Enzo Bianco: differenze tra le versioni
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Nel 2012, viene coinvolto nello scandalo dei finanziamenti pubblici dell'ex partito la [[Democrazia è Libertà - La Margherita|Margherita]] da [[Luigi Lusi]], tesoriere della Margherita. Lusi sostiene di aver versato a Enzo Bianco una somma mensile di 3.000 euro, poi passata a 5.500 euro in qualità di presidente della defunta assemblea della defunta Margherita. Sebbene l'operazione fosse formalmente legale, Enzo Bianco inizialmente nega tutto tentando di non essere coinvolto nello scandalo. Successivamente ammette di aver ricevuto quel denaro giustificandosi dicendo che lo aveva usato per fare politica.<ref>[http://www.gadlerner.it/2012/05/19/enzo-bianco-e-la-paghetta-una-verita-in-ritardo Gad Lerner, Enzo Bianco e la paghetta: una verità in ritardo]</ref> |
Nel 2012, viene coinvolto nello scandalo dei finanziamenti pubblici dell'ex partito la [[Democrazia è Libertà - La Margherita|Margherita]] da [[Luigi Lusi]], tesoriere della Margherita. Lusi sostiene di aver versato a Enzo Bianco una somma mensile di 3.000 euro, poi passata a 5.500, euro in qualità di presidente della defunta assemblea della defunta Margherita. Sebbene l'operazione fosse formalmente legale, Enzo Bianco inizialmente nega tutto tentando di non essere coinvolto nello scandalo. Successivamente ammette di aver ricevuto quel denaro giustificandosi dicendo che lo aveva usato per fare politica.<ref>[http://www.gadlerner.it/2012/05/19/enzo-bianco-e-la-paghetta-una-verita-in-ritardo Gad Lerner, Enzo Bianco e la paghetta: una verità in ritardo]</ref> |
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===Vita privata=== |
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Amante della musica con una predilezione per [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], è stato presidente del [[Teatro Massimo Vincenzo Bellini|Teatro Bellini]]. Nel tempo libero coltiva la passione per la cucina: i suoi piatti preferiti sono le antiche ricette siciliane. |
Amante della musica con una predilezione per [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]], è stato presidente del [[Teatro Massimo Vincenzo Bellini|Teatro Bellini]]. Nel tempo libero coltiva la passione per la cucina: i suoi piatti preferiti sono le antiche ricette siciliane. |
Versione delle 02:31, 6 giu 2014
Enzo Bianco | |
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Sindaco di Catania | |
In carica | |
Inizio mandato | 11 giugno 2013 |
Predecessore | Raffaele Stancanelli |
Durata mandato | 29 luglio 1988 – 1º novembre 1989 |
Predecessore | Giuseppe Azzaro |
Successore | Guido Ziccone |
Durata mandato | 20 giugno 1993 – 22 gennaio 2000 |
Predecessore | Angelo Lopresti |
Successore | Umberto Scapagnini |
Ministro dell'Interno | |
Durata mandato | 22 dicembre 1999 - 11 giugno 2001 |
Presidente | Massimo D'Alema Giuliano Amato |
Predecessore | Rosa Russo Jervolino |
Successore | Claudio Scajola |
Presidente della Associazione Nazionale Comuni Italiani | |
Durata mandato | 18 marzo 1995 – 18 gennaio 2000 |
Predecessore | Stefano Vaccari |
Successore | Leonardo Domenici |
Presidente del COPACO | |
Durata mandato | 6 giugno 2001 – 16 maggio 2006 |
Predecessore | Franco Frattini |
Successore | Claudio Scajola |
Dati generali | |
Partito politico | PRI (1976-1994) AD (1994-1996) UD (1996-1998) Centocittà (1998-1999) I Dem (1999-2002) DL (2002-2007) PD (dal 2007) |
Titolo di studio | laurea |
Università | Università di Catania |
Template:Membro delle istituzioni italiane Template:Membro delle istituzioni italiane Vincenzo Bianco detto Enzo (Aidone, 24 febbraio 1951) è un avvocato e politico italiano, sindaco di Catania dall'11 giugno 2013.
Biografia
Nel 1974 si laurea in giurisprudenza divenendo avvocato. Dal 1976 al 1979 guida la "Federazione Nazionale dei Giovani Repubblicani", associazione giovanile del PRI. Cresciuto alla scuola di Ugo La Malfa, Bruno Visentini e Giovanni Spadolini, dal 1980 è stato responsabile della politica esterna del PRI fino al 1984. È membro dell'"European Liberal-Democratic Bureau" dal 1984 al 1990.
Esperto di finanza internazionale, ha lavorato dal 1976 al 1982 nel servizio studi del Crediop; dal 1983 al 1988 è stato amministratore delegato di una engineering company operante in America, Asia e Africa.
Sindaco di Catania
Nel 1988 viene eletto nel Consiglio Comunale di Catania, città di cui diventa sindaco nel luglio dello stesso anno per pochi mesi fino al 1989, una breve esperienza, ma che lo porterà a farsi una prima notorietà nazionale, grazie a una gestione della città che i media chiameranno "primavera catanese". Diviene vice presidente del Movimento Referendario guidato da Mario Segni.
Nel 1991 viene eletto deputato all'Assemblea Regionale Siciliana. Nel 1992 approda alla Camera dei deputati. Nel 1993 partecipa e vince le primarie organizzate dal movimento civico Patto per Catania promosso dallo storico movimento di società civile "CittàInsieme", diventando pochi mesi dopo nuovamente sindaco di Catania, seconda città siciliana per numero di abitanti, con una vittoria su Claudio Fava, anche lui candidato del centrosinistra con il movimento politico La Rete. Poco dopo entra nella segreteria nazionale del PRI, ruolo che ricoprirà fino al 1993. Il 29 settembre 1993 lascia il PRI per fondare, con altri repubblicani dissidenti, Alleanza Democratica, che si presenta alle elezioni politiche del 1994 con una lista all'interno dell'Alleanza dei Progressisti, raccogliendo poco più dell'1% dei voti.
Nel 1995 viene eletto all'unanimità presidente dell'ANCI. Riconfermato nel 1999, diviene presidente dell'Agenzia Nazionale dei Segretari Comunali. Dal 1997 guida la delegazione italiana al Comitato delle Regioni dell'Unione Europea. Nel novembre del 1997 gli viene confermata col 67% dei voti la carica di sindaco di Catania grazie soprattutto alla sua popolarità tra le classi più disagiate. Nel novembre del 1998, forte della sua esperienza di sindaco, fonda con altri primi cittadini d'Italia e l'associazione verde Legambiente, il movimento Centocittà, che confluirà nel febbraio 1999 ne I Democratici.
Il 9 e 10 giugno 2013, alla guida di una coalizione composta da sette liste di centro-sinistra, batte al primo turno il candidato di centro-destra e sindaco uscente Raffaele Stancanelli e viene rieletto per la quarta volta primo cittadino di Catania con il 50,62% dei voti.
Ministro dell'Interno
Si dimette dalla carica di sindaco nel gennaio 2000[1], in seguito alla sua nomina, nel dicembre 1999, ministro dell'Interno nel governi D'Alema II; sarà confermato più tardi nel Amato II. Sotto il suo ministero avvengono i fatti violenti del Global Forum di Napoli. Particolari critiche, fino alla richiesta di dimissioni, vengono rivolte a Bianco sull'arresto di Alessandro Geri, presunto telefonista delle Br nell'ambito dell'omicidio di Massimo D'Antona. Geri si rivelerà dopo pochi giorni innocente, mentre il ministero dell'interno viene accusato di aver fatto pressione alla magistratura per trovare al più presto soluzione al caso.[2]
In Parlamento
Alle elezioni del 2001 non riesce ad essere eletto nel collegio maggioritario, quindi viene "ripescato" nella quota proporzionale nella circoscrizione XXV (Sicilia 2) e torna ad occupare un seggio nel Parlamento italiano. Il 3 agosto 2001 viene eletto presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copaco), ricevendo sei voti su sette votanti.
Dal 2002, a seguito dello scioglimento de "I Democratici", confluisce nella Margherita. Il 13 maggio del 2005 si candida nuovamente come sindaco di Catania, ma riceve il 45,7% dei voti e viene sconfitto dal candidato del centrodestra sindaco uscente Umberto Scapagnini, quest'ultimo condannato in via definitiva per reati elettorali proprio riguardo quelle elezioni[3]. Alle elezioni del 2006, candidatosi in Sicilia, viene eletto senatore. Aderisce al gruppo dell'Ulivo, e diviene presidente della Commissione Affari Costituzionali.
Alle elezioni del 2008 è rieletto al Senato della Repubblica per il Partito Democratico, sempre in Sicilia. Il 9 febbraio 2008 gli viene conferita la cittadinanza onoraria presso il Comune di Fasano.[4] Porta il suo nome la "bozza Bianco" che costituisce il principale terreno di confronto delle forze politiche principali per la costituzione della nuova legge elettorale.
Scandalo Margherita
Nel 2012, viene coinvolto nello scandalo dei finanziamenti pubblici dell'ex partito la Margherita da Luigi Lusi, tesoriere della Margherita. Lusi sostiene di aver versato a Enzo Bianco una somma mensile di 3.000 euro, poi passata a 5.500, euro in qualità di presidente della defunta assemblea della defunta Margherita. Sebbene l'operazione fosse formalmente legale, Enzo Bianco inizialmente nega tutto tentando di non essere coinvolto nello scandalo. Successivamente ammette di aver ricevuto quel denaro giustificandosi dicendo che lo aveva usato per fare politica.[5]
Vita privata
Amante della musica con una predilezione per Mozart, è stato presidente del Teatro Bellini. Nel tempo libero coltiva la passione per la cucina: i suoi piatti preferiti sono le antiche ricette siciliane.
Note
- ^ Anagrafe amministratori locali e regionali
- ^ Repubblica.it "Geri, dopo la scarcerazione il Polo va all'attacco", su repubblica.it. URL consultato il 6 aprile 2013.
- ^ Cenere, Scapagnini condannato pure in appello
- ^ Cittadinanza onoraria al sen. Enzo Bianco, sabato 9 febbraio 2008, su radiodiaconia.it.
- ^ Gad Lerner, Enzo Bianco e la paghetta: una verità in ritardo
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Enzo Bianco
Collegamenti esterni
- Scheda personale al Senato
- Commissione Affari Costituzionali
- Enzo Bianco, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Avvocati italiani del XX secolo
- Avvocati italiani del XXI secolo
- Politici italiani del XX secolo
- Politici italiani del XXI secolo
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- Politici di Alleanza Democratica
- Politici de I Democratici
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- Senatori della XV Legislatura della Repubblica Italiana
- Deputati dell'XI Legislatura dell'Assemblea Regionale Siciliana
- Sindaci di Catania
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- Deputati della XIV Legislatura della Repubblica Italiana