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Picea jezoensis

specie di peccio

Picea jezoensis ((Siebold & Zucc.) Carrière, 1855) è una specie di peccio, appartenente alla famiglia delle Pinaceae, originaria della Cina (Jilin), della Russia (Magadan, Isole Curili, Sakhalin, Primorskij, Kamčatka e Chabarovsk), del Giappone (Hokkaidō e Honshū) e della Corea del Nord.[1]

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Picea jezoensis
Esemplare di Picea jezoensis
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisionePinophyta
ClassePinopsida
OrdinePinales
FamigliaPinaceae
GenerePicea
SpecieP. jezoensis
Nomenclatura binomiale
Picea jezoensis
(Siebold & Zucc.) Carrière, 1855
Sinonimi
Nomi comuni

(IT) Peccio di Jezo
(EN) Yezo Spruce
(DE) Ajan-Fichte

Etimologia

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Il nome generico Picea, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare da Pix picis = pece, in riferimento all'abbondante produzione di resina.[2] Il nome specifico jezoensis fa riferimento a Jezo, altro nome di Hokkaidō.[3]

Descrizione

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Portamento

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Albero alto 40-50 metri con unico tronco diritto; i rami del primo ordine sono lunghi, snelli e sviluppati orizzontalmente. I rami del secondo ordine sono cadenti, snelli e fitti. La chioma è piramidale o ampiamente conica. I virgulti sono solidi, snelli, prima di color giallo-pallido, poi giallo-arancione o marrone-rossastro, con superficie scanalata, rugosa, glabra o pubescente; i pulvini sono più scuri, lunghi 1 mm.[3]

Le foglie sono aghiformi, di colore verde scuro superiormente, con due bande bianche inferiormente, lineari, dritte o leggermente ricurve, lunghe 1,2 cm, con punte acute o mucronate; hanno stomi nella pagina inferiore, disposti in 6-7 linee su due bande. Le gemme vegetative sono ovoidali-coniche, lunghe 5-8 mm, senza resina; hanno perule ottuse-triangolari, di colore arancione-marrone, persistenti per anni.[3]

Sono strobili maschili gialli, ascellari, disposti a gruppi pendenti sui virgulti, lunghi 1,5-2 cm.[3]

I coni femminili sono sessili o con corto peduncolo, cilindrici, inizialmente eretti, poi pendenti a maturazione, lunghi 4-7 cm e larghi 2-3,5 cm, inizialmente verdi, poi marroni-rossastri o giallastri, con punte ottuse. I macrosporofilli sono numerosi, piccoli, obovati-oblunghi o rombici, molto sottili ma rigidi, lunghi 1-1,2 cm. Le brattee sono piccole, ligulate, con punte dentellate a cuspide, lunghe 4-5 mm, incluse e di color porpora. I semi, di color marrone chiaro, sono ovoidali-cuneati, lunghi 3 mm, con parte alata ovata-oblunga, lunga 6-10 mm.[3]

Corteccia

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La corteccia inizialmente è ruvida e scanalata, di colore marrone nerastro o porpora-grigio scuro.[3]

Distribuzione e habitat

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Vegeta dal livello del mare ai 2700 m di quota, su suoli podzolici; il clima dell'habitat è freddo e umido, con precipitazioni annue comprese tra i 1000 e i 2500 mm. Forma foreste miste, usualmente con altre conifere come Tsuga diversifolia, specie di Abies, Larix e Pinus; tra le caducifoglie la più presente è Betula ermanii.[1]

Tassonomia

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Vengono accettate una sottospecie e una varietà:[4]

Sinonimi

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Si conoscono i seguenti sinonimi:[4]

  • Abies jezoensis Siebold & Zucc.
  • Pinus jezoensis (Siebold & Zucc.) Antoine
  • Pseudotsuga jezoensis (Siebold & Zucc.) W.R.McNab

Riveste una grande importanza economica per lo sfruttamento del suo legno, utilizzato nell'industria cartaria e per la fabbricazione di strumenti musicali. sempre più frequentemente in edilizia, per la fabbricazione di strumenti musicali (Giappone); in Kamchatka viene utilizzato per la costruzione delle locali abitazioni. È una specie molto utilizzata per le riforestazioni, in particolare in Corea e Giappone, ma anche in Europa, dove però si è dimostrata sensibile alle gelate tardive; se ne conoscono poche cultivar, nonostante i vari tentativi di ibridazione con P. sitchensis, P. glauca e P. mariana.[3]

Conservazione

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Essendo una conifera con areale e popolazione vaste, viene classificata come specie a rischio minimo (least concern) nella Lista rossa IUCN.[1]

  1. ^ a b c d (EN) Thomas, P., Zhang, D, Katsuki, T. & Rushforth, K. 2013, Picea jezoensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Picea jezoensis, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 16 maggio 2019.
  3. ^ a b c d e f g (EN) Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.), Brill, 2010, pp. 573-574. URL consultato il 23 maggio 2019.
  4. ^ a b Picea jezoensis (Siebold & Zucc.) Carrière, in Plants of the world. URL consultato il 5 maggio 2020.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàJ9U (ENHE987007536598605171 · NDL (ENJA00562077
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