Bomarzo
Bomarzo è un comune italiano di 1 663 abitanti della provincia di Viterbo, nel Lazio nord-occidentale.
Bomarzo comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Viterbo |
Amministrazione | |
Sindaco | Marco Perniconi (lista civica) dal 22-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 42°28′58″N 12°14′58″E |
Altitudine | 263 m s.l.m. |
Superficie | 39,65 km² |
Abitanti | 1 663[1] (31-8-2022) |
Densità | 41,94 ab./km² |
Frazioni | Mugnano in Teverina |
Comuni confinanti | Attigliano (TR), Bassano in Teverina, Giove (TR), Graffignano, Soriano nel Cimino, Viterbo, Vitorchiano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 01020 |
Prefisso | 0761 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 056009 |
Cod. catastale | A955 |
Targa | VT |
Cl. sismica | zona 2B (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 120 GG[3] |
Nome abitanti | bomarzesi |
Patrono | sant'Anselmo di Bomarzo |
Giorno festivo | 24 aprile |
Cartografia | |
Posizione del comune di Bomarzo nella provincia di Viterbo | |
Sito istituzionale | |
Geografia fisica
modificaTerritorio
modificaGeograficamente Bomarzo si trova nella Valle del Tevere tra la regione Lazio e l'Umbria
- Classificazione climatica: zona E, 2120 GR/G
Origini del nome
modificaIl toponimo potrebbe essere un idronimo derivato da una piccola palude che il torrente formava, quando arrivato in pianura, la pendenza si abbassa di molto (attorno all'1‰), e allargava il suo letto. Potrebbe essere stata situata sotto il centro del paese, rilevabile da uno strato torboso sicuramente ricoperto da vari strati alluvionali successivi. Sarebbe possibile quindi ritrovare anche un probabile abitato palafitticolo come era norma nei tempi di questo periodo del II millennio a.C. proprio attorno a queste MAR-Z: luoghi acquei paludosi ma con acqua comunque scorrente. Il BO dell'inizio della parola potrebbe essere l'idronimo PO, dal greco-indoeuropeo Potamòs, trasformato in Bo in epoche recenti, che significa fiume di pianura.[senza fonte]
Storia
modificaAntichità
modificaNonostante i molti ritrovamenti archeologici susseguitisi sul territorio bomarzese dagli inizi dell'Ottocento ad oggi, le origini dei suoi primi abitanti rimangono avvolte nel mistero. Alcuni indicano il popolo asiatico dei Meoni[4], altri i misteriosi Rinaldoniani[5]. Certo resta il fatto che il territorio fu intensamente popolato sia dagli Etruschi che dai Romani, che lo conquistarono intorno al V secolo a. C. e ne ascrissero la popolazione alla Tribù Arniense.[4]
A testimonianza di quei tempi restano ancor oggi molte prove tangibili nell'area bomarzese: la Piramide etrusca, le tagliata e le necropoli, i ruderi di un acquedotto romano, le fornaci dei Volumni.[4]
Tarda antichità
modificaAnche in seguito alla deposizione dell'ultimo imperatore romano d'occidente, Bomarzo continuò a costituire un'unità amministrativa all'interno del mondo romano: prima sotto il regno di Odoacre, poi in quello di Teodorico e dei suoi successori. Durante la Tarda antichità sembra che il locale vescovo polimarziense abbia acquisito sempre più importanza, fino a divenire l'effettivo rettore cittadino. In seguito allo scoppio della Guerra d'Italia (535-553) Bomarzo venne ripetutamente invasa: prima dalle armate di Totila, in seguito dai Longobardi di Alboino tra il 569 ed il 590[4].
Alto e Basso Medioevo
modificaL'ultima invasione si ebbe nel 739 per mano del re Liutprando, che la sottrasse al Ducato romano insieme con Amelia, Orte e Blera[4]. Con le vittoriose campagne franche in Italia (755-756), fu riassegnata al territorio romano, retto non più dai bizantini ma dal papa. Intorno all'XI secolo la diocesi polimarziense fu probabilmente soppressa, e con esso finì il dominio dei suoi vescovi sulla città.
Durante i secoli, la città passò diverse volte di mano: venduta da un certo Uffreduccio Risio, Veraldo ed altri consignori alla città di Viterbo nel 1298, venne poi infeudata agli Orsini, che la tennero fino al 1646. Nel 1340 è attestato Anselmo Orsini, signore di Bomarzo, ed in seguito Corradino Orsini. Quest'ultimo sembra sia stato in forte contrasto con i bomarzesi, decidendo non solo di introdurre nuove tasse, ma anche di imprigionare i magistrati comunali.[6]
Età moderna e contemporanea
modificaDurante il Rinascimento Bomarzo conobbe un periodo di discreta fioritura culturale, come dimostrato dalla ricostruzione del Duomo di Bomarzo e del Palazzo Orsini (Bomarzo), trasformato in residenza gentilizia. Negli stessi anni venne alla luce il poeta e orientalista Fortunio Spira (Bomarzo, c. 1490-Venezia, 1559), nato Sebastiano di ser Giovanni di ser Nicolò[7]. Nel 1646, il Duca di Bomarzo Marzio Orsini (1618-1674) alienò il feudo ad Ippolito Lante Montefeltro della Rovere (1618-1688), la di cui famiglia lo possedette fino al 1837, quando il Duca Giulio (1789-1873) lo vendette ai Borghese.
Dopo secoli di appartenenza ai domini papali, e più specificamente alla Delegazione di Viterbo, in seguito alla Terza Guerra d'Indipendenza, nel 1866 Bomarzo venne annessa al Regno d'Italia.
Nel 1942 cedette la frazione di Chia al comune di Soriano nel Cimino[8].
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaArchitettura religiosa
modificaChiesa di Santa Maria Assunta in Cielo
modificaL'edificio, altresì noto come "Duomo di Bomarzo", è situato nel cuore del borgo, a pochi passi da Palazzo Orsini. Già cattedra dei vescovi polimarziensi, è oggi sede della parrocchia e dell'arciprete del paese, e ospita al suo interno le reliquie di Sant'Anselmo di Bomarzo[9].
Chiesa di Santa Maria di Montecasoli
modificaChiesa medievale perfettamente conservata, è situata all'interno della Riserva di Monte Casoli. Viene raggiunta una volta all'anno dalla popolazione locale, che vi si reca a piedi il Lunedì dell'Angelo partendo dal centro di Bomarzo[9].
Chiesa di Santa Maria della Valle
modificaLa chiesa, edificata nel XVII dalla nobile famiglia dei Lante della Rovere su un precedente edificio, è situata nelle vicinanze del Sacro Bosco[9].
Chiesa di Sant'Anselmo
modificaPiccolo edificio eretto a poca distanza dal duomo ove sono inumate le spoglie del santo. L'interno, estremamente spoglio, conserva un quadro del Santo risalente probabilmente al XVIII secolo[9].
Chiesa del Cristo Risorto
modificaVoluta dal vescovo di Viterbo, mons. Luigi Boccadoro, in seguito all'incremento demografico incontro al quale andò Bomarzo negli anni '60. La chiesa, costruita in mattoni, vuole imitare lo stile etrusco per sottolineare il legame del paese con questo popolo[9].
Ex Chiesa di San Giovanni Battista
modificaEx Chiesa della Madonna del Pozzarello
modificaArchitetture civili
modificaParco dei Mostri
modificaIl complesso monumentale è noto anche come "Sacro Bosco". Situato alle pendici di un vero e proprio anfiteatro naturale, fu fatto costruire da Vicino Orsini nel XVI secolo. Nel parco vi sono monumenti che raffigurano animali mostruosi e mitologici. Lo scrittore argentino Manuel Mujica Lainez ha fatto un affresco storico molto documentato del Parco dei Mostri nel suo romanzo Bomarzo[10].
Palazzo Orsini
modificaIl palazzo è formato da varie costruzioni, risalenti al periodo che va dal 1525 al 1583, e con la sua struttura articolata domina il paese. All'interno, assieme alla sede del Municipio, spicca il bel salone affrescato da pittori della scuola di Pietro da Cortona. Il feudo con il palazzo furono acquistati dai Borghese nel 1836[11].
Altro
modificaMonumento a Salvo D'Acquisto
modificaLa statua che ricorda il vice brigadiere dell'Arma dei Carabinieri Salvo D'Acquisto (1920-1943) è posta nell'omonima piazza.
Aree naturali
modificaRiserva naturale provinciale Monte Casoli di Bomarzo
modificaArea naturale posta nel territorio bomarzese.
Piramide etrusca di Bomarzo.[12]
Aree Archeologiche
modificaPiramide di Bomarzo
modificaScoperta nel 2001 da Salvatore Fosci e ripulita grazie all’aiuto di alcuni ricercatori, con la sua altezza di 8 m nella parte a monte e 16 m in quella rivolta a valle è il più grande monumento rupestre d'Europa.
È composta da 26 gradini scavati nella roccia vulcanica, ma questi continuano anche sotto il terreno, facendo pensare che la dimensione reale della piramide sia maggiore di quella visibile.
Non si sa con esattezza chi l’abbia costruita. Si pensa che siano stati gli Etruschi e che, data la sua conformazione di piramide tronca, fosse utilizzata come altare rupestre.
Ecco quindi il perché dell’altro nome con cui è chiamata “Sasso del Predicatore”. Altri, invece, ipotizzano un'origine ancora più antica facendola risalire addirittura alla civiltà dei Rinaldoniani durante l’età de bronzo nel 1.800 a.C.[senza fonte] [13]
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[14]
Etnie e minoranze straniere
modificaSecondo i dati ISTAT[15] al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 191 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Cultura
modificaEventi
modificaLa festa patronale del paese in onore di Sant'Anselmo Vescovo viene festeggiata il 24 aprile, mentre il 25 aprile viene disputato il Palio di Sant'Anselmo che si corre tra le cinque contrade o rioni - Dentro, Borgo, Poggio, Croci e Madonna del Piano in cui è diviso il paese, data conservata per tradizione dal secolo XVII, pur se non coincide esattamente con la ricorrenza del santo patrono[16]. In concomitanza con il Palio si tiene anche il corteo storico rinascimentale in costume denominato "Vicini Ursini de Castro Polimartij".
La terza domenica di giugno sempre in onore del Santo patrono si festeggia la ricorrenza della traslazione del Suo corpo, la di cui sepoltura nel 1647, per interessamento del Duca Ippolito Lante della Rovere fu spostata dall'altare di San Sebastiano a quello principale[17]. Oltre alla processione religiosa si tiene anche un concerto bandistico.
Il giorno di Pasquetta è tradizione recarsi al Santuario della Madonna di Montecasoli, nella vicina riserva omonima[9].
Musica
modifica"Bomarzo" è un opera in due atti del compositore argentino Alberto Ginastera, la sua Opus 34. Ha ambientato un libretto spagnolo di Manuel Mujica Laínez, basato sul suo romanzo del 1962 sull'eccentrico italiano del XVI secolo Pier Francesco Orsini.
Geografia antropica
modificaRioni di Bomarzo
modificaIl capoluogo comunale si divide in cinque rioni che si contendono ogni anno, il 25 aprile, il Palio di Bomarzo. Di recente istituzione è il Torneo dei Rioni, competizione di calcio a cinque tra i quartieri.[18]
Nobile Rione Dentro
modificaCorrisponde alla parte più antica del borgo, comprendente il centro medievale, il Duomo e Palazzo Orsini. La chiese del Dentro è quella di Sant'Anselmo, dove sono conservati i palii vinti in passato dal rione. I colori araldici sono il giallo ed il nero, mentre lo stemma rappresenta una torre merlata su sfondo giallo e nero con palme.[18]
Antico Rione Borgo
modificaIl Borgo è il secondo rione per antichità: iniziò infatti a svilupparsi intorno al XVII secolo intorno alla principale via d'accesso al Dentro. La sua chiesa è quella della Misericordia, mentre lo stemma raffigura una fontana su sfondo rosso e blu, colori del rione.[18]
Regale Rione Poggio
modificaCorrisponde alla parte di congiunzione tra zona antica e zona moderna del paese. Situato su un'altura nelle vicinanze del Borgo, ha come stemma sei poggetti gialli sovrastati dalla rosa degli Orsini su sfondo verde. Chiesa rionale è la Madonna delle Grazie, mentre i colori sono giallo e verde.[18]
Arcigno Rione Croci
modificaZona interessata da recente urbanizzazione, il rione è il più esteso e popolato. La chiesa è quella di recente costruzione dedicata a Cristo Risorto,[9] mentre lo stemma raffigura un ovale ricamato contenente una croce maltese. I colori sono bianco e rosso.[18]
Rapace Rione Madonna del Piano
modificaSituata anch'esso nella zona moderna, deriva il suo nome dall'omonima chiesa, posta tra il centro abitato e la campagna circostante. Lo stemma raffigura un'aquila su sfondo rosa e nero, colori rionali.[18]
Frazioni
modificaOggi Bomarzo possiede una sola frazione, Mugnano, ma fino al 1942 faceva parte del territorio comunale anche quella di Chia.[8]
Mugnano
modificaPiccolo abitato posto su uno sperone tufaceo, è caratterizzato dall'imponente mole della Torre degli Orsini.
Economia
modificaDi seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[19]
2015 | 2014 | 2013 | ||||||||
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Numero imprese attive | % Provinciale Imprese attive | % Regionale Imprese attive | Numero addetti | % Provinciale Addetti | % Regionale Addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | |
Bomarzo | 91 | 0,39% | 0,02% | 177 | 0,3% | 0,01% | 82 | 162 | 90 | 173 |
Viterbo | 23 371 | 5,13% | 59 399 | 3,86% | 23 658 | 59 741 | 24 131 | 61 493 | ||
Lazio | 455 591 | 1 539 359 | 457 686 | 1 510 459 | 464 094 | 1 525 471 |
Nel 2015 le 91 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,39% del totale provinciale (23 371 imprese attive), hanno occupato 177 addetti, lo 0,3% del dato provinciale (59 399 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato poco meno di due persone (1,95).
Artigianato
modificaTra le attività economiche più tradizionali, diffuse e rinomate vi sono quelle artigianali, come l'arte della ceramica, della terracotta e del rame.[20]
Infrastrutture e trasporti
modificaStrade
modificaBomarzo è collegata attraverso le uscite autostradali dell'A1 di Orte, prendendo la Orte-Civitavecchia e di Attigliano prendendo la Strada statale 675 Umbro-Laziale.
Ferrovie
modificaBomarzo è collegata alla rete ferroviaria tramite due stazioni ferroviarie:
- la Stazione di Attigliano-Bomarzo, nel territorio del Comune di Attigliano (TR), è collocata sulla Ferrovia Viterbo-Attigliano-Orte e sulla Ferrovia Roma-Firenze. Vi effettuano fermata treni regionali in servizio navetta tra Viterbo e Orte, tutte le coppie di treni regionali veloci Viterbo Porta Fiorentina-Orte-Roma Termini nonché tutti i treni regionali della ferrovia Roma-Firenze.
- la stazione di Orte (VT), sulla ferrovia Roma-Firenze e Roma-Ancona e capolinea delle ferrovie Orte-Viterbo, Orte-Capranica-Civitavecchia e Orte-Fiumicino Aeroporto (FL1).
Amministrazione
modificaNel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Viterbo, Bomarzo passò dalla provincia di Roma a quella di Viterbo.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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23 aprile 1995 | 9 giugno 1996 | Antonio Cianchi | Polo per le Libertà | Sindaco | |
9 giugno 1996 | 16 aprile 2000 | Tiziana Lagrimino | L'Ulivo | Sindaco | |
16 aprile 2000 | 30 marzo 2010 | Stefano Bonori | L'Ulivo/L'Unione | Sindaco | |
30 marzo 2010 | 1 giugno 2015 | Roberto Furano | Lista civica | Sindaco | |
1 giugno 2015 | 22 settembre 2020 | Ivo Cialdea | Lista civica | Sindaco | |
22 settembre 2020 | in carica | Marco Perniconi | Lista civica | Sindaco |
Sport
modificaCalcio
modifica- S.S.D. Bomarzo (colori sociali Giallo Verde) che, nel campionato 2019-20, milita nel campionato maschile di Promozione.[21]
Note
modifica- ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ a b c d e Luigi Vittori, Memorie archeologico-storiche sulla città di Polimarzo oggi Bomarzo scritte dall'arcipr. Luigi Vittori, presso Monaldi tipografo, 1º gennaio 1846. URL consultato il 19 marzo 2017.
- ^ Visit Lazio, su Visit Lazio. URL consultato il 19 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2017).
- ^ Nuova enciclopedia popolare italiana, ovvero Dizionario generale di scienze, lettere, arti, storia, geografia, ecc. ecc. opera compilata sulle migliori in tal genere, inglesi, tedesche e francesi, coll'assistenza e col consiglio di scienziati e letterati italiani, corredata di molte incisioni in legno inserite nel testo e di tavole in rame: Pol-Pyrmont, dalla Societa l'Unione Tipografico-Editrice, 1864. URL consultato il 18 gennaio 2022.
- ^ Fortunio Spira, su treccani.it.
- ^ a b Regio decreto 6 febbraio 1942, n. 547, in materia di "Distacco della frazione Chia dal comune di Bomarzo e sua aggregazione a quello di Soriano nel Cimino."
- ^ a b c d e f g Le Chiese di Bomarzo, su Italiano. URL consultato il 18 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2017).
- ^ Manuel Mujica Lainez, Bomarzo, Rizzoli, Milano 1965
- ^ Palazzo Orsini, su comune.bomarzo.vt.it.
- ^ LA PIRAMIDE - Piramide Etrusca, in Piramide Etrusca. URL consultato il 22 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2018).
- ^ La piramide etrusca di Bomarzo, su viaggifuorirotta.it.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 26 gennaio 2012 (archiviato il 25 gennaio 2012).
- ^ Palio di Sant'Anselmo a Bomarzo (VT), su lazionascosto.it.
- ^ D. Cenci, S. Anselmo vescovo e confessore patrono di Bomarzo, Milano, 1957.
- ^ a b c d e f I Rioni di Bomarzo, su ilmortaretto.it. URL consultato il 22 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2017).
- ^ Atlante Statistico dei comuni dell'Istat, su asc.istat.it. URL consultato il 12 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2020).
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 19.
- ^ La squadra sul sito Tuttocampo
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bomarzo
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Bomarzo
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su comune.bomarzo.vt.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 145494985 · LCCN (EN) n85371760 · GND (DE) 4080462-8 · BNF (FR) cb12237037f (data) · J9U (EN, HE) 987007564701005171 |
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