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Lorica squamata

tipo di armatura in uso nell'esercito romano e nella legione
Voce principale: Armi e armature romane.

La lorica squamata era la variante in uso all'esercito romano dell'armatura a scaglie.
La corazza era così chiamata per le lamelle di metallo con le quali era realizzata. Il nome è derivato dal fatto che tali lamelle, poste l'una a fianco all'altra, ricordano vagamente le squame (squamae in latino) di un pesce.

Lorica squamata
Legionario romano in lorica squamata - rievocazione storica
OriginePopolazioni nomadi della steppa eurasiatica
Impiego
UtilizzatoriImpero romano
ConflittiGuerre romane
voci di armature presenti su Wikipedia
Frammento di armatura a scaglie romana.
Lorica squamata in un rilievo del piedistallo della Colonna Traiana. Al centro un draco.

Sebbene presente occasionalmente nelle panoplie greche ed etrusche, la corazza a scaglie sembra evidenziare in modo netto una provenienza orientale. Sconosciuta al mondo celtico, venne probabilmente introdotta nell'esercito romano da ausiliari delle provincie orientali e diffusa attorno al I secolo.

Composizione e funzioni

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Armi e armature romane.

Gli scavi archeologici hanno restituito in ogni angolo dell'impero centinaia di scaglie di varie forme e dimensioni appartenute a questo tipo di corazza: ad esempio Von Groller nel 1912 ne ha classificate 36 solo tra quelle rinvenute a Carnuntum. Le scaglie erano costituite di norma da piastrine metalliche romboidali con i bordi arrotondati, di ferro o di bronzo, lunghe dai due ai tre centimetri e dotati di una serie di piccoli fori per permetterne l'assemblaggio. Le scaglie a volte venivano stagnate, venivano affiancate e unite a coppie da un corto spezzone di filo di bronzo; l'intera fila così ottenuta veniva quindi cucita su un supporto di tessuto, sempre utilizzando i fori predisposti sulla superficie. Variando opportunamente la lunghezza delle file di scaglie era possibile costruire corazze di qualsiasi misura: il sistema risultava piuttosto semplice e consentiva una facile sostituzione dei pezzi danneggiati o mancanti.

Nella maggior parte dei casi le corazze a scaglie risultano indossate da figure di un certo livello, come centurioni o portainsegne (aquilifer, signifer, imaginifer), oppure da cavalieri, mentre sembra fossero meno diffuse, rispetto alla lorica hamata, tra gli uomini di truppa.


Bibliografia

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  • Giuseppe Cascarino, L'esercito romano - armamento e organizzazione (da Augusto ai Severi) , vol. II, Il Cerchio

Voci correlate

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