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Ferrouranio

lega di ferro e uranio

Il ferrouranio, chiamato anche ferro-uranio, è una ferrolega, una lega di ferro e uranio o meglio, a partire dalla seconda guerra mondiale, di ferro e uranio impoverito.

Composizione e proprietà

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Il ferrouranio può contenere circa il 35-50% di uranio e l'1,5–4,0% di carbonio.[1] Sono stati identificati almeno due composti intermetallici di ferro e uranio: U6Fe e UFe2. La percentuale di uranio in questi composti ne cambia drasticamente il punto di fusione, infatti UFe2 fonde a 1230 °C mentre U6Fe a 805 °C; il punto di fusione di una miscela di entrambi può scendere fino a 725 °C, mentre una miscela di ferro e UFe2 può avere un punto di fusione di 1055 °C.[2] Poiché il ferrouranio si scioglie facilmente negli acidi minerali, la sua analisi chimica non è problematica.[3]

I primi usi del ferrouranio risalirebbero al 1897, quando il governo francese tentò di usarlo per fabbricare cannoni.[4] In seguito è stato usato come disossidante (più potente del ferrovanadio), per denitrogenizzare l'acciaio, per formare carburi e come elemento di lega. Nelle leghe ferrose, l'uranio aumenta il limite di elasticità e la resistenza alla trazione. Negli acciai super rapidi, è stato utilizzato per aumentare la tenacità e la resistenza in quantità comprese tra lo 0,05 e il 5%.[5] Gli acciai legati all'uranio possono essere utilizzati a temperature molto basse; le leghe di nichel-uranio sono resistenti anche a sostanze chimiche molto aggressive, inclusa l'acqua regia.[6]

Queste leghe non hanno avuto successo commerciale nel lungo termine.[7] Tuttavia, durante la prima guerra mondiale e subito dopo, gli acciai drogati con uranio furono usati per gli utensili e grandi quantità di ferrouranio furono prodotte tra il 1914 e il 1916.[8]

  1. ^ Chemical Catalog Company, 2009, p. 229, ISBN 978-1-110-76011-4, https://books.google.com/books?id=_y60KZ9bqRQC&dq=ferro-uranium&pg=PA229.
  2. ^ Copia archiviata, su patentstorm.us. URL consultato il 6 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2011).
  3. ^ Fred Ibbotson, 2007, p. 216, ISBN 978-1-4067-8113-7, https://books.google.com/books?id=-tjOIHPjc4UC&dq=ferro-uranium&pg=PA216.
  4. ^ H. W. Gillett e E. L. Mack, Ferro-Uranium, in Journal of Industrial & Engineering Chemistry, vol. 9, n. 4, 1917, pp. 342-347, DOI:10.1021/ie50088a007.
  5. ^ Mel M. Schwartz, 2002, p. 832, ISBN 1-56676-661-3, https://books.google.com/books?id=6fdmMuj0rNEC&dq=ferrouranium&pg=PA832.
  6. ^ Ian Ellis, todayinsci.com, http://www.todayinsci.com/stories/story039a.htm.
  7. ^ M. G. Chitkara, 1996, p. 39, ISBN 81-7024-718-7, https://books.google.com/books?id=NMlwyPDvdxsC&dq=ferro-uranium&pg=PA39.
  8. ^ Marshall Cavendish Corporation, 2003, p. 2548, ISBN 0-7614-7314-9, https://books.google.com/books?id=XQzwomFQuPsC&dq=ferro-uranium&pg=PA2548.
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