[go: up one dir, main page]

Sacra rappresentazione

genere teatrale
(Reindirizzamento da Rappresentazione sacra)

La sacra rappresentazione è un genere teatrale di argomento religioso. Si tratta della narrazione di un fatto religioso compiuta in maniera più articolata rispetto alla semplice lettura o declamazione di un testo. La parola "rappresentazione" in filosofia indica l'atto con cui la coscienza riproduce qualcosa di esterno ad essa (avvenimento, persona od oggetto) o rende evidente qualche cosa di interno (un sentimento uno stato d'animo o un prodotto della fantasia), esemplificandone i significati simbolici e traducendone le azioni in immagini descrittive.

Con riferimento alla cultura occidentale, si può iniziare a parlare di sacra rappresentazione quando, durante la lettura di un testo religioso, compaiono due o più lettori dialoganti o con ruolo di narratore (come nella lettura della "Passione di Gesù Cristo" per la religione cattolica). Le caratteristiche che la distinguono da una normale lettura sono l'intento didascalico e il desiderio di immedesimazione nell'evento.

Teatro dei Misteri

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Mistero (teatro).
 
Jean Fouquet, il Martirio di sant'Apollonia, ambientato in una sorta di palcoscenico

Una delle prime testimonianze del teatro medievale sacro è del 970, quando il Vescovo di Winchester descrive una sacra rappresentazione vista probabilmente a Limoges in Francia. La mattina di Pasqua un monaco, che interpreta la parte dell'Angelo, va a sedersi presso il Sepolcro. Qui viene raggiunto da tre monaci che impersonano le tre Marie e si aggirano come cercando qualcosa. Il monaco che simula l'angelo canta: "Quem quaeritis?" (Chi cercate?). L'azione prosegue con l'annuncio della Resurrezione e termina con il canto corale del Te Deum.

Questa primitiva rappresentazione del testo evangelico s'inserisce all'interno della principale celebrazione cristiana: la messa di Pasqua. Questo bisogno di rappresentare, per i fedeli che non seguivano il latino, divenne anche un imperativo morale per la Chiesa. Queste prime prove fatte all'interno delle chiese ben presto ebbero bisogno di spazio vitale, ovvero uno spazio scenico capace, poiché le più importanti sacre rappresentazioni erano costituite da scenografie multiple, dove apparivano contemporaneamente le varie scene della vita di Cristo.

La testimonianza iconografica più importante in questo senso è la raffigurazione della cosiddetta Passione di Valenciennes, dove convivono la casa della Madonna per l'Annunciazione, il Tempio della Presentazione, il Palazzo di Erode, il Paradiso e l'Inferno ecc. in una lunga sequela di costruzioni effimere, chiamate edicole per la loro forma tondeggiante, aperte in direzione dello sguardo dello spettatore. Queste edicole, chiamate mansiones, si trovavano su un grosso palcoscenico, forse l'una accanto all'altra o in altre raffigurazioni come quella del Martirio di Sant'Apollonia, dipinta da Jean Fouquet. La rappresentazione è al centro della scena mentre le "mansiones", occupate sia dagli attori che dagli spettatori, la circondano, in una specie di antenato del teatro elisabettiano.

Inizialmente gli attori, in genere abitanti delle città in cui la rappresentazione si svolgeva, recitavano la loro parte immobili davanti al pubblico che si assiepava di fronte ai vari "quadri viventi", ed era il pubblico che si muoveva da una scena all'altra in un percorso, come in una Via Crucis. In seguito la rappresentazione prese vita e conquistò il centro della scena. In Inghilterra invece si diffusero i cosiddetti pageants, dove ogni scena era montata su un palcoscenico semovente. In questo caso non erano gli spettatori a doversi muovere tra una scenografia e l'altra, ma erano gli episodi rappresentati che passavano davanti ai loro occhi. Su questa tipologia di spettacolo viario s'innestarono in seguito anche rappresentazioni profane, come i Trionfi e i carri carnevaleschi.

In Francia, ma non soltanto, si cercò di recuperare lo spazio rappresentativo degli antichi teatri romani e ciò aprì la stagione anche del teatro profano medievale, che ripropose ai cittadini le antiche commedie dei vari Plauto e Terenzio, che – in seguito tradotti in lingua volgare dagli Umanisti – furono gli spettacoli antesignani del teatro rinascimentale.

In Italia

modifica
 
Sacra rappresentazione dei santi Giovanni e Paolo, scritta da Lorenzo de Medici negli ultimi anni della sua vita

Per la religione cristiana, la prima rappresentazione sacra che prevedeva l'intervento di esseri umani "figuranti" fu il presepe vivente che San Francesco d'Assisi "organizzò" nel 1223 a Greccio. In Italia cominciarono ad avere una certa diffusione a partire dal XV secolo in Toscana. Tale tradizione sopravvive tutt'oggi e molti sono gli esempi di presepi viventi in tutto il mondo.

Le laude drammatiche precorritrici delle sacre rappresentazioni

modifica

Non si può parlare di rappresentazione sacra senza passare attraverso la descrizione della lauda drammatica. Tale rappresentazione racchiudeva in sé già tutte le caratteristiche di uno spettacolo teatrale con attori, costumi e musiche. La lauda trae le sue origini dalla ballata profana e, come la ballata, è composta da "stanze" per lo più affidate ad un solista o ad un gruppo da intendersi anche come coro. Il precursore della forma dialogica che porterà alla nascita della lauda drammatica fu senza dubbio Jacopone da Todi (1230-1306). La sua lauda più celebre fu la Donna de Paradiso (o "Pianto di Maria"), scritta in versi settenari e in cui, oltre alla Madonna, compaiono numerosi personaggi, come Gesù, il popolo, il nunzio fedele (facilmente identificabile in san Giovanni apostolo).

La lauda drammatica nacque e si sviluppò in un momento molto delicato per la chiesa; si parla infatti di un periodo in cui protagonista ideologico era il sogno di un rinnovamento inteso come ristrutturazione di un'istituzione ecclesiastica basata sulla spiritualità e sulla povertà. Vi fu un forte richiamo della pietas popolare, intesa come espressione religiosa di un popolo che amava sentirsi vicino a Cristo proprio partecipando sia attivamente che passivamente alle rappresentazioni di particolari momenti della sua vita.

A rappresentare le laude nacquero quindi le cosiddette "fraternite" (poi "confraternite"), composte spesso da chierici, ma anche da laici. Dalle fraternite si svilupparono poi successivamente i laudesi, i battuti, i disciplinati ecc.

 
Ricostruzione in modello dell'ingegno dell'Annunciazione, sacra rappresentazione messa in scena nel XV secolo a Firenze da Filippo Brunelleschi

Estensione al campo profano, uso della musica

modifica

La chiesa, intesa come spazio architettonico, diventò ben presto uno ambiente troppo stretto per lo svolgimento delle rappresentazioni sacre, sia dal punto di vista volumetrico sia dal punto di vista della libertà espressiva. Si iniziò presto (sin dalla fine del Trecento) a costruire dei "palcoscenici" nei sagrati all'esterno delle chiese e la conseguenza fu proprio la nascita di rappresentazioni teatrali con tematiche profane (dal latino pro + fānum che significa proprio "prima, fuori dal tempio").

La musica divenne ben presto protagonista nelle rappresentazioni sacre; linee melodiche antiche lasciarono presto il posto prima a monodie accompagnate da strumenti musicali (spesso il ruolo del narratore all'interno della rappresentazione veniva cantato e da ciò deriva l'origine del termine recitativo, tuttora in uso nell'opera lirica), e successivamente nel Cinquecento la polifonia diventò la protagonista di ogni produzione musicale.

Anche il teatro rinascimentale italiano continuò nella messinscena delle sacre rappresentazioni, in particolare a Firenze si distinsero vari autori di rappresentazioni sacre, fra questi vanno citati Lorenzo il Magnifico, Feo Belcari e Giovanni Maria Cecchi. Le sacre rappresentazioni venivano recitate da confraternite laiche di fanciulli. A Firenze fra le più celebri era la Compagnia del Vangelista, protetta della famiglia Medici, che mettevano in scena le loro Sacre Rappresentazioni nel Teatro di Via dell'Acqua.

La nascita dell'oratorio

modifica

Emilio de' Cavalieri nel 1599 – alle soglie della nascita del moderno melodramma – scrisse Anima e corpo, che fu messa in scena l'anno seguente nella chiesa di Santa Maria in Vallicella. Fu, questa, una vera e propria rivoluzione musicale e da questo nuovo modo di intendere la rappresentazione sacra proposto da de' Cavalieri nacque un genere musicale denominato "oratorio".

A quel tempo in ambito profano si era sviluppato il melodramma, genere caratterizzato da tematiche per lo più mitologiche, che veniva rappresentato all'interno delle corti. Nell'oratorio, a differenza del melodramma, non vi era l'esigenza, puramente estetica e quindi tipicamente terrena, di mostrare la bravura dei compositori e degli interpreti mediante esecuzioni virtuose e complesse, ma erano la semplicità e la linearità le vere protagoniste, fu proprio stravolto il concetto di bellezza che non era più sinonimo di complessità, ma di semplicità ed umiltà. Le altre fondamentali differenze tra oratorio e melodramma consistevano nelle tematiche trattate che nell'oratorio erano essenzialmente religiose o morali spesso legate a vicende agiografiche, nell'oratorio, inoltre, scompaiono i costumi e la voce diventa l'unico strumento di rappresentazione; inoltre il luogo ospitante la rappresentazione non è più la corte, bensì la chiesa.

Sviluppo ulteriore dell'oratorio

modifica

La prassi compositiva dell'oratorio si divise in due correnti di pensiero: la prima legata alla lauda medioevale con il mantenimento della lingua volgare; la seconda, che nacque e si sviluppò nella chiesa del SS. Crocefisso di Roma, utilizzò la lingua latina, considerata più elegante e meno legata all'immanenza della situazione umana.

Il genere dell'oratorio toccò il proprio apice nel 1700. La struttura dell'oratorio in tale secolo diventò alquanto complessa ed articolata, prevedendo organici strumentali notevoli; le composizioni in stile mottettistico contrappuntistico sostituirono i recitativi in stile monodico.

In questo periodo il tema maggiormente preso in considerazione per la creazione degli oratori fu la passione di Cristo, con la nascita di due generi particolari di oratorio: la passione oratoriale, in cui i testi venivano presi direttamente dai Vangeli ed erano inframezzati da corali arie ed interventi strumentali, e la passione oratorio, composta su di un libretto che teneva in considerazione le sacre scritture come spunto tematico, ma il cui testo era totalmente libero. Sicuramente il maggiore esponente della passione oratorio fu Johann Sebastian Bach.

La Santa Infanzia di Gesù Cristo in teatro. Rappresentazioni, e trattenimenti drammatici di Giuseppe Antonio Patrignani, pseudonimo Presepio Presepi, fu edita nel 1709. I versi erano accompagnati da musiche – per coro di voci bianche su basso continuo – forse dello stesso Patrignani.

La messa musicale

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Messa (musica).

L'oratorio può essere accostato ad un altro genere sacro, praticato da molto più tempo: la messa. Inizialmente le varie sezioni della messa venivano cantate su musiche di autori diversi. Il primo compositore a scrivere autonomamente tutte le sezioni dell'Ordinarium Missæ – facendone un tutt'uno indivisibile – fu Guillaume de Machaut, con la sua Messa eseguita nel 1364 in occasione dell'incoronazione di Carlo V. In seguito il genere divenne fonte inesauribile di ispirazione per tutti i musicisti: basti pensare alla Messa in Si minore di J. S. Bach, alla Nelson-Messe di F. J. Haydn, alla Grande Messa in Do minore di W. A. Mozart, alla Missa Solemnis in Re maggiore di L. van Beethoven, alla Deutsche Messe di F. Schubert o alla Petite messe solennelle di G. Rossini. Dopo il Requiem in Re minore di Mozart, la Messa da Requiem divenne la variante più diffusa: esempi straordinari sono, in epoca romantica, il Requiem für Mignon di R. Schumann, il Requiem di G. Verdi e l'Ein deutsches Requiem di J. Brahms, in epoca moderna, il War Requiem di B. Britten e, in epoca contemporanea, il Requiem di A. L. Webber.

Sacre rappresentazioni odierne

modifica
 
Mappa delle sacre rappresentazioni in Italia

A Marsala ogni anno il giorno del Giovedì santo va in scena la Sacra Rappresentazione della Passione del Signore (ex Processione del Giovedì Santo), messa in atto dalla Confraternita di Sant'Anna.

Ad Amalfi, ogni anno durante la Settimana Santa, l’Associazione Culturale Kaleidos porta in scena una sacra rappresentazione sulla Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Particolarità di questo spettacolo è lo studio e la drammatizzazione degli aspetti più umani di Gesù e dei personaggi a lui vicini.

 
Anfiteatro della Passione di Sordevolo 2015

A Sordevolo ogni cinque anni, da giugno a settembre, la popolazione del paese mette in scena La Passione in completa autonomia artistica ed organizzativa. Si tratta del più grande spettacolo corale in Italia interpretato da attori dilettanti dai 5 agli 80 anni. Nell'anfiteatro da 2.400 posti del paese viene ricostruito un frammento della Gerusalemme dell'anno 33 d.C. e per un'intera estate oltre 400 attori si avvicendano nell'imponente scenografia per 40 repliche, che vedono arrivare a Sordevolo circa 40.000 spettatori.

Sacra Rappresentazione della Passio Christi a IVREA - A cura de "Il Diamante" 
Usanze popolari
Musica

Bibliografia

modifica
  • (EN) Giorgio Bonsanti, Silvia Castelli e Anna Maria Testaverde (a cura di), Sacred drama: Performing the Bible in Renaissance Florence / La Sacra Rappresentazione: Rappresentare la Bibbia nella Firenze del Rinascimento, Washington DC, Museum of the Bible, 2018, ISBN 978-1-943082-28-5.
  • (FR) Sophie Stallini, Le théâtre sacré à Florence au XVe siècle. Une histoire sociale des formes, Paris, Presses Sorbonne Nouvelle, 2011, ISBN 978-2-87854-509-8.
  • Sophie Stallini, Giuditta protagonista sulla scena fiorentina del Quattrocento: Donatello, Lucrezia Tornabuoni e l'anonimo autore della «Devota Rapresentatione di Iudith Hebrea», in Mélanges de l'École française de Rome. Moyen Âge, n. 122.1, Roma, École française de Rome, 2010, ISSN 1123-9883 (WC · ACNP).
  • (FR) Sophie Stallini, Du religieux au politique: La sacra rappresentazione chez Antonia et Bernardo Pulci, in Anna Fontes Baratto, Marina Marietti e Claude Perrus (a cura di), Arzanà. Cahiers de littérature médiévale italienne, n. 11, Paris, Presses Sorbonne Nouvelle, 2005, pp. 327-376, ISSN 1243-3616 (WC · ACNP).
  • Nerida Newbigin, Dieci sacre rappresentazioni inedite fra Quattro e Cinquecento, in Letteratura italiana antica, n. 10, Roma, Moxedano, 2009, pp. 21-397, ISSN 1129-4981 (WC · ACNP).
  • (EN) Nerida Newbigin, L'occhio si dice ch'è la prima porta: Seeing with Words in the Florentine sacra rappresentazione, in Mediaevalia, n. 28.1, Binghamton, State University of New York, 2007, pp. 1-22, ISSN 0361-946X (WC · ACNP).
  • Nerida Newbigin, Quattro postille sulle sacre rappresentazioni fiorentine, in Letteratura italiana antica, n. 8, Roma, Moxedano, 2007, ISSN 1129-4981 (WC · ACNP).
  • (EN) Nerida Newbigin, Docere delectando: Confraternal Drama Studies, in Christopher Black e Pamela Gravestock (a cura di), Early Modern Confraternities in Europe and the Americas: International and Interdisciplinary Perspectives, Aldershot, Ashgate, 2006, pp. 226-242, ISBN 978-0-7546-5174-1.
  • (ENIT) Castellano Castellani, Rappresentazione di San Venanzio martire devotissimo, edition with introduction and parallel English translation of Nerida Newbigin, Camerino, Università degli Studi di Camerino, 2000.
  • (EN) Nerida Newbigin, Agata, Apollonia, and other Martyred Virgins: Did Florentines really see these plays performed?, in European Medieval Drama, n. 1, Turnhout, Brepols, 1997, pp. 77-100, ISSN 1378-2274 (WC · ACNP).
  • (EN) Nerida Newbigin, The Ascension Plays of Fifteenth-Century Florence: Some Problems of Terminology and Reconstruction, in Suzanne Kiernan (a cura di), Altro Polo: Italian Studies in Memory of Frederick May, Sydney, Frederick May Foundation for Italian Studies, 1996, pp. 53-82, ISBN 978-1-875407-01-9.
  • (EN) Nerida Newbigin, Politics in the Sacre rappresentazioni of Lorenzo's Florence, in Michael Mallett e Nicholas Mann (a cura di), Lorenzo the Magnificent: Culture and Politics, London, Warburg Institute and University of London, 1996, pp. 116-130, ISBN 978-0-85481-094-9.
  • (EN) Nerida Newbigin, Feste d'Oltrarno: Plays in Churches in Fifteenth-Century Florence, Firenze, Leo S. Olschki / Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, 1996, ISBN 978-88-222-4444-4.
  • (EN) Nerida Newbigin, Piety and Politics in the feste of Lorenzo's Florence, in Gian Carlo Garfagnini (a cura di), Lorenzo il Magnifico e il Suo Mondo, Firenze, Leo S. Olschki, 1994, pp. 17-41.
  • Nerida Newbigin, La Rappresentazione di Sa' Iacopo Maggiore, in Studi e problemi di critica testuale, n. 46, Bologna, Arti grafiche Tamari, 1993, pp. 43-67, ISSN 0049-2361 (WC · ACNP).
  • Nerida Newbigin, Le sacre rappresentazioni nella Firenze laurenziana, Esperienze dello spettacolo religioso nell'Europa del Quattrocento: Convegno di studi, Roma 17-20 giugno, Anagni 21 giugno 1992, a cura di Myriam Chiabò e Federico Doglio, Viterbo, Centro Studi sul Teatro Medioevale e Rinascimentale, 1993, pp. 101-120.
  • (EN) Nerida Newbigin, The Word Made Flesh: the Rappresentazioni of Mysteries and Miracles in Fifteenth-century Florence, in Timothy Verdon e John Henderson (a cura di), Christianity and the Renaissance: Image and Religious imagination in the Quattrocento, Syracuse, Syracuse University Press, 1990, pp. 361-375, ISBN 978-0-8156-2456-1.
  • (EN) Nerida Newbigin, Plays, Printing and Publishing, 1485–1500: the Florentine sacre rappresentazioni, in La bibliofilia, n. 90, Firenze, Leo S. Olschki, 1988, pp. 269-296, ISSN 0006-0941 (WC · ACNP).
  • Nerida Newbigin, Nuovo corpus di sacre rappresentazioni fiorentine del Quattrocento edite e inedite tratte da manoscritti coevi o ricontrollate su di essi, Bologna, Commissione per i Testi di Lingua, 1983, OCLC 10331551.
  • Feo Belcari, La rappresentazione quando la Nostra Donna Vergine Maria fu annunziata dall'Angelo Gabriello, a cura di Nerida Newbigin, Sydney, University of Sydney, 1983, OCLC 84752778.
  • Nerida Newbigin, Il testo e il contesto dell'«Abramo e Isac» di Feo Belcari, in Studi e problemi di critica testuale, n. 23, Bologna, Arti grafiche Tamari, 1981, pp. 13-37, ISSN 0049-2361 (WC · ACNP).
  • Paola Ventrone, Lo spettacolo religioso a Firenze nel Quattrocento, Milano, ISU, 2008, ISBN 978-88-8311-590-5.
  • Paola Ventrone, Politica e attualità nella sacra rappresentazione fiorentina del Quattrocento, in Annali di storia moderna e contemporanea, n. 14, Milano, Vita e Pensiero, 2008, pp. 319-348, ISSN 1124-0296 (WC · ACNP).
  • (EN) Paola Ventrone, The Influence of the Ars praedicandi on the Sacra rappresentazione in Fifteenth Century Florence, in Prédication et liturgie au Moyen Âge, études réunies par Nicole Bériou et Franco Morenzoni, Turnhout, Brepols, 2008, pp. 335-348, OCLC 221861862.
  • Paola Ventrone, Fra teatro libro e devozione: sulle stampe di sacre rappresentazioni fiorentine, in Annali di storia moderna e contemporanea, n. 9, Milano, Vita e Pensiero, 2003, pp. 265-313, ISSN 1124-0296 (WC · ACNP).
  • Paola Ventrone, La sacra rappresentazione fiorentina, ovvero la predicazione in forma di teatro (PDF), Letteratura in forma di sermone. I rapporti tra predicazione e letteratura nei secoli XIII-XVI, Bologna, 15-17 novembre 2001: Atti del convegno, a cura di Ginetta Auzzas, Giovanni Baffetti e Carlo Delcorno, Firenze, Leo S. Olschki, 2003, pp. 255-280, ISBN 978-88-222-5209-8. URL consultato il 28 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2006).
  • Paola Ventrone, L'eccezione e la regola: le rappresentazioni del 1439 nella tradizione fiorentina delle feste di quartiere, Firenze e il Concilio del 1439, Firenze, 29 novembre-2 dicembre 1989: Atti del convegno, a cura di Paolo Viti, vol. 1, Firenze, Leo S. Olschki, 1994, pp. 409-435, ISBN 978-88-222-4162-7.
  • Paola Ventrone, La sacra rappresentazione fiorentina: aspetti e problemi, Esperienze dello spettacolo religioso nell'Europa del Quattrocento, Roma 17-20 giugno 1992, Anagni 21 giugno 1992: Atti del convegno, a cura di Maria Chiabò e Federico Doglio, Roma, 1993, pp. 67-99, OCLC 37917215.
  • Paola Ventrone, Per una morfologia della sacra rappresentazione fiorentina, in Raimondo Guarino (a cura di), Teatro e culture della rappresentazione. Lo spettacolo in Italia nel Quattrocento, Bologna, Il Mulino, 1988, pp. 195-225, ISBN 978-88-15-01676-8.
  • Paola Ventrone, «Inframessa» e «intermedio» nel teatro del Cinquecento: l'esempio della «Rappresentazione di Santa Uliva», in Quaderni di teatro, n. 7, Firenze, Vallecchi, 1984, pp. 41-53, ISSN 0391-4070 (WC · ACNP).
  • Alessandro D'Ancona, Origini del teatro italiano, vol. 1, 2ª ed., Torino, Loescher, 1891, OCLC 493922433. URL consultato il 28 luglio 2014.
  • Alessandro D'Ancona, Sacre rappresentazioni dei secoli XIV, XV e XVI, Firenze, Le Monnier, 1872, OCLC 4410377. URL consultato il 28 luglio 2014.


Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàThesaurus BNCF 29883 · GND (DE4178858-8