Giosafat Kuncewycz
Giosafat Kuncewycz, al secolo Giovanni Kuncewycz (in ucraino Йосафат Кунцевич?, Josafat Kuncevyč; in bielorusso Іасафат Кунцэвіч?, Iasafat Kuncėvič; Volodymyr, 1580 – Vicebsk, 12 novembre 1623), fu un arcivescovo greco-cattolico ruteno, venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica.
Giosafat Kuncewycz, O.S.B.M. arcivescovo della Chiesa cattolica | |
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Icona raffigurante mons. Kuncewycz | |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 1580 a Volodymyr-Volyns'kyj |
Ordinato presbitero | 1609 |
Nominato arcieparca | 28 giugno 1617 da papa Paolo V |
Consacrato arcieparca | 12 novembre 1617 dall'arcieparca Iosif Rucki |
Deceduto | 12 novembre 1623 a Vicebsk |
San Giosafat Kuncewycz, O.S.B.M. | |
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Icona raffigurante Giosafat | |
Vescovo e martire | |
Nascita | 1580 a Volodymyr-Volyns'kyj |
Morte | 12 novembre 1623 a Vicebsk |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 16 maggio 1643 da papa Urbano VIII |
Canonizzazione | 29 giugno 1867 da papa Pio IX |
Ricorrenza | 12 novembre e 14 novembre (messa tridentina) |
Attributi | Bastone pastorale e palma |
Patrono di | Ucraina |
Biografia
modificaNato nel 1580 in Volinia da genitori appartenenti alla nobiltà ucraina nonché ferventi ortodossi, Giovanni si formò a Vilnius (nell'odierna Lituania) in un periodo caratterizzato dall'intenso scontro tra ortodossi tradizionalisti e uniati di rito greco, i quali, sulla scia del Concilio di Firenze, si erano congiunti alla Chiesa cattolica con l'Unione di Brest, riconoscendo al Papa il ruolo di guida di tutta la Chiesa.
Giovanni Kuncewicz, inviato giovanissimo a Vilnius per impratichirsi nel commercio, assisté alle lotte fra Ruteni uniti e dissidenti. Dopo profonda riflessione, decise di aderire ai greco-cattolici, indi per cui nel 1604 divenne monaco con il nome di Giosafat ed entrò nel monastero, retto dall'ordine di San Basilio, della Santa Trinità, sito in Vilnius, dove nel 1617 iniziò la riforma che portò alla nascita dell'Ordine Basiliano di San Giosafat.
Ritiratosi nell'antico monastero basiliano della SS. Trinità, mutò il nome da Giovanni in quello di Giosafat e visse per alcuni anni da eremita. Scrisse anche alcune opere per dimostrare l'origine cattolica della Chiesa rutena e la sua dipendenza primitiva dalla Santa Sede e per propugnare la riforma dei monasteri di rito bizantino ed il celibato del clero. Il suo esempio ripopolò di monaci il suo stesso monastero e Giosafat dovette fondarne altri a Byten e a Zyrowice (1613). Nel 1617 fu nominato vescovo di Vitebsk (forse sede titolare) e coadiutore di Polock, succedendo poi come arcivescovo di Polock nel 1618. Perseguitò il clero rimasto fedele all'ortodossia nell'arcieparchia, restaurò chiese e riformò il clero. Nell'autunno del 1623 ordinò l'arresto dell'ultimo prete che ancora praticava la liturgia ortodossa a Vitebsk[1]. Ciò causò una rivolta che portò alla sua uccisione: il 12 novembre, mentre usciva dalla chiesa dove aveva celebrato la messa, Giosafat fu ucciso e il suo corpo buttato nella Dvina.
Culto
modificaFu beatificato dalla Chiesa cattolica nel 1643 e canonizzato nel 1867. Viene ricordato il 12 novembre, giorno del suo martirio, e il 14 novembre (prima data ad essere stabilita per la celebrazione e ancora oggi rispettata nella messa tridentina).
Le sue reliquie, portate a Vienna nel 1916,[2] sono state poi trasferite nel 1963 per volontà di Paolo VI sotto l'altare dedicato a san Basilio Magno nella basilica di San Pietro a Roma.[3]
In occasione del III centenario del martirio il 12 novembre 1923 papa Pio XI ne commemorò la figura con l'enciclica Ecclesiam Dei.[4]
Genealogia episcopale
modificaLa genealogia episcopale è:
- Patriarca Geremia II Tranos
- Arcivescovo Michal Rahoza
- Arcivescovo Hipacy Pociej
- Arcivescovo Iosif Rucki
- Arcivescovo Giosafat Kuncewycz, O.S.B.M.
Note
modifica- ^ Paul R. Magocsi, A history of Ukraine : the land and its peoples, 2nd, rev. and expanded, Toronto ; Buffalo, University of Toronto Press, 2010, pp. 204–205, ISBN 978-1-4426-9879-6.
- ^ (DE) J.Schafer, Josaphat Kunzewitsch, su Ökumenisches Heiligenlexikon, 2017. URL consultato il 12 novembre 2017.
- ^ Parole del santo padre Francesco ai pellegrini greco-cattolici ucraini, in occasione del 50º anniversario della deposizione dei resti di san Giosafat nella Basilica Vaticana, su Vaticano, 25 novembre 2013. URL consultato il 12 novembre 2017.
- ^ Lettera enciclica Ecclesiam Dei del sommo pontefice Pio XI, su Vaticano. URL consultato il 12 novembre 2017.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giosafat Kuncewycz
Collegamenti esterni
modifica- Giosafàt, santo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Josaphat Markevyc, St. Josaphat Kuncevyc, in Catholic Encyclopedia, vol. 8, Robert Appleton Company, 1910.
- (EN) David M. Cheney, Archbishop St. Jozafat Kuncewicz, O.S.B.M. †, in Catholic Hierarchy.
- Tomáš Týn, San Giosafat Kuncewycz. Vescovo e martire, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it, 24 dicembre 2009.
- Giosafat Kuncewycz (1580-1623), su causesanti.va, Congregazione delle cause dei santi.
- San Giosafat tra Giovanni XIII e Paolo VI, su assisiofm.it.
- (ES) Biografia di San Giosafat in calendario dei Santi di www.divinavolonta.net, su divvol.org.
- (EN) Agiografia su catholic forum, su catholic-forum.com. URL consultato il 17 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 55030996 · ISNI (EN) 0000 0000 5539 1302 · CERL cnp00570014 · LCCN (EN) no94038682 · GND (DE) 122499220 · J9U (EN, HE) 987007295809305171 |
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