Apollodoro di Pasione
Apollodoro, figlio di Pasione del demo di Acarne (in greco antico: Ἀπολλόδωρος?, Apollódōros; 394 a.C. – IV secolo a.C.), è conosciuto da molti dei discorsi forensi di Demostene.
Biografia
modificaNato nel 395/394 a.C.,[1] era il figlio del banchiere Pasione, che morì nel 370 a.C. quando Apollodoro aveva ventiquattro anni.[2] Nello stesso anno, al termine di una lunga vicenda legale, Apollodoro risultò il maggior destinatario della sontuosa eredità paterna.[3] Sulla vicenda sono giunte fino a noi alcune orazioni attribuite a Demostene, anche se alcuni storici moderni le considerano dei falsi dello stesso Apollodoro.[3]
Intorno al 368 a.C.,[4] la vedova di Pasione Archippe sposò Formione, un liberto del banchiere che aveva preso in affitto la banca e la fabbrica di scudi poco prima che Pasione morisse; queste due proprietà dovevano essere rese alla famiglia di Pasione non appena Pasicle avesse compiuto i 18 anni ed il patto fu mantenuto quando nel 362 a.C. Pasicle ottenne la banca mentre Apollodoro la fabbrica di scudi.[5] Nel frattempo Formione era diventato, insieme ad un certo Nicocle,[6] tutore di Pasicle e aveva avuto da Archippe due bambini prima che ella morisse nel 360 a.C.[4]
Intorno al 365 a.C. Apollodoro sposò la figlia di Dinia,[7] da cui ebbe due bambine.[8] Intanto aveva diviso col fratello anche il resto dell'eredità paterna e si stima che nel 350 a.C. avesse ricevuto più di 23 talenti.[9]
Nel 350 a.C., Apollodoro intentò una causa contro Formione. Demostene ne scrisse il discorso di difesa Per Formione, che è ancora esistente. In quel momento Apollodoro ricopriva la carica di arconte eponimo ad Atene.[10] Una voce che circolò più tardi diceva che Demostene aveva reso pubblico il discorso di difesa di Apollodoro prima del processo.[11] Apollodoro attaccò poi i testimoni che avevano sostenuto Formione. Demostene scrisse per Apollodoro i due discorsi esistenti dal titolo Contro Stefano.
Apollodoro ebbe molte cause, per molte delle quali Demostene scrisse i discorsi per lui. L'ultimo di questi fu Contro Neera, una etera, intorno al 340 a.C.; probabilmente pochi anni dopo morì.[12]
Apollodoro era estremamente ricco e già dopo la morte del padre si era dato a spese in vestiti, etere e schiavi;[13] fu investito della liturgia di trierarca per due volte, in un periodo in cui era insolito per una sola persona assumere quel ruolo a causa dell'enorme spesa che comportava: una prima della morte del padre ed un'altra nel 368 a.C.;[14] fu sintrierarca intorno al 366 a.C. e poi dal settembre 362 al febbraio 360 a.C.;[15] fu corego vincitore alle Dionisie del 352/351 a.C.[12] Nonostante queste notevoli spese, sembra da rifiutare l'affermazione secondo la quale nel 349/348 a.C. le sue proprietà si sarebbero ridotte al punto di non raggiungere i 3 talenti.[16]
Note
modifica- ^ Davies, p. 429.
- ^ Demostene, Per Formione (XXXVI), 22.
- ^ a b Apollodoro di Pasione, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ a b Davies, p. 435.
- ^ Demostene, Per Formione (XXXVI), 10-11; Davies, pp. 432-433, con la lista delle condizioni che Pasione impose a Formione di rispettare.
- ^ Demostene, Contro Stefano (I) (XLV), 37.
- ^ Dinia era figlio del Teomnesto ricordato in Demostene, Contro Stefano (I) (XLV, 55).
- ^ Davies, p. 437.
- ^ Davies, p. 439.
- ^ Diodoro Siculo 16.46.
- ^ Eschine, Sull'ambasciata, 165; Plutarco, Demostene, 15.
- ^ a b Davies, p. 442.
- ^ Demostene, Per Formione (XXXVI), 45.
- ^ Davies, p. 440; Pseudo-Demostene, Contro Nicostrato (LIII), 5, dove è ricordata la liturgia del 368 a.C.
- ^ Davies, pp. 441-442; Pseudo-Demostene, Contro Policle (L), 40, dove è ricordata la liturgia del 362-360 a.C.
- ^ Davies, p. 442. L'affermazione è in Pseudo-Demostene, Contro Neera (LIX), 7.
Bibliografia
modifica- (EN) William Smith (a cura di), Apollodorus, in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870.
- (EN) John Kenyon Davies, Πασίων Ἀχαρνεύς (n. 11672), in Athenian propertied families, 600-300 B.C., Oxford, Clarendon Press, 1971.
- Apollodoro di Pasione, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Collegamenti esterni
modifica- Apollodòro di Pasione, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 203029171 · ISNI (EN) 0000 0003 7155 269X · SBN VEAV469476 · CERL cnp00403715 · LCCN (EN) n92032298 · GND (DE) 119082055 · BNE (ES) XX5619828 (data) · BNF (FR) cb13093252z (data) · J9U (EN, HE) 987007385719205171 |
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