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Pier Paolo Parisio

cardinale italiano
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Pier Paolo Parisio (anche Pierpaolo o Pietro Paolo) (Cosenza, 1473Roma, 11 maggio 1545) è stato un cardinale, vescovo cattolico e giurista italiano.

Pier Paolo Parisio
cardinale di Santa Romana Chiesa
Busto del cardinale Parisio presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1473 a Cosenza
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato vescovo11 gennaio 1538 da papa Paolo III
Consacrato vescovoin data sconosciuta
Creato cardinale19 dicembre 1539 da papa Paolo III
Deceduto11 maggio 1545 a Roma
 

Biografia

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Monumento funebre del cardinale, Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, Roma

Nato dal ramo cosentino della nobile famiglia dei Parisio, da Ruggiero, magistrato, e Covella di Francia, fu celebre giurista ed insegnò presso le Università di Padova e di Bologna. Rimasto vedovo, entrò nella carriera ecclesiastica e l'11 gennaio 1538 fu nominato vescovo di Nusco. Nel concistoro del 19 dicembre 1539 fu elevato alla dignità cardinalizia da papa Paolo III, ricevendo il titolo cardinalizio di Santa Balbina. Fu legato a latere, con il cardinale Marcello Cervini, presso l'imperatore Carlo V che si trovava a Genova. Con i cardinali Reginald Pole e Giovanni Gerolamo Morone fu nominato presidente del Concilio di Trento.

Il 4 luglio 1542 Paolo III affiancò a Gian Pietro Carafa, il futuro papa Paolo IV, una commissione di cardinali per coordinare l'attività dell'inquisizione: Pier Paolo Parisio è allineato agli intransigenti con Carafa, Bartolomeo Guidiccioni e Dionisio Laurerio; completano la commissione i due concilianti Giovanni Morone e Tommaso Badia.[1]

Fu sepolto nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma; suo nipote Flaminio Parisio, vescovo di Bitonto, fece erigere un elegante monumento con busto in marmo ed elogio funebre.

Lasciò numerose opere di diritto civile e canonico, tra cui i 4 volumi di Consilia pubblicati postumi nel 1570.

  1. ^ Andrea del Col, Storia dell'inquisizione in Italia, Mondadori, 2021, pp. 292

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN89315026 · ISNI (EN0000 0001 2142 9939 · SBN BVEV018941 · BAV 495/122706 · CERL cnp00539510 · LCCN (ENn94066352 · GND (DE11882421X · BNE (ESXX4848268 (data) · NSK (HR000481026