Kindelwiegen
Il Kindelwiegen o Kindleinwiegen o Christkindlwiegen (letteralmente "cullare il Bambin(o) (Gesù)") era una tradizione natalizia diffusa soprattutto tra il XV[1]. e il XIX secolo[2] nelle comunità religiose di lingua tedesca (soprattutto cattoliche) e che ebbe origine nel Medioevo[2] L'usanza consisteva in una sorta di danza accompagnata da canti attorno ad un'immagine di Gesù posta in una culla o sull'altare da parte del sacerdote e dei fedeli.[2][3].
Fu tra le usanze che consentirono alla Chiesa di far presa sulle masse[3]: tramite quest'usanza, infatti, le comunità ritenevano di poter stabilire un "contatto" diretto con Gesù[3].
Storia
modificaL'usanza ebbe origine in epoca medievale dalla tradizione del presepe.[2]
Inizialmente, spettava soltanto ai sacerdoti (che - pare - impersonavano San Giuseppe e Maria[3]) l'onore di poter "cullare" la figura del Bambin Gesù[2][3], ma in seguito l'usanza fu estesa anche al resto dei fedeli[2].
Nel XV secolo, l'usanza era diffusa praticamente in tutte le chiese della Germania.[1]
Nel XVI secolo, l'usanza fu ripudiata dalle comunità protestanti[1][2] in quanto considerata frutto di superstizioni[1], ma ci volle molto tempo perché scomparisse del tutto[1].
In quel periodo, alcuni aspetti dell'usanza furono considerati irriverenti anche da parte dei cattolici[1][2]: per questo motivo, subì una lieve trasformazione in molte comunità, dove l'immagine di Gesù fu spostata dalla culla all'altare.[1][2].
Nel corso del XVIII secolo, l'usanza era praticata nel Duomo di Bressanone da parte dei novizi o da parte del sacrestano e dei chierichetti nel periodo compreso tra Natale e la Candelora.[1][2]
In Germania, l'usanza resistette fino al XIX secolo.[2]
Note
modifica- ^ a b c d e f g h Miles, Clement A., Storia del Natale [Christmas in Ritual and Tradition Christian and Pagan], ed. italiana a cura di Laura Mazzolini e Gessica Cirenei, Odoya, 2010, p. 71
- ^ a b c d e f g h i j k Bowler, Gerry, Dizionario universale del Natale [The World Encyclopedia of Christmas], Newton & Compton, Roma, 2003, p. 204
- ^ a b c d e Miles, Clement A., op. cit., p. 70