Automotrice FCS ALn 40
Le automotrici ALn 40 sono state una piccola serie di 3 rotabili automotori termici alimentati a gasolio, a scartamento ridotto (950 mm), costruito dalla FIAT – Sezione Materiale Ferroviario negli anni trenta per il servizio viaggiatori delle Ferrovie Complementari della Sardegna.
ALn 40 | |
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Automotrice | |
Automotrice ALn 40 abbandonata a Tirso | |
Anni di progettazione | 1937 |
Anni di costruzione | 1937 |
Anni di esercizio | 1937[1]- ? |
Quantità prodotta | 3 |
Costruttore | FIAT – Sezione Materiale Ferroviario |
Automotrice | |
Dimensioni | 14.930 x 2.400 x 3.140 mm |
Capacità | 38 posti a sedere |
Scartamento | 950 mm |
Passo dei carrelli | 2.800 mm |
Massa in servizio | 17,5 t |
Rodiggio | 1 A-A 1 |
Diametro ruote motrici | 720 mm |
Tipo di trasmissione | meccanica |
Potenza continuativa | 118 kW |
Velocità massima omologata | 65 km orari |
Alimentazione | gasolio |
Tipo di motore | 355 C |
Numero di cilindri | 6 |
Diametro dei cilindri | 108 mm |
Corsa dei cilindri | 152 mm |
Storia
modificaLe automotrici furono ordinate nel 1937[2]alla Fiat, dalla Direzione di esercizio delle FCS per velocizzare il servizio sulle linee Macomer-Nuoro e Macomer-Bosa, lungo le quali il 15 giugno 1937[3] iniziò l'attività di questi rotabili. Furono realizzate, in numero di tre unità, immatricolate come ALn 40.11-13, secondo uno schema progettuale simile a quello delle ALn 200 precedentemente fornite all'altra concessionaria sarda FMS, ma con doppio motore, date le pendenze maggiori delle proprie linee, che raggiungevano il 30 per mille. Vennero prodotte con allestimento interno diviso in due classi; 6 posti di prima classe e 32 di seconda.[2]. Negli anni del secondo dopoguerra continuarono a servire il trasporto locale fino agli inizi degli anni cinquanta. Per decenni i resti di questi rotabili sono stati abbandonati nella stazione di Tirso[4]. Nel 2012 l'ARST, gestore dal 2010 delle linee ex FCS, ha dato il via al recupero degli esemplari di ALn 40 ricoverandoli presso i depositi della stazione di Monserrato[5], in vista di un possibile restauro[6].
Tecnica
modificaLe automotrici hanno la cassa a struttura tubolare saldata che poggia direttamente sui due carrelli mediante un perno e dei rulli di scorrimento. Sulle testate si trova solo un perno di aggancio a barra rigida e sono prive di pancone o respingente. Il frontale è molto caratteristico con un grande scudo alettato che copre il radiatore e si prolunga quasi fino a terra.
I carrelli sono semplici; un telaio in acciaio saldato costituito da due longheroni su cui poggia la cassa per mezzo di rulli scorrevoli. Le sospensioni sono a balestra. Il motore trova posto sopra ciascun primo asse e tutta la meccanica è contenuta entro il carrello.
Le ALn 40 montavano una coppia di motori diesel, tipo 355 C a iniezione diretta, a sei cilindri in linea capaci di erogare 59 kW ciascuno[7].
Note
modifica- ^ Altara, p.264.
- ^ a b Nico Molino,Littorina, p.29.
- ^ Corda, p.125.
- ^ Una ferrovia fantasma, su Photorail.com, febbraio 2005. URL consultato il 22 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2008).
- ^ L’Arst rimuove i vecchi mezzi delle Ferrovie della Sardegna, in La Nuova Sardegna, 12 agosto 2012. URL consultato il 13 agosto 2012.
- ^ La prima Emmina a Cagliari, su Duegieditrice.it, 20 luglio 2012. URL consultato il 12 agosto 2012.
- ^ Molino,Pautasso, tab.p.88.
Bibliografia
modifica- Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0.
- Elettrio Corda, Le contrastate vaporiere - 1864/1984: 120 anni di vicende delle strade ferrate sarde: dalle reali alle secondarie, dalle complementari alle statali, Sassari, Chiarella, 1984.
- Nico Molino, Littorina. in Mondo Ferroviario 55, Rivoltella, Editoriale del Garda, 1991, ISBN non esistente.
- Nico Molino e Sergio Pautasso, Le automotrici della prima generazione, Torino, Elledi, 1983, ISBN 88-7649-016-7.