ETH) di Zurigo;
- il professore Jurij Senegacnik dell'Università di Lubiana;
- il prof. Michele Stoppa dell'Università di Trieste;
- il prof. Robert Vivian e il prof. Claude Meyzenq dell'Institut de Géographie Alpine di Grenoble 1;
- il Club Alpino Italiano di Milano e personalmente il prof. Annibale Salsa e il dott. Dante Colli;
- il Club Alpin Français di Parigi e personalmente la signora Annie Bertholet;
- il Club Alpino Svizzero di Berna e personalmente il dott. Claudio Abächerli, che, come Responsabile delle Pubblicazioni dapprima nel Comitato Centrale deI CAS e poi nel Comitato dell'UIAA, ha sempre seguito e sostenuto con vivo interesse la realizzazione deI progetto SOIUSA;
- il Deutscher Alpenverein di Monaco, l'Osterreichischer Alpenverein di Innsbruck e l'Alpenverein Südtirol di Bolzano;
- la Planinska zveza Slovenije (PzS) di Lubiana e personalmente il signor Franci Savenc;
- l'Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche (UIAA) di Berna;
- il Bayerisches Landesvermessungsamt di Monaco, il Bundesamt fur Eich- und Vermessungswesen (Landes-aufnahme) di Vienna, l'Institut za geodezijo in fotogrametrijo (Fakultete AGG) di Lubiana e personalmente l'ing. Miroslav Crnivec, l'Institut Géographique National di Parigi, l'Istituto Geografico Militare di Firenze, l'Ufficio Federale di Topografia di Wabern;
- la Bergverlag Rudolf Rother GmbH di Monaco, la Casa Editrice Tabacco di Udine, le Éditions Arthaud di Parigi, le Éditions Didier-Richard di Grenoble, la Freytag-Berndt und Artaria di Vienna, l'Istituto Geografico Centrale di Torino, la Kompass-Fleischmann di Bolzano, la Kümmerly + Frey di Zollikofen/Bern, la Mairs Geographischer Verlag di Ostfildern, la Michelin di Parigi, la Westermann di Braunschweig e personalmente il dott. Ulf Zhan, la West Col Productions di Goring Reading e la Zeiler AG di Köniz/Bern;
- Telespazio di Roma e personalmente il dott. Pierfrancesco Cardillo, nonché l'European Space Agency (ESA) di Frascati e personalmente il dott. Maurizio Fea e la dott. Gianna Calabresi.
- ^ Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino, su nimbus.it, Nimbus (Società meteorologica italiana). URL consultato il 30 maggio 2019 (archiviato il 17 maggio 2019).
- ^ Sergio Marazzi, Atlante orografico delle Alpi, edizioni Priuli & Verlucca, 2005; cap. Slovenske Predalpe, pagina 317 Vedi Sergio Marazzi, La Suddivisione orografica internazionale unificata del Sistema Alpino, a pagina 1-2 (PDF) (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011)..
- ^ * Enrico Camanni (a cura di), Il Grande Dizionario Enciclopedico delle Alpi, in collaborazione con Club Alpino Italiano, edizioni Priuli & Verlucca, 2007. ISBN 9788880683926.
- Sylvain Jouty , Pascal Kober , Dominique Vulliamy, Dictionnaire encyclopédique des Alpes, volume 1, edizioni Glénat, 2006. ISBN 9782723435277.
- ^ Lorenza Russo, Le Alpi, in Camminare in montagna. Norme - Consigli - Itinerari, Hoepli, 2008, ISBN 978-88-203-4068-1. URL consultato il 30 maggio 2019.
- ^ Alberto Soave, Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino, su fieitalia.com, Federazione Italiana Escursionismo, 6 maggio 2017. URL consultato il 30 maggio 2019 (archiviato il 27 aprile 2019).
- ^ L'UIAA che aveva sostenuto la SOIUSA tramite il signor Claudio Abächerli membro del comitato per una standardizzazione a livello internazionale della nomenclatura delle Alpi, non ha dato corso al suo progetto finora.
- ^ Alpi, in Enciclopedia on line, Istituto Treccani. URL consultato il 30 maggio 2019 (archiviato il 30 maggio 2019).
- ^ Conferenza sulla SOIUSA (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016). 6 aprile 2006 "Le Alpi cambiano nome?" gli esperti si confrontano sulla SOIUSA, con Annibale Salsa – Presidente Generale del Club Alpino Italiano – Università di Genova Luigi Zanzi – Università di Pavia e dell'Insubria; Sergio Marazzi – autore de la SOIUSA; Guglielmo Scaramellini – Università di Milano; Fabrizio Bartaletti – Università di Genova; Ezio Vaccari – Università dell'Insubria; Coordina Pier Giorgio Oliveti – direttore de La Rivista del Club Alpino Italiano
- ^ Massimo Adovasio, La cordata delle biblioteche (PDF), gennaio 2007, Club Alpino Italiano. URL consultato il 28 ottobre 2019 (archiviato il 28 ottobre 2019).
- ^ Alberto Soave, Prealpi Luganesi, su fieitalia.com, Federazione Italiana Escursionismo, 19 maggio 2017. URL consultato il 29 ottobre 2019.
- ^ L'orografia delle Prealpi Varesine e delle aree limitrofe nell'ottica della Soiusa (PDF), collana Economie e territorio, Camera di Commercio di Varese, 2002. URL consultato il 28 ottobre 2019 (archiviato il 4 marzo 2016).
- ^ a b Andrea Parodi, Tra Piemonte e Mediterraneo (PDF), in Alpi Liguri, collana Le guide, n. 4, Regione Piemonte, 2011. URL consultato il 28 ottobre 2019 (archiviato l'11 dicembre 2017).
- ^ AA.VV., Le malghe in Friuli Venezia Giulia (PDF), in Il contesto socio-economico e ambientale del Friuli Venezia Giulia nello scenario di sviluppo rurale 2014-2020, Federica Cisilino (a cura di), INEA, 2014. URL consultato il 29 ottobre 2019 (archiviato il 29 ottobre 2019).
- ^ D.Bignami, A. Delli Compagni, Aspetti socio - ambientali (PDF), in Pro Integra Alpe, Vers. 1.3, 2018. URL consultato il 29 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2019).
- ^ AA.VV., Invertebrati, in Aree prioritarie per la biodiversità nelle Alpi e Prealpi Lombarde, Regione Lombardia, 2009, pp. 22-25.
- ^ AA.VV., Rete Ecologica Regionale (PDF), in Piano Faunistico-Venatorio[collegamento interrotto], Provincia di Sondrio, 2011. URL consultato il 28 ottobre 2019.
- ^ (EN) Giulia Fassio, Luca M. Battaglini, Valentina Porcellana, Pier Paolo Viazzo, BioOne sees The Role of the Family in Mountain Pastoralism, in Mountain Research and Development, International Mountain Society, 11 novembre 2014. URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ Fabrizio Bartaletti, Introduzione, in Le Alpi, Franco Angeli, p. 11, ISBN 978-88-568-3813-8.
- ^ (EN) Christian Sommer, Philipp Malz, Thorsten C. Seehaus, Stefan Lippl, Michael Zemp, Matthias H. Braun, Rapid glacier retreat and downwasting throughout the European Alps in the early 21st century, in Nature Communications, https://www.nature.com/articles/s41467-020-16818-0, ISSN 2041-1723 . URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ (EN) Salvatore M.C., Zanoner T., Baroni C., Carton A., Banchieri F.A., Viani C., Giardino M., Perotti L., The state of Italian glaciers: a snapshot of the 2006-2007 hydrological period, in Geografia Fisica e Dinamica Quaternaria, Comitato glaciologico italiano. URL consultato il 7 dicembre 2020.
- ^ (EN) Pierre Jolivet, Jorge Santiago-Blay e Michael Schmitt, Sudy region, in Research on Chrysomelidae, vol. 4, PenSoft Publishers, 2013, p. 179. URL consultato il 30 ottobre 2019.
- ^ Mario Grottolo, Davide Pedersoli e Mauro Agosti, I coleotteri carabidi del bacino superiore del fiume Oglio (Coleoptera Carabidae) Il contributo alla conoscenza della coleotterofauna del bresciano (PDF), in Annali del Museo Civico di Scienze naturali di Brescia, n. 40, Museo civico di Brescia, 2016. URL consultato il 30 ottobre 2019 (archiviato il 30 ottobre 2019).
- ^ Mauro Gobbi, Duccio Tampucci e Marco Caccianiga, Appena scoperta, già minacciata: Oreonebria soror tresignore szallies & huber, 2014 (Coleoptera, Carabidae), in Rivista del museo civico di scienze naturali "E.Caffi", n. 31, Museo civico di scienze naturali di Bergamo, 2018.
- ^ AA.VV., Il territorio e il clima (PDF), in Foreste e torbiere delle montagne di Val Grigna, Società Botanica Italiana. URL consultato il 29 ottobre 2019 (archiviato il 26 marzo 2019).
- ^ Topografia e dati di base - Arpa Piemonte - Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino - SOIUSA, su webgis.arpa.piemonte.it, Regione Piemonte. URL consultato il 28 ottobre 2019 (archiviato il 28 ottobre 2019).
- ^ (EN) Mauro Soldati e Mauro Marchetti, 6.2 Physical settings of the Wstern Alps, in Landscapes and Landforms of Italy, Springer, 2017, p. 78, ISBN 9783319261928. URL consultato il 3 dicembre 2020.
- ^ Marazzi (2005), pag. 9
- ^ SOIUSA - Suddivisione orografica internazionale unificata del Sistema Alpino , articolo on-line di Sergio Marazzi su www.fioridimontagna.it (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2014). (consultato nel febbraio 2012)
- ^ La Regione Continentale secondo Natura 2000 (PDF), su ec.europa.eu. URL consultato il 25 maggio 2013 (archiviato il 24 dicembre 2012).
- ^ Camera dei deputati - interrogazione 4-10273 dell'On. Roberto Menia, su camera.it. URL consultato il 28 settembre 2008 (archiviato il 2 novembre 2012).
- ^ Considerazioni geologiche sulla regione Giulia, su boegan.it. URL consultato il 17 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
- ^ Vardabasso 1945: La questione del confine politico italo-jugoslavo dal punto di vista fisico. La Venezia Giulia Terra d'Italia. Soc. Istr. Archeol. Sto. Patria 1-24.
- ^ Piccoli 1975. Studio aerogeologico strutturale del Carso goriziano-triestino della Slovenia occidentale e dell'Istria. Mem Ist geol Mineral Univ Padova, 31:1-38.
- ^ Carulli, Carobene, 1980. Evoluzione strutturale Plio-quaternaria del Friuli e della Venezia Giulia. CNR 489-545.
- ^ Franco de Battaglia e Luciano Marisaldi, Enciclopedia delle Dolomiti, Zanichelli Editore, Bologna 2000, ISBN 978-88-08-09125-3
- ^ Montagna e natura, su areeprotetteossola.it. URL consultato il 30 ottobre 2019 (archiviato il 30 ottobre 2019).
- ^ a b Bilan et critiques (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2019). (in Francese)
- ^ AA.VV, Piemonte (non compresa Torino), Touring club italiano, 1976, p. 204. URL consultato il 28 ottobre 2019.
Bibliografia
modificaArticoli apparsi su alcune riviste:
- Ambiente Società Territorio - Geografia nelle scuole' (rivista dell'Associazione Italiana di Insegnanti di Geografia, n. 4/2001)
- L'Universo' (rivista dell'Istitudo Geografico Militare di Firenze, n. 4/2002)
- La Rivista del Club Alpino Italiano' (n. 5/2003 e n. 6/2005)
Libri:
- Sergio Marazzi, Atlante orografico del Monte Bianco, Priuli & Verlucca, 1991.
- Sergio Marazzi, Atlante Orografico delle Alpi. SOIUSA, Pavone Canavese, Priuli & Verlucca, 2005.(in collaborazione con il Club Alpino Italiano)
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino
Collegamenti esterni
modifica- Associazione Italiana Insegnanti di Geografia - sezione di Varese: presentazione della proposta SOIUSA (link 1)
- Sergio Marazzi, La “Suddivisione orografica internazionale unificata del Sistema Alpino” (SOIUSA) (PDF). URL consultato il 27 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011). - articolo completo con illustrazioni dettagliate (PDF)
- alpinia.net - recensione del volume Atlante Orografico delle Alpi. SOIUSA, su alpinia.net.