Gregg Araki
Gregg Araki (Los Angeles, 17 dicembre 1959) è un regista, sceneggiatore, montatore e produttore cinematografico statunitense.
Biografia
modificaNato e cresciuto a Los Angeles, in California, in una famiglia di nikkei (entrambi i genitori, infatti, sono nippo-americani di terza generazione)[1][2], Araki si appassiona fin da piccolo di cinema e musica, entra nella University of Southern California, dove decide di laurearsi in produzione. Trova lavoro come redattore scrivendo recensioni di LP e album musicali per la rivista L.A. Weekly, che è tutt'oggi attiva; inizia a scrivere soggetti e sceneggiature approdando ad un tipo di produzione indipendente a basso costo, dopo Three Bewildered People in the Night del 1987 e The Long Weekend (O'Despair) e del 1989 infatti, arriva alla prima piccola produzione cinematografica di collaborazione, riscuotendo il primo grande successo di pubblico e valicando definitivamente la linea di autore indipendente, a nuova promessa di cinema di settore, con The Living End (L'estremità viva) del 1992; realizzando in 16 millimetri un innovativo, posato e geniale road movie, con protagonisti due giovani adolescenti gay, uno sieropositivo e in fuga da se stesso, l'altro, ai margini, nichilista e totalmente privo di moralità. Le scene del film vengono rese a colori o in bianco e nero, e condite da sesso comunque abbastanza pudicamente, e da un taglio pulito e professionale, oltre che da una ricerca della violenza senza motivazioni.
La sua fama nella Los Angeles gay/lesbica comincia a crescere con la produzione seguente, Totally F***ed Up (Completamente Fuori di Testa), film che incentra un taglio documentaristico sulle vicende di sei personaggi omosessuali nella loro vita quotidiana; con i successi dei primi film aumentano i budget di produzione della Blurco, la quale permette ad Araki di realizzare quello che è considerato tutt'oggi uno dei film più rappresentativi per una generazione, Doom Generation, del 1995. Il film mostra a caratteri cubitali l'incubo visionario di 3 adolescenti attraverso un altro road movie, intriso di sangue morte e terrore; scioccante è poi l'accostamento fra la furia omicida dei ragazzi e i torbidi intrecci sessuali, accompagnati dalla costante vena di nichilismo dei personaggi, spesso presente nella filmografia di Araki.
Ancora più visionario anche se meno macabro e brutale è il successivo Ecstasy Generation (Nowhere) del 1997, accompagnato da una splendida colonna sonora, è un film innovativo, che riesce a mostrare la realtà vista dai loro occhi, nel migliore dei modi, non mancando di guarnire le vicende dei protagonisti, di sesso controverso, furia violenta e allucinazioni extra sensoriali. Nel 1999 è la volta di Splendor (Splendidi amori) ennesimo film con protagonisti giovani adolescenti e avvicendamenti sessuali, intrecciati fra due ragazzi e una ragazza, la quale inizialmente non sa decidere chi fra i due frequentare e in seguito da inizio ad una più amichevole e pacifica unione a tre, con un sapiente gioco di colpi di scena, Araki riesce stavolta a realizzare un film totalmente privo di violenza brutale, nichilismo e odio, dimostrando di essere poliedrico e attento ad una ricerca del bello.
Si consolida poi a livello mondiale con Mysterious Skin del 2004 difficile resoconto di una storia di vita vissuta e in un certo senso stroncata dalla piaga della pedofilia, subita dai due giovani protagonisti durante l'infanzia, i quali risultano essere caratterialmente all'apice, come in The Living End, è il film più serio realistico e "posato" dell'autore nippo-americano, anche sicuramente in termini di budget e qualità di produzione, scelta di materiali e finezza di pellicola. Nel 2007 dirige Smiley Faces, che si rivela essere un film completamente diverso dai precedenti, privo di ogni qualsivoglia segno di violenza, furia omicida o torbidi accostamenti sessuali; incentrandosi totalmente su un prodotto di commedia, mantenendo sempre uno stile univoco e originale. Nel 2010 dirige Kaboom, vincendo la Queer Palm al Festival di Cannes 2010.
Vita privata
modificaBenché definitosi pubblicamente «un asio-americano gay» sin dai propri esordi[3], agli inizi del 1997 avvia una relazione sentimentale con l'attrice canadese Kathleen Robertson, perlopiù nota per l'interpretazione di Clare Arnold nel celebre teen drama Beverly Hills 90210, conclusasi nel 1999[4][5][6].
La Robertson ha inoltre, nell'arco della loro relazione, recitato in due suoi film, Ecstasy Generation (1997) e Splendidi amori (1999), quest'ultimo in qualità di co-protagonista e da taluni visto in parte quale una sorta di risposta alle perplessità scaturite dalla loro relazione[2][7].
Nel 2014, durante un'intervista, il regista ha successivamente asserito in merito al proprio orientamento sessuale che «veramente non m'identifico come alcunché, [...] probabilmente m'identifico come gay a questo punto, ma sono stato con delle donne»[8].
Filmografia
modificaRegista, sceneggiatore e produttore
modifica- Three Bewildered People in the Night (1987)
- The Long Weekend (O'Despair) (1989)
- The Living End (1992)
- Totally F***ed Up (1993)
- Doom Generation (The Doom Generation) (1995)
- Ecstasy Generation (Nowhere) (1997)
- Splendidi amori (Splendor) (1999)
- Mysterious Skin (2004)
- Smiley Face (2007)
- Kaboom (2010)
- White Bird (White Bird in a Blizzard) (2014)
- Now Apocalypse - serie TV (2019)
Regista
modifica- This Is How the World Ends (episodio pilota per la TV, 2000)
- Tredici (1° st. ep. 7 e 8 - 2° st. ep. 1 e 2)
- Dahmer - Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer (1° st. ep. 8)
Note
modifica- ^ B. Ruby Rich, New Queer Cinema: The Director’s Cut, Durham, North Carolina, Duke University Press, 26 marzo 2013, ISBN 978-0-8223-9969-8.
- ^ a b Luca Prono, Encyclopedia of Gay and Lesbian Popular Culture, Santa Barbara, California, ABC-CLIO, 30 dicembre 2007, ISBN 978-0-313-33599-0.
- ^ Kimberly Yutani, Gregg Araki and the Queer New Wave, in Russell Leong (a cura di), Asian American Sexualities: Dimensions of the Gay and Lesbian Experience, Psychology Press, 1996, p. 177, ISBN 978-0-415-91437-6.
- ^ Michael Szymanski, Having It Both Ways, in Los Angeles Times, Los Angeles, California, 20 luglio 1997. URL consultato il 17 dicembre 2014.
- ^ Megan Turner, STRANGE BEDFELLOWS: GAY DIRECTOR FALLS FOR 90210 BABE, in New York Post, New York, New York, 8 settembre 1999. URL consultato il 17 dicembre 2014.
- ^ Dennis Lim, Young and Restless Never Gets Old, in The New York Times, New York, New York, 14 gennaio 2011. URL consultato il 17 dicembre 2014.
- ^ Kylo-Patrick R. Hart, Images for a Generation Doomed: The Films and Career of Gregg Araki, Lanham, Maryland, Rowman & Littlefield, 20 settembre 2010, ISBN 978-0-7391-3997-4.
- ^ Michael Musto, Gregg Araki on His New Movie, White Bird in a Blizzard, and Being Gay in Hollywood, in Out, 20 ottobre 2014.
Bibliografia
modifica- Kimberly Yutani, Gregg Araki and the Queer New Wave, in: Russell Leong, Asian American Sexualities: dimensions of the gay & lesbian experience, Routledge, New York 1996.
- Maurizio De Benedictis, Francesco Iezzi, Gregg Araki. La poetica del kitsch, in: Cine/Usa e Canada, Lithos Editrice, Roma 2013
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gregg Araki
Collegamenti esterni
modifica- Opere di Gregg Araki, su MLOL, Horizons Unlimited.
- Gregg Araki, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Gregg Araki, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Gregg Araki, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Gregg Araki, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN) Young, Beautiful, and F***ed: A conversation with Gregg Araki and other members of The Doom Generation, su brightlightsfilm.com. URL consultato il 29 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2013).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 85111970 · ISNI (EN) 0000 0001 2141 9466 · ULAN (EN) 500351344 · LCCN (EN) n93087869 · GND (DE) 138868204 · BNE (ES) XX4580807 (data) · BNF (FR) cb14074994s (data) |
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