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* Estratto da Ottavio Lurati- Macchione Editore : Casa Bolla, della quale si fa accenno è sicuramente di origine basso medioevale poichè si riscontra un collegamento con il Duca Francesco Sforza di Milano, quando il 30 marzo del 1456 |
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ordina al vicario della Val di Blenio di adempiere alla richiesta di Giacomo Bolla " Ne ha supplicato di novo Iacopo de Bolla, nostro famiglio, per lo qualle se ricordamo una altra |
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=== Aree naturali === |
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Versione delle 10:29, 19 nov 2024
Olivone frazione | |
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Olivone ai piedi del monte Sosto | |
Localizzazione | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Ticino |
Distretto | Blenio |
Comune | Blenio |
Territorio | |
Coordinate | 46°32′N 8°57′E |
Altitudine | 902 m s.l.m. |
Superficie | 76,13 km² |
Abitanti | 873 (2005) |
Densità | 11,47 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6718 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 5043 |
Targa | TI |
Cartografia | |
Olivone (in dialetto ticinese Rivöi[1]) è una frazione di 873 abitanti del comune svizzero di Blenio, nel Canton Ticino (distretto di Blenio).
Geografia fisica
Storia
Già comune autonomo che estendeva per 76,1 km²; il 22 ottobre 2006 è stato accorpato agli altri comuni soppressi di Aquila, Campo, Ghirone e Torre per formare il nuovo comune di Blenio, del quale Olivone è il capoluogo.
Nell'inverno 1950-1951, una valanga si fermò a ridosso dell'abitato.[2]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
- Chiesa parrocchiale di San Martino di Tours, attestata nel 1136[1];
- Oratorio di San Giuseppe[senza fonte];
- Cappella Piazza, realizzata da Hans Widmer nel 1937 per Giovanni Piazza[senza fonte];
- Cappella mortuaria con il monumento funebre dell'abate Vincenzo Dalberti (1763-1849)[senza fonte];
- Monumento funebre del politico Giovanni Martino Soldati (1747-1831)[senza fonte];
- Oratorio di Santa Maria Maddalena[senza fonte];
- Oratorio di San Bartolomeo[senza fonte];
- Oratorio di San Rocco[senza fonte];
- Oratorio di San Giacomo Maggiore[senza fonte];
- Chiesa-oratorio di San Colombano;
- Oratorio di Santa Maria delle Grazie in località Sommascona;
- Cappella Cusi[senza fonte];
- Antico ospizio degli Umiliati[senza fonte];
- Ospizio di Casaccia, pure retto dagli Umiliati, dedicato al Santo Sepolcro e a San Barnaba[1];
- Oratorio di Sant'Anna[senza fonte];
- Oratorio di San Domenico di Guzmán[senza fonte];
- Oratorio di San Sebastiano[senza fonte];
- Statua in granito della Madonna col Bambino di Giovanni Genucchi di Castro, del 1956, che sorge su un'altura presso l'oratorio di Santa Maria al passo del Lucomagno[senza fonte].
Architetture civili
- Centralone, villa neoclassica situata in un ampio parco fatta erigere da Carlo Poglia nel 1839[senza fonte];
- Villa nel parco del Centralone, residenza edificata per Giovanni Piazza nel 1913[senza fonte];
- Casa Piazza, all'entrata sud del borgo, palazzo tardo-neoclassico edificato nel 1868 circa dall'architetto milanese Luigi Savoia per Vincenzo Piazza[senza fonte];
- Ca' da Rivöi, edificio del XV secolo che ospita arredi e paramenti provenienti dalla chiesa parrocchiale di San Martino[1]; è l'antica casa del beneficio priorile[senza fonte];
- Casa Cerboni in località Solario, con affreschi votivi raffiguranti la Madonna in trono con il committente, lo stemma dei Visconti della seconda metà del XV secolo e Sant'Anna Metterza[senza fonte];
- Casa Dalberti, grande casa borghese di stampo neoclassico costruita nel 1776 e forse trasformata nel 1803, che conserva la pregiata e ricca biblioteca[senza fonte];
- Casa Bolla, costruzione in pietra e legno di origine forse medievale, ampliata all'inizio del XVII secolo e parzialmente trasformata nel XIX secolo[senza fonte];
- Albergo Olivone e Posta, costruito nel 1880 in concomitanza con l'apertura della strada del passo del Lucomagno per iniziativa di Giacomo e Vincenzo Bolla e Paolina Poglia, riattato nel 1987[senza fonte];
- Casa seicentesca in legno con basamento in pietra e tetto in beole[senza fonte];
- Palazzo Martinali, palazzo signorile a pianta rettangolare fatto erigere nel 1748-1749 da Luigi Barera[senza fonte].
- Estratto da Ottavio Lurati- Macchione Editore : Casa Bolla, della quale si fa accenno è sicuramente di origine basso medioevale poichè si riscontra un collegamento con il Duca Francesco Sforza di Milano, quando il 30 marzo del 1456
ordina al vicario della Val di Blenio di adempiere alla richiesta di Giacomo Bolla " Ne ha supplicato di novo Iacopo de Bolla, nostro famiglio, per lo qualle se ricordamo una altra volta haverte scripto, como vederai per la supplicatione sua qualle te mandamo a questa inclusa (TD 1.2.254;vedi ib.280) Fondazione Ticino Nostro. Altri Bolla sono presenti a Castro e in tutta la val di Blenio e alcuni hanno dato anche consiglieri di Stato e politici del Canton Ticino.
Aree naturali
- Capanna Dötra, sulle falde del Pizzo Cadreghe, posta a 1 748 m s.l.m.[3];
- Capanna Gorda, posta a 1 800 m s.l.m.[4].
Società
Evoluzione demografica
L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Abitanti censiti[5]
Amministrazione
Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.
Note
- ^ a b c d e Iabella Spinelli, Olivone, in Dizionario storico della Svizzera, 10 gennaio 2017. URL consultato il 4 settembre 2017.
- ^ Galliciotti, p. 21.
- ^ Capanna Dötra, su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2015).
- ^ Capanna Gorda [collegamento interrotto], su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 settembre 2017.
- ^ Dizionario storico della Svizzera
Bibliografia
- Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894., 244, (Scona) 269.
- Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, Lugano 1896.
- Piero Bianconi, Arte in Blenio. Guida della valle, S.A. Grassi & Co. Bellinzona-Lugano 1944; Idem, Inventario delle cose d'arte e di antichità, I, S. A. Grassi & Co, Bellinzona 1948, 134-154.
- Fiorentino Galliciotti (a cura di), Il flagello bianco nel Ticino, Bellinzona, Arti grafiche Arturo Salvioni & co., 1953.
- Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 22, 38, 41, 44, 91, 179, 263, 299, 330, 407, 463-470, 482, 483, 501, 509.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 6, 69-84.
- Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
- Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003, 8, 11, 12, 38, 41, 113, 149, 232, 289, 314, 339, 406.
- AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 23, 81, 95, 98, 104, 105, 107.
- Marina Bernasconi Reusser, Monumenti storici e documenti d'archivio. I «Materiali e Documenti Ticinesi» (MDT) quali fonti per la storia e le ricerche sull'architettura e l'arte medievale delle Tre Valli, in Archivio Storico Ticinese, seconda serie, 148, Casagrande, Bellinzona 2010, 216 nota 67, 229, 231, 233, 241.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Olivone
Collegamenti esterni
- Sito istituzionale del comune di Blenio, su comuneblenio.ch. URL consultato il 4 settembre 2017.
- Iabella Spinelli, Olivone, in Dizionario storico della Svizzera, 10 gennaio 2017. URL consultato il 4 settembre 2017.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 131678036 · LCCN (EN) no2001013168 · GND (DE) 4558133-2 · J9U (EN, HE) 987007484778805171 |
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