Lucio Valerio Publicola
Lucio Valerio Publicola (fl. IV secolo a.C.) è stato un politico e militare romano.
Lucio Valerio Publicola | |
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Tribuno consolare della Repubblica romana | |
Nome originale | Lucius Valerius Poplicola |
Gens | Valeria |
Tribunato consolare | 394 a.C., 389 a.C., 387 a.C., 383 a.C., 380 a.C. |
Primo tribunato consolare
modificaNel 394 a.C. fu eletto tribuno consolare con Marco Furio Camillo, Lucio Furio Medullino, Gaio Emilio Mamercino, Spurio Postumio Albino Regillense e Publio Cornelio Scipione[1].
A Furio Camillo fu affidata la campagna contro i Falisci che si concluse con la resa di Falerii a Roma[2].
A Gaio Emilio e Spurio Postumio fu invece affidata la campagna contro gli Equi. I due tribuni, dopo aver sbaragliato i nemici in campo aperto, decisero che mentre Gaio Emilio sarebbe rimasto a presidiare Verrugine, Spurio Postumio avrebbe saccheggiato le campagne degli Equi. Ma i romani, durante questa azione, furono sorpresi e sbaragliati da un attacco degli Equi.
Nonostante la sconfitta, e nonostante molti soldati di guarnigione a Verruggine, si erano rifugiati a Tuscolo, temendo un successivo attacco degli Equi, Postumio riuscì a riorganizzare l'esercito, e ad ottenere una nuova vittoria campale contro gli Equi[3].
Secondo tribunato consolare
modificaNel 389 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Verginio Tricosto, Publio Cornelio, Aulo Manlio Capitolino, Lucio Emilio Mamercino e Lucio Postumio Albino Regillense[4].
Durante il tribunato i romani, condotti da Marco Furio Camillo, nominato dittatore per la terza volta, sconfissero i Volsci, che firmarono la resa dopo 70 anni di combattimenti[5], gli Equi e gli Etruschi, che avevano assediato la città alleata di Sutri[6].
Terzo tribunato consolare
modificaNel 387 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Papirio Cursore, Lucio Emilio Mamercino, Gneo Sergio Fidenate Cosso e Licinio Menenio Lanato[7].
I tribuni della plebe riproposero la questione dell'assegnazione dell'agro Pontino strappato ai Volsci e vennero create 4 nuove tribù, la Stellatina, la Tromentina, la Sabatina e la Arniense, portando il numero totale delle tribù a venticinque[7].
Quarto tribunato consolare
modificaNel 383 a.C. fu eletto tribuno consolare con Servio Sulpicio Rufo, Lucio Emilio Mamercino, Aulo Manlio Capitolino, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo e Marco Trebonio[8].
A Roma arrivarono diverse notizie di ribellioni; dai soliti Volsci, dai Prenestini, oltre che dagli abitanti di Lanuvio, cui fu dichiarata guerra, che però non poté essere condotta quell'anno, per la carestia e la peste che avevano colpito Roma[8].
Quinto tribunato consolare
modificaNel 380 a.C. fu eletto tribuno consolare con Servio Cornelio Maluginense, Gneo Sergio Fidenate Cosso, Licinio Menenio Lanato, Publio Valerio Potito Publicola[9].
L'anno fu contrassegnato dalle dispute tra patrizi e plebei sulla questione dei cittadini romani tratti in schiavitù per debiti. Dei contrasti interni provarono ad approfittarne gli abitanti di Preneste, che arrivarono fin sotto a porta Collina. Allora per scongiurare il pericolo esterno, ma anche per limitare il potere dei tribuni della plebe, il Senato nominò dittatore Tito Quinzio Cincinnato Capitolino che condusse i romani alla vittoria contro i Prenestini[10].
Note
modifica- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 2, 26.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 2, 26-28.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", V, 2,28.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 1.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 2.
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 3.
- ^ a b Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 5.
- ^ a b Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 2, 21.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 3, 27, nomina 6 tribuni consolari per quell'anno. L. et P. Valeriis, Lucio per la quinta volta, Publio per la terza, C. Sergio per la terza volta, Licinio Menenio per la seconda, e poi P. Papirio e Ser. Cornelio Maluginense
- ^ Tito Livio, "Ab Urbe Condita", VI, 3, 27-29.
Collegamenti esterni
modifica- (LA) Tito Livio, Ab Urbe Condita