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Decamerotico

sottogenere cinematografico

Il termine decamerotico (o commedia boccaccesca) viene comunemente usato per raggruppare e descrivere un genere cinematografico costituito da film caratterizzati da uno sfondo erotico che non sconfinava nella pornografia, ambientati di solito nell'Italia tardo-medioevale, caratterizzati dalla narrazione di avventure sessuali che coinvolgevano il clero, l'aristocrazia, o il semplice popolo. Il filone ebbe inizio in Italia con un genere filmico più colto alla fine degli anni '60 del Novecento, per poi prendere un particolare impulso agli inizi degli anni '70.

Edwige Fenech e Pippo Franco in Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda (1972) di Mariano Laurenti

Le origini del genere cinematografico definito come "decamerotico" si possono ricondurre alla temperie della rivoluzione sessuale, con la voglia di portare sul grande schermo il tema dell'eros, visto come espressione artistica e non come volgarità.

I primi passi del genere decamerotico, ancora in nuce, vengono fatti risalire a La mandragola di Alberto Lattuada, regista che ne fu, di fatto, il primo precursore e che per questo motivo, pur non contenendo scene attinenti alla pornografia, ma unicamente alla sfera dell'eros, incorse nei tagli della censura cinematografica, pur riscuotendo un buon successo di critica e riprendendo sostanzialmente un'opera scritta di Niccolò Machiavelli. A questo successo fece seguito nel 1966 Le piacevoli notti di Armando Crispino e Luciano Lucignani, anch'esso ascrivibile al genere decamerotico "colto".

Il genere esplose e si ramificò in maniera più completa a partire dal decennio successivo e precisamente si esplicò in una cinquantina di film realizzati in Italia tra il 1972 e il 1976; l'apice produttivo del filone fu il 1972, quando furono distribuite in Italia oltre trenta pellicole solo su questo tema di cui la più famosa fu indubbiamente Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda di Mariano Laurenti (1972), con Pippo Franco, Edwige Fenech e Karin Schubert, uno dei capostipiti del genere che riscosse un successo straordinario, soprattutto per merito del suo leggendario titolo. La diffusione di questo genere cinematografico è da ricondursi all'inaspettato successo popolare che ebbero, nei primi anni 1970, tre film di Pier Paolo Pasolini appartenenti alla cosiddetta "trilogia della vita":

Essi raffiguravano scene di vita condite da corpi seminudi e scene di sesso che, seppur oggi possono considerarsi innocenti, all'epoca suscitarono scandalo e allo stesso tempo portarono buoni incassi al botteghino.

Dal successo dei film pasoliniani alcuni registi contemporanei presero spunto per girare film comico-erotici di ambientazione storica, di minore impegno artistico (spesso b-movie), che oggi generalmente vengono collocati all'interno del macrofilone della commedia erotica all'italiana.

Filmografia principale

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Barbara Bouchet in Una cavalla tutta nuda (1972)
 
Enrico Montesano e Isabella Biagini in Boccaccio (1972)
 
Janet Agren in Racconti proibiti... di niente vestiti (1972) di Brunello Rondi

Antesignani del genere decamerotico si ricordano:

Tra le altre opere appartenenti al filone cinematografico decamerotico si possono citare:

Bibliografia

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  • Antonio Bruschini, Antonio Tentori, I decamerotici, in Malizie perverse. Il cinema erotico italiano, Bologna, Granata Press, 1993.
  • Michele Giordano, Daniele Aramu, Il Decamerotico, in La commedia erotica italiana. Vent'anni di cinema sexy «Made in Italy, Gremese, Roma 2000, pp. 31-52.
  • Gian Luca Castoldi, Luigi Cozzi, Il decamerotico, in Il cinema erotico italiano dalle origini a oggi. Vol. 2: Donne in prigione, Mondo Ignoto, Roma 2005.
  • AA.VV, Decameroticus. Guida al cinema boccaccesco italiano, Nocturno Dossier, n° 56, marzo 2007.

Voci correlate

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