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Chiara da Rimini

religiosa italiana

Chiara da Rimini, nata Chiara (Rimini, 1280Rimini, 10 febbraio 1326), è stata una religiosa italiana, appartenente all'ordine delle clarisse, venerata come beata dalla Chiesa cattolica. Talvolta è indicata come Chiara Agolanti, sebbene da recenti studi sia emerso non appartenesse all'omonima famiglia riminese, ma a una famiglia ghibellina imparentata coi Malatesta[1].

Beata Chiara da Rimini
Francesco da Rimini, Visione della beata Chiara da Rimini (part.)
 

Clarissa

 
NascitaRimini, 1280
MorteRimini, 10 febbraio 1326
Venerato daChiesa cattolica
Santuario principaleChiesa di Santa Maria, Corpolò
Ricorrenza10 febbraio

Biografia

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Apparteneva ad una famiglia molto agiata di Rimini, ma fu privata in tenera età del supporto e della guida della madre e, successivamente, del marito. Ben presto cadde in preda ai pericoli a cui la sua giovinezza e la bellezza la esponevano e cominciò a condurre una vita di dissipazione peccaminosa. Il padre e il fratello morirono lo stesso giorno mentre erano in guerra contro i Malatesta, così che tutte le ricchezze della famiglia si accentrarono nelle mani della giovane vedova.

A 34 anni avvenne un fatto insolito: mentre stava assistendo alla Messa nella chiesa dei Frati Francescani, le parve di udire una voce misteriosa che le ordinò di dire un "Padre Nostro" e un'"Ave Maria", almeno una volta con fervore e attenzione. Chiara obbedì al comando, non sapendo da dove proveniva, e poi cominciò a riflettere sulla sua vita. Prese la decisione di entrare nel Terzo Ordine di San Francesco, allo scopo di espiare i suoi peccati con una vita di penitenza. Ben presto divenne un modello di ogni virtù, ma soprattutto di carità verso i poveri e gli afflitti. Quando le clarisse furono costrette a lasciare la città a causa della guerra, è stato principalmente attraverso gli sforzi di Chiara che furono in grado di ottenere un convento e mezzi di sostentamento a Rimini.

Più tardi, Chiara entrò nell'ordine delle Clarisse, insieme a diverse altre donne pie; ottenne la benedizione del vescovo di Rimini Guido Abasio e divenne superiora del convento di Nostra Signora degli Angeli di Rimini. Avrebbe operato numerosi miracoli e verso la fine della sua vita il Signore le avrebbe fatto dono di elevatissime grazie spirituali.

Il suo corpo riposa nella chiesa parrocchiale di Corpolò, paesino dell'entroterra riminese. Qui è stata trasferita per proteggerla all'inizio della seconda guerra mondiale. Fino ad allora era collocata nel duomo di Rimini dove, fin dai tempi antichi, intorno alla sua tomba è sorto spontaneamente il culto popolare. Nel 1782 il culto della beata Chiara è stato approvato da papa Pio VI, che ha stabilito la sua festa nella città e diocesi di Rimini il 10 febbraio.

Dal Martirologio Romano al 10 febbraio: "A Rimini, beata Chiara, vedova, che espiò con la penitenza, la mortificazione della carne e i digiuni la precedente vita dissoluta e, radunate delle compagne in un monastero, servì il Signore in spirito di umiltà."

  1. ^ Federicomaria Muccioli e Vera Bessone, I misteri di Rimini- Tra storia e memoria, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2014, pp. 29-30, ISBN 9788865414125.

Bibliografia

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