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Strozzapreti

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Strozzapreti
Strozzapreti romagnoli
Origini
Luogo d'origineItalia (bandiera) Italia
RegioniEmilia-Romagna
Toscana
Trentino-Alto Adige
Marche
Umbria
Abruzzo
Lazio
Calabria
DiffusioneItalia Settentrionale e Centrale
Dettagli
Categoriaprimo piatto
SettorePaste fresche e industriali

Gli strozzapreti sono una famiglia di differenti tipi di pasta che possono avere forma di cordone ritorto, spaghetto o gnocco, diffusi in diverse regioni italiane.

Il nome strozzapreti allude alla proverbiale golosità dei preti. Citati più volte nella letteratura romanesca, ad esempio nei Sonetti di Giuseppe Gioachino Belli[1], gli strozzapreti nascono come pasta da cuocere allora tipica dei giorni di festa o d'uso borghese. Il poeta li descrive come "cannelletti di pasta prosciugata lunghi un pollice, da condire o cuocere col sughillo [sugo di stufato]".

Tipologie e diffusione territoriale

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Tipologie a pasta corta

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  • Nella cucina romagnola gli strozzapreti sono corti cordoni ritorti ottenuti a mano da pasta di acqua e farina. Nelle campagne fra Faenza e Lugo sono diffusi gli strozzapreti col nodo, ottenuti annodando ciascuno spezzone di pasta dopo averlo attorcigliato su sé stesso[2] Nella cucina imolese e ravennate tra la fine dell'800 e la metà del '900 gli strozzapreti si definivano "sacerdoti soffocati"[3], terminologia poi scomparsa, ed erano leggermente più grandi.

Tipologie a pasta lunga

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  • Nella cucina umbra con il termine strozzapreti o strangozzi si intende una pasta lunga a sezione quadrata fatta di acqua e farina.
  • Nella cucina laziale gli strozzapreti sono spaghettoni tirati a mano. Nella zona di Viterbo, lo stratto è una pasta fatta a mano, tipica del comune di Blera, condita con i tartufi.
  • Nella città dell'Aquila gli strangolapreti sono dei grossi cordoni di pasta di grano duro lunghi circa 20 cm.

Tipologie a gnocco

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Strozzapreti romagnoli

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L'impasto, tradizionalmente di farina di grano tenero e acqua ma dalla fine del Novecento si preferisce aggiungere l'uovo, viene stesa con il mattarello piuttosto spessa, poi è tagliata a strisce di circa 1,5 cm di larghezza. Ciascuna striscia viene presa fra i palmi delle mani e attorcigliata su sé stessa, e contemporaneamente divisa in pezzi di 5–7 cm.[4]

Alimenti simili

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Nel suo dizionario delle cucine regionali, Slow Food documenta l'esistenza di un tipo di pasta che prende il nome di strigoli, ottenuti strofinando delle listarelle di impasto di un paio di centimetri.[5]

  1. ^ La scampaggnata, 16 novembre 1834, v. 8: «strozzapreti cotti col sughillo»
  2. ^ Maria Pia Timo, La Vespa Teresa. Ricette e storie di donne di Romagna, LT, 2015..
  3. ^ Il Giornale del cibo
  4. ^ Alessia Rossi, Strozzapreti romagnoli: la ricetta originale e la storia, su Giornale del cibo, 9 gennaio 2020. URL consultato il 4 maggio 2023.
  5. ^ autori vari, Dizionario delle cucine regionali italiane, Slow Food, 2010, "strigoli".

Voci correlate

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Altri progetti

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