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Stazione di Cannon Street

stazione ferroviaria britannica
(Reindirizzamento da Cannon Street Station)

La stazione di Cannon Street o stazione di Londra Cannon Street (in inglese: Cannon Street station o London Cannon Street station) è una stazione ferroviaria del National Rail sita nella Città di Londra, il distretto finanziario di Londra. Essa è stata costruita sul sito del medievale Steelyard, la base commerciale in Inghilterra della Lega Anseatica. La stazione si trova nella Travelcard Zone 1. Sotto alla stazione delle linee ferroviarie è presente l'omonima stazione della metropolitana.

Cannon Street
stazione ferroviaria
London Cannon Street
Ingresso alla stazione, 1910 ca.
Localizzazione
StatoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
LocalitàLondra
Coordinate51°30′41″N 0°05′26″W
Lineeferrovia Londra-Dover
Storia
Stato attualeIn uso
Attivazione1866
Caratteristiche
TipoStazione di superficie
Binari7
OperatoriNetwork Rail
Accessibilità accessibile alle persone con disabilità motorie
Interscambi Cannon Street
 
Mappa di localizzazione: Londra
Cannon Street
Cannon Street

Caratteristiche

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Questa è una stazione di testa alla quale si giunge a mezzo del Cannon Street Railway Bridge attraversando il Tamigi. La stazione ha ingressi da Cannon Street e Dowgate Hill. Essa è connessa direttamente con le stazioni di London Bridge e Charing Cross. Originariamente era dotata di 8 piattaforme, ridotte a sette nella ricostruzione della fine degli anni novanta.

Cannon Street è una delle diciassette stazioni gestite direttamente dal Network Rail.

Diagonalmente ad essa si trova la Pietra di Londra: un misterioso oggetto di antiche origini e dalle finalità ignote.[1]

Strutture originali

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Aperta dalla South Eastern Railway il 1º settembre 1866, ha la facciata incorniciata da due alte torri affacciate sul Tamigi. Le torri sostengono il tetto della stazione a forma semicircolare ricoperto in vetro e ferro. L'accesso dei treni avviene per mezzo di un ponte in mattoni sotto al quale si trovano alcuni resti di vestigia romane.

Anni della guerra

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La stazione originaria vista dal ponte ferroviario, c1910

Dal 1925 al 1926 la Southern Railway realizzò vari lavori compresa la ricostruzione delle piattaforme, lo spostamento di alcuni binari e l'installazione di segnalazioni luminose. Le piattaforme vennero ridotte ad 8 di cui cinque elettrificate[2].

La stazione trascurata prima della Seconda guerra mondiale, venne poi fortemente danneggiata dai bombardamenti[3]. Il tetto in vetro venne smontato prima della guerra nell'intento di preservarlo, ma una bomba caduta sul deposito in cui era custodito, lo distrusse completamente.

Ricostruzione

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La parte più antica della stazione venne sacrificata dalla British Rail per trovare fondi per la ricostruzione delle stazioni dopo le distruzioni della guerra. Essa venne ceduta a società immobiliari che ne ricavarono nuove costruzioni.

Vennero proposti diversi progetti che prevedevano la costruzione di una nuova biglietteria sotto l'hotel Southern House[4] ed un eliporto[5]. Nel 1962 la British Transport Commission si accordò con la Town & Country Properties per la costruzione, sulla stazione, di un edificio multipiano da adibire ad uffici.

 
Edificio della stazione nel 2007 prima della ricostruzione.

In preparazione alla ricostruzione, la tettoia in vetro e ferro venne demolita nel 1958, così come il Barry's hotel nel 1960[6]

L'edificio venne completamente ricostruito e tutto ciò che rimane della vecchia architettura sono soltanto le due torri del prospetto.

La stazione oggi

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Nel 1974 la stazione venne chiusa per cinque settimane dal 2 agosto al 9 settembre per consentire di mettere a punto tutte le modifiche realizzate per il collegamento al London. Il traffico venne dirottato su London Bridge, Charing Cross e Blackfriars[7] Il 4 marzo 1976 una bomba dell'IRA, fatta esplodere su un treno di pendolari al momento vuoto alla stazione di Cannon Street, ferì otto viaggiatori su di un treno che viaggiava affiancato. Se la bomba fosse esplosa 13 minuti prima avrebbe determinato una carneficina[8]

Il 15 febbraio 1984 il The Times scrisse che la stazione di Cannon Street sarebbe stata chiusa. In quel tempo, la stazione era chiusa nel fine settimana e di notte e la pubblicazione del nuovo orario 1984-1985 rivelò che sarebbero state chiuse tutte le linee verso il sud-est fuori dalle ore di punta. I treni da Sevenoaks, Orpington, Hayes, Dartford, Sidcup, Bexleyheath, Woolwich, Lewisham e Greenwich si sarebbero fermati alla stazione di London Bridge ad esclusione delle ore di punta[9]. Questo venne negato dalla British Rail che puntualizzò di aver investito 10 milioni di sterline nella ristrutturazione del ponte e che i visitatori che viaggiavano fuori delle ore di punta non dovevano certamente andare nella City ma nel West End.[10]

Collegamenti

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La stazione connette il sud della City con il sud ed il sud-est di Londra via London Bridge station. Diverse linee partono direttamente dalla stazione di Cannon Street per il Kent e l'East Sussex, ma soltanto nelle ore di punta. Nei fine settimana, soltanto in caso di manutenzione dei binari, la stazione serve come sosta intermedia fra London Bridge e Charing Cross. La stazione rimane chiusa la domenica ad eccezione di chiusura della stazione di Charing Cross.

  1. ^ (EN) Mysterious ancient stone that has lain at the heart of the City of London for centuries to go on show at last (Mail Online), su dailymail.co.uk. URL consultato il 28 maggio 2016.
  2. ^ Cannon Street Station Reopened, The Times, 29 giugno 1926.
  3. ^ London Termini Bomb Damage, The Times, 19 novembre 1943.
  4. ^ Rebuilding of Cannon Street Station, The Times, 17 novembre 1955.
  5. ^ First Choice for Helicopter Site, The Times, 3 marzo 1962.
  6. ^ Ben Weinreb, The London Encyclopaedia, London, Papermac, 1983, p. 112.ISBN 0-333-30024-6.
  7. ^ Cannon Street station closing for five weeks, in The Times, 29 luglio 1974.
  8. ^ Thirteen minutes saved hundreds on the 7.49 from Sevenoaks, The Times, 5 marzo 1976.
  9. ^ Cannon Street rail station 'close to closure', The Times, 15 febbraio 1984.
  10. ^ Letters to the Editor, David Kirby, in The Times, 22 febbraio 1984.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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