Monterotondo (Passirano)
Monterotondo (Muridont in dialetto bresciano) è una frazione del comune bresciano di Passirano.
Monterotondo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Brescia |
Comune | Passirano |
Territorio | |
Coordinate | 45°36′38″N 10°02′40″E |
Altitudine | 261 m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 25050 |
Prefisso | 030 |
Fuso orario | UTC+1 |
Targa | BS |
Nome abitanti | monrotondesi |
Patrono | San Vigilio |
Cartografia | |
Storia
modificaLa località è un piccolo villaggio agricolo di antica origine, costituito in comune e parrocchia dai primi tempi del dominio veneto.
Le dolci ondulazioni collinari diedero origine certamente al nome di Monterotondo che sorge a 217m sul livello del mare (altezza massima 318m, colle di San Giorgio).
La forma rotonda delle colline è ripresa dallo stemma dell'antico Comune, con sei colline tonde sormontate da una croce rossa tra due ramoscelli d'ulivo, e da un altro emblema raffigurante tre colline tonde sovrastate da un tralcio di vite, ad indicare anche la fertilità vinifera di queste colline.
Già nel 1274 l'antichissima chiesa di San Vigilio viene ricordata per il pagamento della decima di novali al Vescovo, ma la storia di Monterotondo è legata soprattutto alla vita del castello di San Giorgio, di probabile appartenenza ai ghibellini Isei (Oldofredi) che avevano in tutta quest'area una serie di torri e rocche e che promossero varie azioni di guerriglia da Monterotondo contro i guelfi di Cazzago e Passirano. Alcuni storici sostengono che tale Inverardo Bornato abbia dato origine agli Inverardi di Monterotondo alla cui famiglia sarebbe appartenuto il monaco Arnaldo da Brescia. Certo è che nel 1145 i suoi partigiani religiosi e politici, vinti e dispersi dal forte partito che sosteneva i diritti feudali del Vescovo, trovarono ospitalità in questo castello. Elia Caprioli narra un altro episodio di pochi anni successivi, quando il castello fu assalito da un esercito di bresciani capitanati dai consoli Alberto Gambara e Gerardo della Porta perché i seguaci di un certo Arnaldo, che vi erano rinchiusi, saccheggiavano e depredavano il territorio circostante. La spedizione cittadina, sostenuta dal partito vescovile, portò nel 1154 alla distruzione del castello e del borgo, facendo presagire una volontà di egemonia sul territorio da parte della città. Sulle rovine del castello sorge attualmente la Chiesa di San Giorgio (fine '400 - inizio '500), certo sviluppo di un più antico luogo di culto legato al castello.
È impossibile ricostruire la storia più antica del Comune di Monterotondo per la scarsità dei documenti reperiti.
Elenchiamo i principali passaggi che hanno segnato la vita e l'appartenenza a diverse situazioni di questa comunità:
1696: Monterotondo si separa da Bornato e si costituisce Comune autonomo della Quadra di Rovato
1805: il 5 giugno nasce il Comune di Borgonato con Monterotondo, nel Cantone di Adro, collegato al Comune di Passirano, dal quale però conserva distinzione dei beni e autonomia operativa.[1]
Monterotondo divenne frazione di Borgonato su ordine di Napoleone.
1816: il Comune di Borgonato con Monterotondo si stacca da Passirano acquisendo piena autonomia; la nuova formazione era retta da un unico Consiglio Comunale che teneva separati i relativi beni e la loro amministrazione.
1867: Monterotondo dopo l'unità d'Italia passa al Comune di Passirano, di cui è tuttora una frazione insieme a Camignone.
Note
modifica- ^ Cenni storici comune di passirano, su comune.passirano.bs.it.
- ^ Monterotondo
- ^ Gazzetta ufficiale
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it.