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Antoine de Ville

ingegnere militare francese

Antoine de Ville (Tolosa, 15961656) è stato un ingegnere militare francese e si è occupato della costruzione di fortificazioni e piazzeforti.

Biografia

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Antoine de Ville: ritratto di Artemisia Gentileschi inciso da Jérôme David.
 
Les fortifications, 1629: frontespizio.

Antoine de Ville o Deville nasce a Tolosa una cittadina nella regione della Alta Garonna capitale culturale dell'Occitania da una famiglia nobile originaria del Delfinato che si era stabilita in Linguadoca-Rossiglione nel XV secolo[1].

La sua formazione avviene al Collegio dei Gesuiti di Tolosa dove apprende la filosofia, anche se – come avrà modo di scrivere – egli si sentirà dopo tre anni di studio «plus ignorant et confus qu'auparavant», le matematiche e le scienze esatte e si forma sui trattati di arte militare di d'Errard le Bar-le-Duc. Entrato al servizio del Re di Francia nei ranghi degli ingegneri militari e si occupa della costruzione del miglioramento di opere di difesa e piazzeforti tra le quali la più importante è quella di Montreuil-sur-Mer nel dipartimento del Passo di Calais e nella Piccardia dove ha progettato le opere di difesa contro gli spagnoli. Partecipa a varie campagne di guerra contro i protestanti nel corso del decennio 1620-1630. Nel 1621 è a Montauban, inquadrato nei ranghi della cavalleria leggera, anche se non partecipa direttamente ai combattimenti, e nel 1624 è impegnato nell'assedio di La Rochelle, Clérac e nelle campagne contro gli ugonotti nel sud-ovest e nel sud del Massiccio Centrale. Dal 1626 è al servizio del duca Carlo Emanuele I di Savoia (1562 - 1630) nei Paesi Bassi e si distingue in combattimento ottenendo l'onorificenza dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Congedato dal servizio attivo si reca per un viaggio di studio in Italia al fine di perfezionare le sue conoscenze sull'arte della fortificazione e a Roma incontra Artemisia Gentileschi che lo ritrae in un quadro che sarà la fonte per il ritratto che compare nel suo trattato[2]. Negli anni 1630-1635 è al servizio della Repubblica di Venezia per la quale progetta e realizza le fortificazioni della città di Pola[3] (oggi in Croazia). Il suo incarico presso la Repubblica veneziana lo vede impegnato con funzioni ispettive in Istria, Dalmazia, Slovenia, ai confini dello Stato Pontificio, lungo il bacino del Po e si occupa anche del restauro delle fortificazioni di Mantova e Bergamo. Suoi sono anche i rilievi e i disegni del Palazzo Te a Mantova[4]. In quegli anni avvia una corrispondenza con Galileo Galilei che stava lavorando alla pubblicazione del suo trattato Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze (pubblicato a Leida presso gli Elzeviri nel 1638). Durante il suo soggiorno a Pola, nel 1633, pubblica una Descriptio Urbis e Polæ Portus ..., in latino e un breve opuscolo dal titolo Pyctomachia veneta, seu pugnorum certamen venetum sul combattimento e sul pugilato come si svolgeva nei quartieri veneziani secondo le antiche tradizioni. Ritornato in Francia, nel 1635 partecipa alla difesa di Corbie (1636), all'attacco di piazzeforti minori nell'Artois, e all'assedio di Hesdin che gli vale la nomina di Maresciallo di campo (1639). In quegli stessi anni pubblica due testi sulle sue campagne di guerra e intitolati Le siége de Landrecy e Le siège de Hesdin. Nel 1639 è pubblicata anche la sua ultima opera De la charge de gouverneurs des places dedicato alla logistica militare.

Nel 1628, all'età di 32 anni, Antoine de Ville, che è ingegnere ma anche fine matematico[5], pubblica un importante trattato sull'arte della fortificazione (Les Fortifications ...) che influenzerà sensibilmente le teorie e gli scritti di Sébastien Le Prestre, marchese di Vauban (1633–1707). Il successo del suo trattato è dimostrato dalle numerose ristampe e ri-edizioni edite a Parigi, Lione e Amsterdam. La sua opera affronta i temi della costruzione delle fortificazioni sia regolari che irregolari, delle strategia di attacco e di difesa delle piazzeforti. Del miglior modo di conquistare le piazze fortificate con azioni di sorpresa, sfruttando il territorio circostante che può nascondere le truppe in attacco e come sopraffare le difese con azioni di forza. Inoltre, de Ville si occupa anche dell'uso delle mine per distruggere le opere di difesa nemiche. Allo stesso modo, parlando della difesa delle piazzeforti suggerisce il miglio sistema di difesa dai attacchi descritti nel capitolo precedente in funzione delle truppe a presidio e della popolazione racchiusa nella piazzaforte. Le sue teorie furono diffuse nelle scuole di artiglieria e genio e una importante applicazione del suo pensiero si può vedere nelle fortificazioni della piazzaforte di Almeida (1646-1657).

Galleria d'immagini

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Opere principali

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  • Les fortifications… avec l'attaque et la défense des places[6]. Lyon: Irénée Barlet, 1629. Quest'opera fu più volte riedita: Paris, Toussaint Quinet, 1636; Lyon, Philippe Borde, 1640; Paris, Pour la Compagnie des Libraires du Palais, 1666; Amsterdam, s. n., 1672 (con 63 tavole) e 1675[7]. L'opera si compone di tre parti rispettivamente dedicate alla costruzione delle opere di fortificazione, all'attacco e alla difesa delle piazzeforti. La prima è convenzionalmente divisa in due parti una dedicata alle fortificazioni regolari e una a quelle irregolari ed è completata con alcune considerazioni sulle fortificazioni di campagna dette «les petites places». L'accento è tuttavia posto sulla fortificazione regolare o moderna, sulla geometria dei sistemi bastionati ancora peraltro realizzati con evidenti errori di tracciamento geometrico in funzione delle necessità del combattimento e in particolare del fuoco di artiglieria e del tiro incrociato. A conferma delle sue affermazioni de Ville cita le opere di fortificazione realizzate a Flushing e Nijmegen nei Paesi Bassi bassa, Torino, Civitavecchia, Venezia e Palmanova in Italia. L'opera è altresì arricchita di un vocabolario descrittivo degli elementi costruttivi e dei termini tecnici. L'autore non ha l'ambizione di offrire innovativi sistemi di fortificazione quanto di offrire al lettore un compendio ragionato e illustrato dei vari sistemi di fortificazione alla moderna e una razionalizzazione dell'arte della guerra e sarà preso ad esempio da Vauban per la prima edizione del suo trattato sull'arte della fortificazione. Il trattato è arricchito di una iconografia eccezionale, disegnata dallo stesso de Ville. Les fortifications du chevalier Antoine de Ville, edizione del 1628.
  • Descriptio portus et urbis Polæ antiquitatum, ut et Thynnorum piscationis descriptio curiosa. Lugduni Batavorum (Leiden): Sumptibus Petri vander Aa, 1722; Venetia, 1633 (pubblicato in collaborazione con Pieter van der Aa).
  • Pyctomachia veneta, seu pugnorum certamen venetum. Venetiis: ex typ. ducali Pinelliana, 1634.
  • Le siége de Landrecy. Paris: Michel Soly, 1637.[8][9][10]
  • Le siége de Hesdin. Lyon: Jean Caffin & François Plaignard, 1639.
  • De la charge de gouverneurs des places. Lyon et Paris: M. Guillemot, 1639 e Amsterdam: 1640 (2ª ed. Paris: Edme Pepingue 1656; Paris: Jean Baptiste Loyson 1656; Paris: Robert de Nain).
  • Obsidio Corbiensis.
  1. ^ Biographie Toulousaine, T. II, p. 492-493. Paris: L. G. Michaud, 1823.
  2. ^ Il ritratto fu inciso da Jérôme David (1605 - 1670).
  3. ^ La fortificazione di Pola fu costruita in stile barocco (o meglio alla 'moderna') sulle rovine del castello medievale, a sua volta costruito sui resti della fortificazione romana. Di forma rettangolare, con quattro bastioni e cortine sui lati corti, era dotata di un fossato di protezione e di mezzelune sulla controscarpa. I bastioni potevano ospitare complessivamente 24 cannoni. Nell'ampio cortile interno c'erano gli alloggi per la truppa, l'armeria, l'alloggio del comandante e il pozzo dell'acqua.
  4. ^ Il manoscritto è conservato presso la biblioteca del Service Historique de l'Armée de Terre de Vincennes.
  5. ^ A questo proposito Fulgenzio Micanzio scrive che de Ville è «un grand mathématicien et de valeur dans les mécaniques»
  6. ^ Les fortifications du chevalier Antoine de Ville, contenans (contenant) la manière de fortifier toute sorte de places tant regulierement, qu'irregulierement en quelle assiete qu'elles soient; comme aussi les ponts, passages, entrées de rivieres, ports de mer: La construction de toutes sortes de forts & citadelles; le moyen facile de tracer sur le terrain. Le tout à la moderne, comme il se pratique dans les meilleures places d'Europe, demonstré & calculé par les sinus & logarithmes. Avec l'ataque (attaque) et les moyens de prendre les places par intelligence, sedition, surprise, stratagème, escalade: les effets de diverses sortes de petards, pour faire sauter les ports, murailles & bastimens (bâtiments): plusieurs instrumens (instruments) pour rompre les chaines et paux: L'ordre des longs sieges, la construction des forts, & Redoutes, les retranchements des quartiers. Des tranchées, bateries, mantelets, mines & plusieurs inventions nouvelles non jamais escrites. Plus la defense, & l'instruction generale pour s'empescher des surprises: les remedes contre la trahison, sedition, revolte: Pour se garantir des escalades: Diverses inventions nouvelles contre le petard: la defense contre les longs sieges & contre les sieges par la force : L'ordre contre les approches: Des sorties, contre-mines, retranchemens, capitulation, & reddition des places. Le tout representé en cinquante-cinq planches, avec leurs plantes (sic. Plans), prospectives, & paisages. Le discours est preuvé par demonstrations, experiences, raisons communes, & physiques, avec les rapports des Histoires anciennes, & modernes.
  7. ^ Elenco delle edizioni e delle ristampe: 1628, 1629, 1636, 1639, 1640, 1641, 1666, 1672, 1675, 1676, 1696.
  8. ^ Biographie Toulousaine, T. II, p. 493. Paris: L. G. Michaud, 1823.
  9. ^ In bibliografia questo libro è sovente attribuito a Jacques de Billy.
  10. ^ L'assedio fu guidato dal Cardinale de La Valette (1593 - 1639). Cfr. Bibliothèque historique de la France: contenant le catalogue des ..., di Jacques Lelong & Fevrette de Fontette. Vol. 4, p. 53. Paris: Veuve Herissant, 1775.

Bibliografia

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  • Biographie Toulousaine, T. II, p. 492-493. Paris: L. G. Michaud, 1823.
  • A. Du Mège, Bibliographie toulousaine, ou dictionnaire historique des personnages… Toulouse: Veuve Navarre, 1823, I, p. 444.
  • J.-F. Pernot, «Un aspect peu connu de l'œuvre d'Antoine de Ville, ingénieur du roi (1596 ?-1656?). Approches d'un type de documents: les gravures des traités de fortifications», Revue historique des armées, 1978, p. 29-58.
  • J.-F. Pernot, «La guerre et l'infrastructure de l'État moderne : Antoine de Ville, ingénieur du roi (1596 ?-1656?), la pensée d'un technicien au service de la mobilisation totale du royaume», Revue d'histoire moderne et contemporaine, 34, juillet-septembre 1984, p. 407.
  • Y. Bruant, «Les traités d'architecture militaire français à la fin du XVIe siècle et au début du XVIIe siècle», J. Guillaume (éd.), Les traités d'architecture de la Renaissance. Paris: Picard, 1988, p. 477-484.
  • H. Vérin, «Galilée et Antoine de Ville: un courrier sur l'idée de matière», J. Montesinos & Carlos Solis (éd.), Largo Campo di Philosophare, Eurosymposium Galileo. Madrid: Orotavia 2001, p. 307-322.
  • J.-F. Pernot, «L'école française de fortifications», I. Warmoes & V. Sanger (éd.), Vauban Bâtisseur du Roi-Soleil. Paris: Somogy, 2007, p. 55-61.

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