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Ercole Gasparini

architetto italiano (1771-1829)

Ercole Gasparini (Bologna, 27 febbraio 1771Bologna, 27 novembre 1829) è stato un architetto italiano.

Busto di Ercole Gasparini nella Galleria degli Angeli della Certosa di Bologna.

Biografia

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Ercole Gasparini, o Girolamo Maria Francesco Gaetano Gasparini secondo altre fonti[1], nacque il 27 febbraio 1771, secondogenito di una famiglia numerosa e agiata; al battesimo ebbe per madrina la contessa Isabella Ranuzzi Tanari e per padrino il celebre medico e filosofo Luca Sartoni.

 
L'Ingresso Monumentale della Certosa di Bologna in un'incisione del 1825.

Studiò sotto la direzione di Giovanni Calegari e poi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove vinse il Premio Fiori e il Premio Marsili Aldrovandi.[1]

Nel periodo degli studi viaggiò a Roma e poi a Napoli con l'amico e architetto Giuseppe Nadi, restando colpito dal mondo classico e diventando un sostenitore del neoclassicismo archeologizzante; le sue impressioni confluirono in due libri andati perduti, le Memorie per servire alla storia dè monumenti sepolcrali e le Annotazioni al Milizia.[1]

Succedendo all'Antolini[2] di cui era stato allievo, nel 1816 Ercole Gasparini fu nominato professore d'Architettura all'Accademia, conservando il ruolo fino alla sua morte.[1]

All'attività accademica Gasparini affiancò sempre l'attività di architetto. Tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento si impegnò in vari cantieri di edilizia pubblica, con vari progetti per i teatri o il "Ridotto", uno spazio commerciale nell'ambito della riqualificazione del giardino della Montagnola.[1]

 
Monumento Strick

Nel 1811, sulla scia del rinnovamento urbanistico di Bologna sotto l'occupazione napoleonica, il Dipartimento del Reno gli affidò la progettazione e la realizzazione del portico della Certosa, proseguimento del portico tra San Luca e il Meloncello fino al cimitero della Certosa di Bologna di recente istituzione; il portico della Certosa, una dei suoi progetti architettonici più riusciti, fu terminato solo dopo la sua morte e con importanti modifiche dovute a questioni economiche.[1] Sempre per la Certosa progettò alcuni monumenti funerari in stile neoclassico[3] e soprattutto l'Ingresso Monumentale e la Cappella dei Suffragi, quest'ultima ammirata dai visitatori anche internazionali e immortalata dal Basoli in un'incisione.[1]

Come architetto per i teatri, Ercole Gasparini progettò la ricostruzione dell'ex teatro Zagnoni, idea infine abbandonata per l'eccessivo danneggiamento della struttura a seguito dell'incendio, e presentò un progetto per il teatro del Corso che non fu selezionato.[1] Nel 1818 progettò il casino Pignalver a Villa Davia, oggi demolito, mentre nel 1828 iniziò i lavori per la facciata e per il portico della chiesa di Santa Caterina, conclusi dopo la sua morte.[1]

Il Gabinetto di Disegni e Stampe dell'Archiginnasio conserva 277 disegni e progetti dell'architetto che testimoniano della sua visione neoclassica.[1]

Fu sepolto nella Cappella dei Suffragi da lui stesso progettata il 2 dicembre 1829, pochi giorni dopo la morte. La Cappella fu sostituita nel 1863, ben dopo la sua morte, dalla Galleria degli Angeli dello Zannoni, attuale collocazione della sepoltura.[1]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Valentina Begliossi, Gasparini Ercole, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 26 maggio 2021. pubblicato con licenza CC-BY-SA
  2. ^ Antolini era stato allontanato dall'Accademia per le sue idee politiche considerate non conformi alla Restaurazione. Non si conoscono invece le posizioni del Gasparini, ma è assodato che non gli furono mai conferite cariche di rilievo.
  3. ^ Tra i monumenti funebri di Gasparini si ricorda in particolare il monumento Strick, del 1810, scolpito da Giovanni Putti su progetto di Ercole Gasparini, nel Cimitero evangelico della Certosa di Bologna. Gli altri monumenti funebri sono quelli a Giovanni Rinaldi e a Giacomo Giro nel Chiostro I, i monumenti ai fratelli Giacomelli, a Prospero Ranuzzi e e a Giovanni Donati, nel Chiostro III.

Bibliografia

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  • M. L. Giumanini (a cura di), Il premio Fiori (1743-1803), Bologna, 2001
  • M. L. Giumanini, I premi Marsili-Aldrovandi (1727-1803), Bologna, 2000
  • Giovanni Zecchi, Collezione dei monumenti sepolcrali del cimitero di Bologna pubblicata da Giovanni Zecchi stampatore e negoziante da stampe, vol. I e II, Editori italiani dell'Ottocento, 1825-1827, SBN IT\ICCU\UBOE\021738.
  • Roberto Martorelli (a cura di), La Certosa di Bologna: Un libro aperto sulla storia (catalogo della mostra a Bologna, Museo civico del Risorgimento, 23 maggio - 5 luglio 2009), Bologna, Tipografia Moderna, 2009, SBN IT\ICCU\UBO\3657420.
  • Compendio della storia della origine e progressi dell'Accademia Clementina delle Belle Arti in Bologna, Bologna, metà XIX° sec.
  • M. Gualandi, Estratti d'archivi di Michelangelo Gualandi. Uomini illustri ed artisti sepolti nel Cimitero Comunale, voll. XV, Bologna 1844-1858
  • I. F. Rangone, Memoria per servire d'istruzione intorno alla Certosa di Bologna stabilita ora a Gran Cimitero Comunale, Bologna, 1826
  • Archivio Storico Comunale di Bologna, Fondo Certosa, Permessi di Sepellimento, C5 (1828-1830)
  • Archivio Storico Comunale di Bologna, Registro dei Tumulati in Particolari Sepolcri, 1801-1847
  • G. Bianconi, Guida del forestierre per la città di Bologna e suoi sobborghi, Bologna 1826
  • G. Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee raccolte e completate da Giuseppe Bosi, 4 voll, Bologna, 1855-1859, III (1858)
  • Angelo Gatti, Guida del Cimitero di Bologna, Bologna, 1890
  • Angelo Gatti, Descrizione delle più rare cose di Bologna e suoi sobborghi compendiata e corretta da Giacomo Gatti bolognese, Bologna, 1803
  • Angelo Gatti, Notizie storiche intorno alla reale Accademia di Belle Arti di Bologna, Bologna 1896
  • Gazzetta di Bologna n. 97, sabato 5 dicembre 1829
  • Pancaldi, Descrizione storica del braccio di portico che dal Meloncello conduce al Cimitero Comunale, Bologna 1835
  • M. Gualandi, Guida di Bologna, Bologna, 1850-1865
  • G. Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, vol.III, Bologna, 1868-1877
  • C. Masini, Dell'arte e dei principali artisti di pittura scultura e architettura in Bologna dal 1777 al 1862, Bologna, 1862
  • Giovanna Pesci (a cura di), La Certosa di Bologna. Immortalità della memoria, Bologna, Editrice Compositori 1998

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • Valentina Begliossi, Gasparini Ercole, in Storia e Memoria di Bologna, Comune di Bologna. Modifica su Wikidata 
  • Ercole Gasparini, su PatER - Catalogo del Patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna. Modifica su Wikidata 
Controllo di autoritàVIAF (EN81418472 · CERL cnp01164961 · ULAN (EN500112825 · GND (DE137193106