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Ortrun Enderlein

slittinista tedesca orientale

Ortrun Enderlein (Trünzig, 1º dicembre 1943) è un'ex slittinista tedesca orientale, vincitrice di una medaglia d'oro ai Giochi olimpici ad Innsbruck 1964. Dopo la riunificazione della Germania (1990), acquisì la cittadinanza tedesca.

Ortrun Enderlein
Ortrun Enderlein ad Oberhof nel 1965
NazionalitàGermania Est (bandiera) Germania Est
Altezza163 cm
Peso56 kg
Slittino
SpecialitàSingolo
SquadraSC Traktor Oberwiesenthal
Termine carriera1969
Palmarès
Squadra Unificata Tedesca (bandiera) Squadra Unificata Tedesca
Competizione Ori Argenti Bronzi
Olimpiadi 1 0 0
Germania Est (bandiera) Germania Est
Competizione Ori Argenti Bronzi
Mondiali 2 0 0

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Statistiche aggiornate al 20 gennaio 2013

Biografia

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Fu protagonista, insieme alle altre compagne della squadra DDR Anna-Maria Müller ed Angela Knösel, del più grande scandalo sportivo legato al mondo dello slittino. Il fatto avvenne durante i Giochi olimpici di Grenoble 1968, mentre si stava disputando la terza manche del singolo femminile i giudici di gara constatarono che i pattini delle slittiniste della Germania Est erano stati riscaldati (quest'ultima pratica proibita che rende minore l'attrito delle lame sul ghiaccio) e, dopo aver fatto loro disputare la discesa, decisero di squalificarle dalla manifestazione[1][2][3][4].

Prese parte a due edizioni dei Giochi olimpici invernali: ad Innsbruck 1964 vinse la medaglia d'oro nel singolo ed a Grenoble 1968, come detto, venne squalificata.

Ai campionati mondiali ottenne due medaglie d'oro nel singolo a Davos 1965 e ad Hammarstrand 1967.

Ritiratasi dalle competizioni nel 1969, iniziò a lavorare come ingegnere. Da quello stesso anno e fino alla riunificazione tedesca è stata membro del comitato olimpico nazionale della DDR.

Palmarès

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Olimpiadi

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Mondiali

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  1. ^ Gigi Boccacini, L'azzurra Lechner (con slitta regolare) è in testa e punta alla medaglia d'oro, in La Stampa, 14 febbraio 1968, p. 12. URL consultato il 20 gennaio 2013.
  2. ^ Giorgio Viglino, Un «trucco» per scendere più veloci, in La Stampa, 14 febbraio 1968, p. 12. URL consultato il 20 gennaio 2013.
  3. ^ Gigi Boccacini, L'azzurra ha ottenuto il titolo senza disputare l'ultima gara, in La Stampa, 16 febbraio 1968, p. 10. URL consultato il 20 gennaio 2013.
  4. ^ (EN) Report della gara, in www.sports-reference.com. URL consultato il 20 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2012).

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Collegamenti esterni

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