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Glenn Greenwald

giornalista, avvocato e scrittore statunitense

Glenn Edward Greenwald (New York, 6 marzo 1967) è un avvocato, giornalista e blogger statunitense.

Glenn Greenwald, 2014

È noto per il suo lavoro su una serie di articoli pubblicati nel 2013 su The Guardian riguardanti alcuni programmi segreti di intelligence, che si basavano su informazioni rivelate da Edward Snowden[1] e che hanno valso al giornale il Premio Pulitzer per il miglior giornalismo di pubblico servizio (Public Service) nel 2014[2]. A febbraio 2014, insieme con Laura Poitras e Jeremy Scahill, ha fondato il giornale online The Intercept[3].

Biografia

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Gioventù e istruzione

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Nato a New York da Arlene e Daniel Greenwald, in una famiglia di origine ebraica, Greenwald si è trasferito con la famiglia a Lauderdale Lakes in Florida[4]. All'età di 17 anni, durante l'ultimo anno di high school, si è candidato al consiglio comunale della sua città. Dopo il diploma, Greenwald ha ottenuto un Bachelor of Arts alla facoltà di filosofia della George Washington University nel 1990 e poi uno Juris Doctor alla New York University School of Law nel 1994[5].

Carriera

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Avvocato

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Nel 1994-1995 Greenwald ha esercitato come avvocato occupandosi di contenziosi prima presso lo studio legale Wachtell, Lipton, Rosen & Katz e successivamente nel suo studio, per il quale ha seguito casi riguardanti la costituzione degli Stati Uniti e i diritti civili, tra cui quello del rappresentante della Supremazia bianca Matthew F. Hale[6].

Unclaimed Territory

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Nell'ottobre 2005 Greewald ha creato il blog Unclaimed Territory, nel quale ha cominciato a occuparsi delle indagini sul CIA-gate, l'accusa federale di Scooter Libby e la controversia dei programmi di sorveglianza da parte della National Security Agency tra il 2001 e il 2007. Il blog ha ricevuto il Koufax Award 2005 come Migliore Nuovo Blog.

A febbraio del 2007, Greenwald ha cominciato a scrivere contributi sulla Rivista online Salon, che nel tempo è andato a sostituire Unclaimed Territory[7][8].

Su Salon Greenwald ha scritto articoli sugli Attacchi all'antrace del 2001 e sulla candidatura dell'ex-ufficiale della CIA John O. Brennan al posto di Direttore della CIA o Direttore dell'Intelligence Nazionale in seguito all’elezione di Barack Obama. In seguito all’opposizione espressa da numerosi blog di area liberal e da quello di Greenwald in particolare, Brennan ha ritirato la sua candidatura, tornando a coprire la sua vecchia posizione alla CIA a marzo 2013[9][10].

The Guardian

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Ad agosto 2012 Greenwald ha lasciato Salon per passare al The Guardian[11].

Il 5 giugno 2013 Greenwald ha rivelato la storia Top secret dell’ordine della United States Foreign Intelligence Surveillance Court di permettere alla National Security Agency di acquisire metadata telefonici su tutte le chiamate tra gli Stati Uniti e l’estero e per quelle interne tramite una rete di Verizon Communications[12][13][14].

First Look Media e The Intercept

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A ottobre 2013 Greenwald ha abbandonato il Guardian per fondare l'organizzazione First Look Media, finanziata dal fondatore di eBay Pierre Omidyar. La sua prima pubblicazione online è The Intercept, a partire dal 10 febbraio 2014[15][16] e del quale Greenwald è l'editore, insieme con Laura Poitras e Jeremy Scahill.

Apparizioni sui media

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Greenwald è apparso come ospite in diverse trasmissioni televisive (ABC, HBO, NPR, C-SPAN, MSNBC, Fox News Channel e PBS) e radiofoniche (Pacifica Radio e National Public Radio).

Vita privata

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Greenwald vive a Rio de Janeiro, città di suo marito David Miranda, morto nel 2023. La coppia si era sposata 17 anni prima e aveva anche adottato tre bambini (due fratellini nel 2017 e un altro maschio nel 2021). A proposito della sua residenza, Greenwald ha dichiarato che la sua scelta del Brasile è avvenuta in seguito alla promulgazione negli Stati Uniti del Defense of Marriage Act, legge americana che impediva il riconoscimento federale delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, e che è stata in seguito invalidata dalla Corte suprema degli Stati Uniti d'America[17][18][19].

Edizioni originali

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Edizioni italiane dei libri di Greenwald

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I libri di Greenwald disponibili in traduzione italiana comprendono:

Premi e riconoscimenti

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Greenwald ha ricevuto numerosi premi per i suoi articoli, tra i quali:

La rivista Foreign Policy ha nominato Greenwald come uno dei "Top 100 Global Thinkers of 2013"[32]. Inoltre compare in numerose classifiche degli editorialisti più influenti negli Stati Uniti, per esempio tra i primi 25 per Forbes[33], tra i primi 20 per il New Statesman[34], tra i primi 40 per il New York Magazine[35], tra i primi 10 per l'opinionista del New York Times Paul Krugman, che cita il sito Mediaite[36]. A giugno del 2012, Newsweek ha nominato Greenwald nella lista dei 10 maggiori opinionisti in America[37].

  1. ^ (EN) Anthony Boadle, Glenn Greenwald: Snowden Gave Me 15-20,000 Classified Documents, in Huffington Post, 6 agosto 2012. URL consultato il 30 giugno 2016.
  2. ^ a b The 2014 Pulitzer Prize Winner in Public Service, su pulitzer.org. URL consultato il 27 giugno 2016.
  3. ^ Staff – The Intercept, su firstlook.org. URL consultato il 27 giugno 2016.
  4. ^ (EN) Gary Stein, At 18, Future Holds Promise, in Sun Sentinel, 13 marzo 1985. URL consultato il 30 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  5. ^ Unclaimed Territory, su glenngreenwald.blogspot.com. URL consultato il 30 giugno 2016.
  6. ^ (EN) Matthew F. Hale v. Committee on Character and Fitness, et al, su hatemonitor.csusb.edu, United States District Court for the Northern District of Illinois Eastern Division, 27 giugno 2001. URL consultato il 30 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2008).
  7. ^ Glenn Greenwald, Blog News, su Unclaimed Territory, Glenn Greenwald, 1º febbraio 2007. URL consultato il 2 febbraio 2007.
  8. ^ Jesse Singal, Glenn Greenwald: On Terrorism, Civil Rights, and Building a Blog, Campus Progress (Blog), 17 settembre 2007. URL consultato il 5 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2013).
  9. ^ (EN) Andrew Sullivan, No Way. No How. No Brennan, su The Daily Dish of No Party or Clique (Blog), Theatlantic.com, 21 novembre 2008. URL consultato il 30 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2011).
  10. ^ (EN) =Jane Hamsher, 'The Rachel Maddow Show' for Tuesday November 25, 2008: Transcript, su The Rachel Maddow Show, MSNBC, 25 novembre 2008. URL consultato il 30 giugno 2016.
    «I think as Atrios said, 'Behold the power of Glenn Greenwald' … Glenn, writing at Salon.com, had made a singular case against Brennan and said really, 'this is unacceptable.'»
  11. ^ (EN) Dylan Byers, Glenn Greenwald to move to The Guardian, in Politico, 19 luglio 2012. URL consultato il 30 giugno 2016.
  12. ^ (EN) Glenn Greenwald, Ewen MacAskill e Spencer Ackerman, NSA collecting phone records of millions of Verizon customers daily, in The Guardian, 5 giugno 2013. URL consultato il 1º luglio 2016.
  13. ^ (EN) Emily Bazelon, Is the Government Snooping Through My Phone Calls?, in Slate, 6 giugno 2013. URL consultato il 1º luglio 2016.
  14. ^ (EN) Noam Cohen, Blogger, With Focus on Surveillance, Is at Center of a Debate, in New York Times, 6 giugno 2013. URL consultato il 1º luglio 2016.
  15. ^ (EN) Jon Russell, The Intercept, the first online publication from eBay founder Pierre Omidyar, is now live, in The Next Web, 10 febbraio 2014. URL consultato il 2 luglio 2016.
  16. ^ (EN) Mark Hosenball, Here's Who's Backing Glenn Greenwald's New Website, in The Huffington Post, 15 ottobre 2013. URL consultato il 2 luglio 2016.
  17. ^ (EN) Fred Bernstein, Glenn Greenwald: Life Beyond Borders, in Out.com, 18 aprile 2011. URL consultato il 20 luglio 2016.
  18. ^ (EN) Hamish McKenzie, Glenn Greenwald interview, in New Zealand Listener, 4 febbraio 2012. URL consultato il 20 luglio 2016 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2012).
  19. ^ (EN) Ken Silverstein, Six Questions for Glenn Greenwald on Campaign Coverage, in Harper's Magazine, 21 febbraio 2008. URL consultato il 20 luglio 2016.
  20. ^ a b c Greenwald, Glenn, su greatamericanspeakers.com. URL consultato il 20 luglio 2016 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2016).
  21. ^ Dave Maley, Glenn Greenwald And Amy Goodman Share Inaugural Izzy Award For Independent Media, su ithaca.edu, 3 aprile 2009. URL consultato il 12 luglio 2016.
  22. ^ KEISHA C. FRAZIER, Online Journalism Awards, 2010, su conference.journalists.org, 30 ottobre 2010. URL consultato il 12 luglio 2016.
  23. ^ KEISHA C. FRAZIER, Late Digital Rights Activist, International Access to Knowledge Advocate, and NSA Spying Journalists Win EFF Pioneer Awards, su eff.org, 21 agosto 2013. URL consultato il 12 luglio 2016.
  24. ^ EFF Pioneer Awards 2013, su eff.org, Electronic Frontier Foundation, 19 settembre 2013. URL consultato il 24 luglio 2016.
  25. ^ LIU Announces 2013 George Polk Awards in Journalism, su liu.edu, 16 febbraio 2014. URL consultato il 12 luglio 2016.
  26. ^ (EN) Martin Pengelly, Guardian wins two online journalism awards for NSA Files reporting, in theguardian.com, 20 ottobre 2013. URL consultato il 24 luglio 2016.
  27. ^ Prêmio Esso de Jornalismo 2013, su Premioesso.com.br, 13 novembre 2013. URL consultato il 24 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2014).
  28. ^ Premios Perfil a la Libertad de Expresión y la Inteligencia 2013, su Perfil.com, 6 novembre 2013. URL consultato il 24 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2014).
  29. ^ Amy Davidson, Why "Citizenfour" Deserved Its Oscar, su newyorker.com, 22 febbraio 2015. URL consultato il 24 luglio 2016.
  30. ^ Preisträger 2014: Glenn Greenwald, su geschwister-scholl-preis.de, 1º ottobre 2014. URL consultato il 12 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2015).
  31. ^ Elizabeth Schumacher, US threatened Germany over possible Snowden asylum, Greenwald says, su dw.com, 21 marzo 2015. URL consultato il 20 luglio 2016.
  32. ^ The Leading Global Thinkers of 2013, su foreignpolicy.com. URL consultato il 21 luglio 2016.
  33. ^ (EN) Tunku Varadarajan, Elisabeth Eaves e Hana R. Alberts, 25 Most Influential Liberals in the U.S. Media, in Forbes, 22 gennaio 2009. URL consultato il 20 luglio 2016.
  34. ^ (EN) Mehdi Hasan, Who's left? The top 20 US progressives, in Newstatesman, 11 gennaio 2012. URL consultato il 20 luglio 2016.
  35. ^ (EN) Dan Amira, Intelligencer:Conventional Wisdom, in New York Magazine, 24 agosto 2008. URL consultato il 20 luglio 2016.
  36. ^ (EN) Paul Krugman, Food for Thought, in New York Times, 9 luglio 2009. URL consultato il 20 luglio 2016.
  37. ^ (EN) Digital Power Index: Opinionists, in Newsweek, 24 giugno 2012. URL consultato il 20 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2012).

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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