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Pralboino

comune italiano

Pralboino (Pralbuì in dialetto bresciano[4]) è un comune italiano di 2 789 abitanti[1] della provincia di Brescia in Lombardia. I suoi abitanti sono detti pralboinesi.

Pralboino
comune
Pralboino – Stemma
Pralboino – Bandiera
Pralboino – Veduta
Pralboino – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoRiccardo Romagnoli (lista civica “La Civica per Pralboino”) dal 10-6-2024
Territorio
Coordinate45°16′06″N 10°13′06″E
Altitudine47 m s.l.m.
Superficie17,16 km²
Abitanti2 789[1] (31-5-2023)
Densità162,53 ab./km²
Comuni confinantiGambara, Gottolengo, Milzano, Ostiano (CR), Pavone del Mella, Seniga
Altre informazioni
Cod. postale25020
Prefisso030
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017152
Cod. catastaleG977
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 275 GG[3]
Nome abitantipralboinesi
PatronoSant'Andrea, San Flaviano
Giorno festivoseconda domenica di ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pralboino
Pralboino
Pralboino – Mappa
Pralboino – Mappa
Posizione del comune di Pralboino nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

Il paese dista dal capoluogo di provincia, Brescia, circa 35 chilometri a sud.

Geografia fisica

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Territorio

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Il Fiume Mella durante una piena invernale visto dal ponte per Milzano.

Il territorio Pralboinese è situato nella Pianura Padana.

Il comune confina a sud con la provincia di Cremona.

Il paese è principalmente pianeggiante sebbene il centro e la zona nord-est è più rialzata della zona sud-ovest.

La zona più elevata del centro abitato è l'altura sulla quale si trova via Dossello e via Borgo di Sopra, spiegando il loro nome, la quale si trova ad un'altezza di 48 m s.l.m.

Dal punto di vista idrografico, Pralboino è bagnato ad ovest dal fiume Mella (che segna il confine con i Comuni di Milzano e Seniga), mentre il suo territorio è solcato da numerosi canali artificiali utilizzati per irrigare i campi. Fra questi, degno di nota è il canale Santa Giovanna, una roggia irrigua scavata nel 1509 per bonificare le paludi del territorio ghedese e per irrigare i terreni dei Comuni di Leno, Pavone del Mella e Pralboino, presso il quale la roggia si divide in due rami che vanno a sfociare nel fiume Mella.[5]

 
Nevicata Invernale.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Brescia Ghedi.

Il clima è quello tipico dei comuni dell'alta val Padana: l'estate è caratterizzata da caldo afoso con elevata umidità, mentre l'inverno è invece rigido e spesso nebbioso, con sporadiche nevicate durante i mesi più freddi. Il comune è classificato nella zona E.[7]

BRESCIA GHEDI
(1961-1990)
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 4,37,912,817,122,026,128,627,524,118,210,45,25,817,327,417,617,0
T. min. media (°C) −2,8−0,72,96,811,315,317,817,213,98,73,1−1,6−1,77,016,88,67,7
T. max. assoluta (°C) 16,4
(1983)
22,0
(1990)
23,2
(1990)
27,1
(1987)
31,2
(1975)
34,8
(1962)
36,1
(1983)
35,0
(1983)
31,6
(1973)
26,8
(1986)
19,0
(1972)
17,0
(1989)
22,031,236,131,636,1
T. min. assoluta (°C) −19,4
(1985)
−11,1
(1987)
−8,6
(1971)
−2,0
(1973)
0,2
(1987)
7,1
(1986)
9,4
(1980)
8,1
(1986)
3,8
(1972)
−1,7
(1973)
−8,2
(1988)
−11,0
(1986)
−19,4−8,67,1−8,2−19,4
Nuvolosità (okta al giorno) 5,54,64,24,44,33,93,03,03,23,95,35,35,14,33,34,14,2
Precipitazioni (mm) 59,653,963,869,291,775,072,584,862,483,778,653,8167,3224,7232,3224,7849,0
Giorni di pioggia 7678986666861924202083
Umidità relativa media (%) 86817576737172727579858684,374,771,779,777,6
Vento (direzione-m/s) W
3,3
E
3,4
E
3,7
E
3,6
E
3,3
E
3,2
E
3,2
E
3,2
E
3,1
E
3,2
E
3,3
W
3,2
3,33,53,23,23,3

Origini del nome

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Il toponimo viene fatto risalire al termine "Prato di Alboino" e quindi come possibile testimonianza della presenza di un campo militare del monarca longobardo, conquistatore di parte della penisola italiana. Le prime documentazioni scritte riferite al luogo, quali i diplomi imperiali e le bolle pontificie relative ai possedimenti dell'Abbazia lenese redatte tra l'XI la prima metà del XII, riportano il toponimo latino di Castrum Novum cum ecclesia Santci Andree. È soltanto a partire dalla seconda metà del XII secolo che i documenti notarili riportano il termine Pratum Alboini. Sul cambiamento di nome vi è l'ipotesi che sia il frutto di un processo di nobilitazione dei luoghi a seguito della sviluppo, nella stessa seconda metà del XII secolo, di ricostruzioni della storia dei longobardi che posteriormente si rivelarono inattendibili, in quanto arricchite di elementi fantasiosi e frutto dell'esigenza di far aderire il racconto ai dati della realtà presente nel periodo in cui vennero redatte. In particolare per Pralboino, le ricostruzioni del XII secolo presupposero che fosse sede del Gahagium regis, area riservata ai Barones.[8]

Il primo riferimento scritto di Pralboino è una bolla dell'imperatore Ottone I del X secolo. Il territorio ha il nome di Castrum Novum cum ecclesia Sancti Andree ed appartiene al dominato dell'Abbazia di Leno.[9] Si tratta di un insediamento fortificato nato a protezione della sponda sinistra del Mella nel suo ultimo tratto.[10] Nel 1009, un certo Leo da Gambara, probabile membro della curia vassallorum, sottoscrisse una permuta con l'abate lenese Luzio: si tratta della prima testimonianza della famiglia Gambara che reggerà le sorti della zona dopo il progressivo indebolimento del dominus abbaziale lenese che iniziò nel XII secolo.[11]

I Gambara ressero le sorti del paese come feudatari e signori sino al 1797, anno che segnò, ad opera di Napoleone, l'abolizione dei diritti feudali con la caduta della Repubblica di Venezia, alla quale il territorio di Pralboino fu soggetto quasi ininterrottamente per 370 anni. Fino al 1815 Pralboino subì la dominazione napoleonica e successivamente quella austriaca fino al 1859.

Fece poi parte del Regno d'Italia e quindi della Repubblica dal 1946.

Nel corso della seconda guerra mondiale, Pralboinio fu uno dei comuni della Lombardia ad essere designati come località di internamento libero per profughi ebrei stranieri. Tra il 1942 e il 1943 vi soggiornarono 18 ebrei provenienti dalla Germania e dai Balcani.[12] Con l'occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana (1943-45) cominciarono le deportazioni. Il 7 gennaio 1944, quattro degli ex-internati furono arrestati a Pralboino e deportati ad Auschwitz. Gli altri si dettero alla clandestinità, riuscendo quasi tutti a sopravvivere fino alla Liberazione.[13]

Simboli

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«Campo di cielo, alla banda d'argento, carica di stelle a sei raggi d'oro, attraversata da un pellegrino ritto in maestà, in atto di camminare sopra un terreno di verde, con la bisaccia di pelle a tracolla e tenente con la mano destra un bastone noderoso di legno, il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma, privo di decreto di concessione, è liberamente adottato ed usato dal Comune.

Nasce probabilmente durante il periodo napoleonico e raffigura un pellegrino con sanrocchino (veste tradizionale di san Rocco, patrono locale); il prato ricorda l'origine del primo nome di Pralboino ("prato di Alboino"). La banda punteggiata di stelle orienta il cammino notturno del pellegrino poiché Pralboino era una frequentata stazione di passaggio di viandanti.[14]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Palazzo Gambara

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[16]

Lingue e dialetti

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Nel territorio di Pralboino, accanto all'italiano, è parlata la lingua lombarda prevalentemente nella sua variante di dialetto bresciano.

Cultura

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Sagra di san Flaviano

Festa patronale, dedicata a san Flaviano, che si svolge ogni anno la seconda domenica di ottobre. Il lunedì seguente, detto "San Flavianino", è considerato giorno festivo.

I resti del patrono, traslati nel paese nel 1673,[17] sono conservati nella chiesa parrocchiale in una teca di vetro nascosta dietro ad un dipinto che viene tolto in occasione della festività. La teca è portata in processione per le vie del paese ogni cinque anni. In questo giorno nel centro del paese vengono allestite bancarelle di vario genere, mentre negli edifici pubblici vengono organizzate esposizioni e nella piazza antistante la chiesa parrocchiale sono presenti delle giostre.

In occasione della processione del 2010, svoltasi il 10 ottobre, la teca è stata sostituita da una statua di legno rappresentante il santo.

Geografia antropica

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Nel territorio comunale è presente una frazione chiamata Santa Maria degli Angeli.

Economia

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Il mercato settimanale si svolge il venerdì mattina. Nel territorio comunale sono presenti alcune industrie operanti nel settore metalmeccanico e edile.

Infrastrutture e trasporti

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Strada di collegamento principale del paese è la provinciale SP VII, che unisce il vicino comune di Milzano a Bagnolo Mella, presso il quale si innesta sulla provinciale Brescia - Cremona (SP BS 45 bis). Il tracciato della SP VII aggira a nord-ovest il centro abitato.

Pralboino è inoltre collegata al vicino comune di Gambara dall'ultimo tronco della SP 64, che si origina proprio dalla provinciale VII, e al comune cremonese di Ostiano dalla provinciale SP 102.

Tranvie

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Fra il 1914 e il 1933 Pralboino era servita dall'omonima stazione posta lungo la tranvia Brescia-Ostiano[18].

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 aprile 1995 14 giugno 2004 Adalberto Bassini lista civica di centro-sinistra Sindaco
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Domenico Piovani lista civica di centro-destra Sindaco
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Domenico Migliorati lista civica di centro-sinistra Sindaco
26 maggio 2014 10 giugno 2024 Franco Spoti lista civica di centro-destra Sindaco
10 giugno 2024 in carica Riccardo Romagnoli lista civica Sindaco

La principale squadra di calcio del paese è G.S.D. Pralboino 1975 che milita nel girone H lombardo di prima categoria. È nato nel 1975.

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Toponimi in dialetto bresciano, su brescialeonessa.it.
  5. ^ Santa Giovanna [collegamento interrotto], su rsb.provincia.brescia.it. URL consultato il 06-10-11.
  6. ^ Protezione Civile, Classificazione sismica dei comuni italiani (PDF), su protezionecivile.it. URL consultato il 1º settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2009).
  7. ^ Zone climatiche d'Italia (PDF), su efficienzaenergetica.acs.enea.it. URL consultato il 19-10-08 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2010).
  8. ^ GAMBARA, 2009, p. 72 e pp. 84-85.
  9. ^ GAMBARA, 2009, p. 72.
  10. ^ GAMBARA, 2009, p. 84.
  11. ^ GAMBARA, 2009, p. 71.
  12. ^ Si tratta non solo del nucleo più consistente della provincia di Brescia, ma - dopo Aprica - dell'intera regione Lombardia. Cfr. Ebrei stranieri internati in Lombadia.
  13. ^ Oltre ai quattro fermati a Pralboino (Eleonora Bahn, Giulio Flesch, Felice Lenk & Ruth Wasser Lenk), altri due ex-internati (Josef Oscar Duglacz e la moglie Taube Sommer) furono arrestati sempre il 7 gennaio 1944 nel vicino comune di Milzano. Tra tutti loro solo Felice Lenk e Ruth Wasser fecero ritorno. Cfr. CDEC Digital library.
  14. ^ Marco Foppoli, Stemmario Bresciano, Provincia di Brescia / Grafo, 2011, p. 79, ISBN 978-88-7385-844-7.
  15. ^ Storia e descrizione della chiesa sul sito casadiriposorsapralboino.it, su casadiriposorsapralboino.it. URL consultato il 21 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
  16. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  17. ^ Cinque giorni di grandi feste per San Flaviano [collegamento interrotto], su bresciaoggi.it. URL consultato l'08-10-11.
  18. ^ Claudio Mafrici, I binari promiscui - Nascita e sviluppo del sistema tramviario extraurbano in provincia di Brescia (1875-1930), in Quaderni di sintesi, vol. 51, novembre 1997.

Bibliografia

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  • Angelo Baronio, Gambara: la corte del mito, in Gabriele Archetti e Angelo Baronio (a cura di), La Corte del Mito: Gambara antico feudo della Bassa, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 2009, pp. 49-114, ISBN 978-88-559-0012-6.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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