Lina Wertmüller
Arcangela Felice Assunta Wertmüller, detta Lina (Roma, 14 agosto 1928[1] – Roma, 9 dicembre 2021), è stata una regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana.
È stata la prima donna nella storia a essere candidata all'Oscar come migliore regista,[2] per il film Pasqualino Settebellezze, nella cerimonia del 1977.[3] Nel 2020 le è stato assegnato il premio Oscar onorario.[4][5]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Lina Wertmüller nacque a Roma il 14 agosto 1928, figlia di Federico Wertmüller, un avvocato originario di Palazzo San Gervasio (in provincia di Potenza) e proveniente da una famiglia aristocratica di remote origini svizzere, e di Maria Santamaria-Maurizio, romana.[6] Era la zia dell'attore Massimo Wertmüller.
A scuola fu compagna di classe di Flora Carabella, che poi sarebbe diventata la moglie di Marcello Mastroianni (con cui instaurerà una lunghissima amicizia, che si rivelerà poi fondamentale per avvicinarla al mondo dello spettacolo). A diciassette anni si iscrive all'accademia teatrale diretta da Pietro Sharoff; in seguito, per alcuni anni, è animatrice e regista degli spettacoli del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Successivamente collabora con celebri registi teatrali, tra i quali Guido Salvini, Giorgio De Lullo e Garinei e Giovannini. Lavora sia per la radio sia per la televisione, e in veste di autrice e regista alla prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista maschile.[7] Inizia un lungo sodalizio artistico con Enrico Job, apprezzato scenografo teatrale, con il quale presto si sposa. I due hanno una figlia adottiva, Maria Zulima.[8]
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Muove i suoi primi passi nel mondo del cinema come segretaria di edizione in ...e Napoli canta! di Armando Grottini (1953) e, più avanti, è aiuto regista di Federico Fellini ne La dolce vita (1960) e 8½ (1963). Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del Sud Italia (il film fu girato in gran parte tra la Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e la Puglia, a Minervino Murge), che le valse la Vela d'argento al Locarno Film Festival. Nel 1968, celata sotto lo pseudonimo Nathan Wich, dirige un western all'italiana, Il mio corpo per un poker con Elsa Martinelli. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l'attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972), Film d'amore e d'anarchia - Ovvero "Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..." (1973), Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978).[9]
Per Pasqualino Settebellezze, che ebbe successo anche negli Stati Uniti, la Wertmüller è candidata a tre premi Oscar nell'edizione del 1977 (migliore regia, miglior film straniero, migliore sceneggiatura), mentre una quarta candidatura arriva a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista. Lina Wertmüller è la prima donna a essere candidata all'Oscar come miglior regista; dopo di lei ci saranno solo Jane Campion, Sofia Coppola, Kathryn Bigelow, Greta Gerwig, Emerald Fennell, Chloé Zhao, nuovamente Jane Campion, e Justine Triet, rispettivamente nel 1994, 2004, 2010, 2017, 2021,2022 e 2024.
Per le registe è sempre stata un esempio, non solo perché è stata la prima regista ad avere avuto successo dal punto di vista commerciale, ma anche perché erano in poche a fare questo mestiere. «Non si può fare questo lavoro perché si è uomo o perché si è donna. Lo si fa perché si ha talento. Questa è l'unica cosa che conta per me e dovrebbe essere l'unico parametro con cui valutare a chi assegnare la regia di un film».[10]
Si è sempre dichiarata femminista.[11][12] In un'intervista le fu chiesto se avesse mai avuto difficoltà, in quanto donna, dietro la macchina da presa, e la sua risposta fu:[13]
«Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola. Sono stata addirittura cacciata da undici scuole. Sul set comandavo io. Devi importi. Gridavo e picchiavo. Ne sa qualcosa Luciano De Crescenzo durante le riprese di Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren. Non faceva altro che gesticolare con l'indice di una mano e così per farlo smettere gli "azzannai" il dito.»
Il 1983 è l'anno di Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada, film che affronta con leggerezza e coraggio il tema del terrorismo. Del 1986 è la prima delle sue rare incursioni nel teatro lirico con la regia della Carmen di Georges Bizet, che inaugura la stagione lirica 1986-1987 del Teatro di San Carlo di Napoli, ripresa in diretta su Rai 1. Nel 1997 dirige una Bohème all'Opera di Atene. È autrice di diverse sceneggiature e regie teatrali, da Due più due non fa più quattro (1968) e Fratello sole, sorella luna (1972) (entrambi per la regia di Franco Zeffirelli) a L'esibizionista (1994), da Gino, Ginetta e gli altri (1995) a Lasciami andare madre (dal libro di Helga Schneider, con Roberto Herlitzka nella parte della vecchia madre). Nel 1987, su proposta di Bettino Craxi, venne inclusa tra i membri dell'Assemblea nazionale del PSI.[14] Nel 1992 dirige Io speriamo che me la cavo, con Paolo Villaggio, mentre nel 1996 torna alla satira politica con Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica, con Tullio Solenghi e Veronica Pivetti come nuovi Giannini-Melato. Due anni dopo, per la prima volta si cimenta nel doppiaggio: è la voce di Nonna Fa in Mulan.
Dopo la ricostruzione storica Ferdinando e Carolina del 1999, la Wertmüller torna dietro la macchina da presa con la serie televisiva Francesca e Nunziata del 2001, con Sophia Loren e Claudia Gerini, e il film Peperoni ripieni e pesci in faccia del 2004 sempre con la Loren protagonista, che però, nonostante le proteste della regista, viene distribuito in poche sale cinematografiche e solo un paio d'anni dopo la produzione. Il successivo Mannaggia alla miseria del 2008, con Gabriella Pession e Sergio Assisi è trasmesso direttamente in prima serata su Rai 1 il 2 giugno 2010. Nello stesso anno le è conferito il David di Donatello alla carriera. Nel 2013 recita un cameo nel film di Riccardo Milani Benvenuto Presidente!, nel ruolo di membro dei poteri forti, insieme con il collega Pupi Avati, il critico Steve Della Casa e il giornalista Fabrizio Rondolino.
Indaga con passione i ruoli sociali dell'uomo e della donna del Bel Paese nell'eterno dialogo tra il Nord e il Sud, tra la borghesia e il proletariato, dagli anni sessanta del secolo scorso ai giorni nostri, con uno sguardo sempre ironico e disincantato sulle evoluzioni politiche e sociali, dipingendo la società italiana a volte con toni grotteschi e pungenti, ma senza mai prendersi sul serio. Il 22 dicembre 2015 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris le conferisce la cittadinanza onoraria della città.[15] Il 27 ottobre 2019 le viene comunicata l'assegnazione dell'Oscar onorario,[4][5] che avverrà poi nella cerimonia del 2020. Nella motivazione dell'assegnazione si legge: «per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa».[16]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]È morta a Roma il 9 dicembre 2021 a 93 anni;[17] la camera ardente è stata allestita nella sala della Protomoteca del Palazzo Senatorio al Campidoglio, e in seguito ai funerali tenutisi nella basilica di Santa Maria in Montesanto a piazza del Popolo, nota anche come Chiesa degli artisti, è stata cremata e le ceneri sono tumulate assieme a quelle del marito nel cimitero comunale di Cevo.[18][19]
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]Regista e sceneggiatrice
[modifica | modifica wikitesto]Cinema
[modifica | modifica wikitesto]- I basilischi (1963)
- Questa volta parliamo di uomini (1965)
- Rita la zanzara (1966)
- Non stuzzicate la zanzara (1967)
- Il mio corpo per un poker, co-regia di Piero Cristofani (1968)
- Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972)
- Film d'amore e d'anarchia - Ovvero "Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza..." (1973)
- Tutto a posto e niente in ordine (1974)
- Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto (1974)
- Pasqualino Settebellezze (1975)
- La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978)
- Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978)
- Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada (1983)
- Sotto.. sotto.. strapazzato da anomala passione (1984)
- Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1985)
- Notte d'estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986)
- Roma imago urbis (1987) - documentario collettivo
- In una notte di chiaro di luna (1988)
- Bari, episodio del documentario 12 registi per 12 città (1989)
- Io speriamo che me la cavo (1992)
- Ninfa plebea (1996)
- Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica (1996)
- Ferdinando e Carolina (1999)
- Peperoni ripieni e pesci in faccia (2004)
Televisione
[modifica | modifica wikitesto]- Il giornalino di Gian Burrasca – serie TV, 8 episodi (1964-1965)
- È una domenica sera di novembre – film TV documentaristico (1981)
- Il decimo clandestino – film TV (1989)
- Sabato, domenica e lunedì – film TV (1990)
- L'encyclopédie audio-visuelle – serie TV documentaristica, episodio Vivaldi (1993)
- Un Angelo di seconda classe – film TV (1999)
- Francesca e Nunziata – film TV (2002)
- Mannaggia alla miseria – film TV (2010)
- Carmen – film TV (2010)
- Roma, Napoli, Venezia... in un crescendo rossiniano – cortometraggio documentaristico (2014)
Sceneggiatrice
[modifica | modifica wikitesto]- Canzonissima regia di Antonello Falqui (1959)
- Studio Uno, regia di Antonello Falqui (1966)
- Katmandu, regia di André Cayatte (1969)
- Città violenta, regia di Sergio Sollima (1970)
- Quando le donne avevano la coda, regia di Pasquale Festa Campanile (1970)
- Quando le donne persero la coda, regia di Pasquale Festa Campanile (1972)
- Fratello sole, sorella luna, regia di Franco Zeffirelli (1972)
- Nessuno deve sapere, regia di Mario Landi – miniserie TV (1972)
- Cari genitori, regia di Enrico Maria Salerno (1973)
- Which Way Is Up?, regia di Michael Schultz (1977)
Attrice
[modifica | modifica wikitesto]- Benvenuto Presidente!, regia di Riccardo Milani (2013)
Teatro
[modifica | modifica wikitesto]- Storia d’amore e di anarchia, trasposizione teatrale del film omonimo, con Elio e Giuliana De Sio (2002)
- Lasciami andare, madre, tratto dall'omonimo libro di Helga Schneider (2004)
Prosa radiofonica Rai
[modifica | modifica wikitesto]- Prova generale di Lina Wertmüller e Matteo Spinola, regia di Nino Meloni, trasmessa il 14 gennaio 1956.
- Un Olimpo poco tranquillo di Lina Wertmüller e Matteo Spinola, regia di Nino Meloni, trasmessa il 19 settembre 1957.
- Ramona di H. M. Jackson, adattamento di Matteo Spinole e Lina Wertmüller, regia di Marco Visconti, trasmessa il 5 marzo 1958.
Varietà radiofonici Rai
[modifica | modifica wikitesto]- La moda, rivista di Lina Wertmüller e Francesco Luzi, regia di Pino Gilioli, orchestra di Beppe Mojetta, trasmesso il 24 agosto 1961.
- La dolce vitaccia di Lina Wertmüller e Francesco Luzi, con la compagnia del Teatro Comico di Roma, orchestra di Gino Filippini, regia di Nino Meloni, trasmesso il 17 febbraio 1963.
Doppiaggio
[modifica | modifica wikitesto]- Nonna Fa in Mulan (1998)
Canzoni scritte per altri
[modifica | modifica wikitesto]- Viva la pappa col pomodoro (1964)
- Questo nostro amore, per Rita Pavone (1966)
- Fortissimo/La sai troppo lunga, per Rita Pavone (1966)
- Il geghegè, per Rita Pavone (1966)
- Mi sei scoppiato dentro il cuore/Tu non credi più, per Mina (1966)
- Sono qui per te, per Mina (1966)
- Mai così, per Mina (1966)
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Essere o avere. Ma per essere devo avere la testa di Alvise su un piatto d'argento, Milano, Rizzoli, 1981.
- Iris e lo sceicco, ovvero Sceicchi e femministe, ovvero Storia d'evasione e d'oriente, con illustrazioni di Milo Manara, Torino, Nuova Eri, 1988. ISBN 88-397-0537-6
- Avrei voluto uno zio esibizionista, Milano, Mondadori, 1990. ISBN 88-04-33566-1
- Alì Baba e il destino giocatore spericolato e spesso baro, Napoli, Guida, 1992. ISBN 88-7188-026-9 (bifronte con Prima o poi tornerò di Andrej Longo)
- Arcangela Felice Assunta Job Wertmüller von Elgg Espanol von Brauchich cioè Lina Wertmüller, Milano, Frassinelli, 2006. ISBN 88-7684-786-3 (autobiografia, con un CD di 32 canzoni da lei interpretate)
- Tutto a posto e niente in ordine, Lina Wertmüller, Mondadori, 2012. ISBN 9788804623038 (biografia)
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Premio Oscar
- 1977 – Candidatura come miglior regista per Pasqualino Settebellezze
- 1977 – Candidatura alla migliore sceneggiatura originale per Pasqualino Settebellezze
- 2020 – Oscar onorario[20]
- David di Donatello
- Globo d'oro
- 2009 – Globo d'oro alla carriera
- 2009 – Gran Galà del Made in Italy Rai
- 2011 vince L'agave di Cristallo per la qualità dei dialoghi dei suoi Film
- Premio Flaiano
- 2008 – Premio alla carriera categoria Cinema
- Festival di Locarno
- 1963 – Vela d'argento per I basilischi
- 2016 – Premio Letterario Piero Chiara alla carriera[21].
- Premi Kineo
- 2019 – Premio Kineo alla carriera[22]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze italiane
[modifica | modifica wikitesto]— 27 dicembre 2018[23]
Cittadinanze onorarie
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giorgio Dell'Arti, Massimo Parrini, Catalogo dei viventi 2009 - voce Wertmüller Lina, Venezia, Marsilio Editori, 2008. ISBN 978-88-317-9599-9.
- ^ (EN) Silvia Pingitore, The first woman nominated for Best Director in 1977: interview with Academy Honorary Award winner Lina Wertmüller, su the-shortlisted.co.uk, 22 giugno 2020. URL consultato l'11 febbraio 2022.
- ^ Premio successivamente vinto per la prima volta da una donna nel 2010 da Kathryn Bigelow con The Hurt Locker.
- ^ a b Simone Fabriziani, L'Academy assegna l'Oscar alla carriera a David Lynch e Lina Wertmuller, su Awards Today - news, trailer, recensioni, cinema, serie tv, oscar. URL consultato il 4 giugno 2019 (archiviato il 3 giugno 2019).
- ^ a b (EN) Wertmuller to get career Oscar - Lifestyle, su ANSA.it, 3 giugno 2019. URL consultato il 19 luglio 2019 (archiviato l'8 giugno 2019).
- ^ Josette Déléas, Lina Wertmüller, Trafford Publishing, 2009.
- ^ La Wertmüller fu anche autrice del testo su musica di Nino Rota della famosa sigla Viva la pappa col pomodoro. Ha scritto anche altre canzoni: Come piangeva quel salice piangente, su musica di Lelio Luttazzi, Cambierà, su musica di Riz Ortolani, Il geghegè, su musica di Bruno Canfora, Mi sei scoppiato dentro il cuore, su musica di Bruno Canfora, Questo nostro amore su musica di Luis Bacalov e diverse altre per i propri film.
- ^ Roberta Mercuri, La bellissima storia di Maria Zulima, l'unica figlia (adottiva) di Lina Wertmüller, su vanityfair.it, 10 dicembre 2021.
- ^ I lunghissimi titoli dei suoi film sono spesso cambiati e accorciati nelle versioni internazionali.
- ^ Lina Wertmüller: l'avventura di una regista straordinaria, su Oscar Mondadori, 25 ottobre 2019. URL consultato il 29 giugno 2020.
- ^ Satirica, femminista, grottesca: addio alla regista Lina Wertmuller, celebrata con l'Oscar, su Tiscali Spettacoli. URL consultato il 29 ottobre 2022.
- ^ Lutto. La scomparsa di Lina Wertmüller, regista femminista. I suoi film da ricordare, su www.avvenire.it, 9 dicembre 2021. URL consultato il 29 ottobre 2022.
- ^ Cristiano Vitali, Lina Wertmuller si aggiudica l'Oscar alla carriera, su iO Donna, 28 ottobre 2019. URL consultato il 29 giugno 2020.
- ^ ORA SONO SALITI A 412 I MEMBRI ELETTI NELL'ASSEMBLEA DAL CONGRESSO DE Archiviato il 16 dicembre 2019 in Internet Archive., La Repubblica, 9 aprile 1987
- ^ a b Il tributo di Napoli alla Wertmuller, da oggi è cittadina onoraria Archiviato l'11 agosto 2016 in Internet Archive.
- ^ Lina Wertmuller riceve l'Oscar: 'Chiamiamolo Anna' - Cultura & Spettacoli, su Agenzia ANSA, 28 ottobre 2019. URL consultato il 29 giugno 2020.
- ^ È morta Lina Wertmüller, grande protagonista del cinema italiano: aveva 93 anni, su corriere.it, Corriere della Sera, 9 dicembre 2021. URL consultato il 9 dicembre 2021.
- ^ alert@bitnet.it, AMA Servizi Funebri Comunali ricorda la regista Lina Wertmuller, su Servizi Funebri Comunali Roma, 12 dicembre 2021. URL consultato il 31 agosto 2024.
- ^ L'ultimo saluto a Lina Wertmüller, su www.ilfoglio.it. URL consultato il 1º settembre 2024.
- ^ Stefania Ulivi, Lina Wertmüller, le verrà assegnato l'Oscar alla carriera, su corriere.it, Corriere della Sera, 3 giugno 2019. URL consultato il 3 giugno 2019 (archiviato il 3 giugno 2019).
- ^ Albo d'oro Premio Chiara alla carriera, su premiochiara.it. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2017).
- ^ SemiColonWeb, Lina Wertmuller riceve il Premio Kineo, su news.cinecitta.com. URL consultato il 7 novembre 2019 (archiviato il 7 novembre 2019).
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it. URL consultato il 14 maggio 2019 (archiviato il 14 maggio 2019).
- ^ Lina Wertmuller festeggia 87º compleanno a Minori con uno spettacolo e cittadinanza onoraria, su ilvescovado.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Lorenzo Gigliotti, Lina Wertmüller, Ripostes, 1996. ISBN 88-86819-15-3.
- Claudia Cascone, Il sud di Lina Wertmüller, Napoli, Guida, 2006. ISBN 88-6042-222-1.
- Tiziana Masucci, I Chiari di Lina, Edizioni Sabinae, Roma, 2009. ISBN 978-88-96105-22-1.
- Bullaro, Grace Russo. Man in Disorder, the Films of Lina Wertmuller in the 1970s. Leister, UK: Troubador Publishing Ltd., 2006.
- Lina Wertmüller, Tutto a posto e niente in ordine. Vita di una regista di buonumore, collana Oscar bestsellers, Mondadori, 29 ottobre 2019, ISBN 9788804721406.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Lina Wertmüller
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lina Wertmüller
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su linawertmuller.com.
- Wertmüller, Lina, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Lina Wertmüller, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Lina Wertmüller / Lina Wertmüller (altra versione), su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Lina Wertmüller, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Bibliografia di Lina Wertmüller, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
- Lina Wertmüller, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- (EN) Lina Wertmüller, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Lina Wertmüller, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- Registrazioni audiovisive di Lina Wertmüller, su Rai Teche, Rai.
- Lina Wertmüller, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Lina Wertmüller, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- Lina Wertmüller, su Movieplayer.it, NetAddiction S.r.l..
- Lina Wertmüller, su FilmTv.it, Arnoldo Mondadori Editore.
- (EN) Lina Wertmüller, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Lina Wertmüller, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Lina Wertmüller, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN) Lina Wertmüller, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).
- (DE, EN) Lina Wertmüller, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 7581603 · ISNI (EN) 0000 0001 1467 1524 · SBN CFIV115974 · ULAN (EN) 500335228 · LCCN (EN) n82047285 · GND (DE) 118832603 · BNE (ES) XX1031969 (data) · BNF (FR) cb13970373m (data) · J9U (EN, HE) 987007276630605171 · CONOR.SI (SL) 23370339 |
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