Museo Delta antico
Museo Delta Antico | |
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La facciata dell'Ospedale degli infermi, sede del museo | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Ospedale degli Infermi |
Indirizzo | via Agatopisto, 2 e Via Cromaziano Agatopisto 2, 44022 Comacchio |
Coordinate | 44°41′36.34″N 12°10′54.25″E |
Caratteristiche | |
Tipo | archeologia |
Collezioni | reperti archeologici |
Periodo storico collezioni | età romana, età etrusca |
Istituzione | 25 marzo 2017 |
Apertura | 25 marzo 2017 |
Proprietà | Comune di Comacchio |
Gestione | Co. Ge. Tour. |
Visitatori | 17 343 (2022) |
Sito web | |
Il Museo Delta Antico è un museo archeologico di Comacchio. È allestito nell'antico Ospedale degli infermi, imponente architettura neoclassica del Settecento, situata nel centro della città.
Il Museo Delta Antico conserva una collezione di circa 2000 reperti sia di epoca protostorica, che di epoca spinetica[1], romana e medievale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il museo è aperto al pubblico dal 25 marzo 2017, in parte come riallestimento del Museo del carico della nave romana, inaugurato a Palazzo Bellini nel 2001, da cui eredita la collezione, in particolare il carico di una nave commerciale di epoca imperiale ritrovata nel 1981.[2]
Architettura
[modifica | modifica wikitesto]Il Museo Delta Antico è allestito nell'Ospedale degli infermi (1778-1784), opera dell'architetto ferrarese Antonio Foschini che presenta una facciata neoclassica con un timpano sorretto da 4 grandi colonne e due campaniletti laterali. La facciata posteriore è di Gaetano Genta. L'edificio fu utilizzato come ospedale fino alla metà degli anni Settanta del Novecento e rappresenta uno degli edifici più monumentali del centro storico di Comacchio. Sulla parte sinistra si trova la chiesa di San Pietro, o dell'ospedale.
La collezione
[modifica | modifica wikitesto]Il museo presenta diverse sezioni dedicate a reperti delle culture che vissero nella zona del delta del Po oltre ad una sezione di tema geologico-ambientale che illustra i cambiamenti del territorio nel corso dei millenni, dalla formazione della Pianura padana ai giorni nostri.[3]
Età del bronzo
[modifica | modifica wikitesto]La sezione dell'età del bronzo finale e primo ferro mostra i reperti archeologici più antichi della zona, che evidenziano insediamenti umani e reperti simili a quelli di Frattesina pochi chilometri più a nord, un villaggio protostorico di considerevoli dimensioni (oltre 20 ettari) che si estendeva lungo la riva destra del maggiore ramo padano dell'età del Bronzo: il Po di Adria.
Età classica
[modifica | modifica wikitesto]La sezione sull'età arcaica e classica mostra i reperti degli scavi archeologici della città etrusca di Spina; nella sua necropoli sono state trovate più di 4000 tombe, alle quali vanno aggiunti gli scavi di una parte dell'abitato. La città aveva un porto che collegava il territorio di influenza etrusca e anche l'Europa centrale con il mondo greco.
Il carico della nave romana
[modifica | modifica wikitesto]La sezione di età romana presenta tra gli altri il carico della Fortuna Maris, una nave romana commerciale della fine del I secolo a.C., riemersa nel 1981[4] durante i lavori di dragaggio di un canale.
È un'imbarcazione di notevoli dimensioni (21 x 5 m), ad albero unico e con vela quadrangolare. La tecnica di costruzione, tra le più antiche del Mediterraneo, ha le tavole dello scafo immerso cucite tra loro con corde, mentre quelle della porzione di scafo fuor d'acqua sono commesse a incastro.
La nave, in eccezionale stato di conservazione, conteneva ancora tutto il carico (ceramiche italiche, anfore greche, tronchi di legno di bosso africano, derrate alimentari, 102 lingotti di piombo provenienti dalla Spagna, gli strumenti di governo e di manutenzione, una stadera e dei calamai, attrezzi da cucina, gli oggetti personali e di abbigliamento dell'equipaggio e dei passeggeri, strigili per la cura del corpo e dadi da gioco). Probabilmente a bordo viveva anche una tartaruga portafortuna di cui è stato rinvenuto il carapace.
Di notevole interesse in quanto costituiscono l'unico ritrovamento di questo genere, sono alcuni tempietti devozionali, realizzati con lamine di piombo ottenute a stampo, dedicati a Venere e Mercurio, divinità patrone dei marinai e dei commercianti.
L'intero carico nonché le attrezzature e l'abbigliamento dell'equipaggio sono esposti nel museo; lo scafo della nave al 2023, dopo 42 anni dal ritrovamento, si trova ancora in fase di restauro e non è esposto al pubblico.
Medioevo
[modifica | modifica wikitesto]Infine sono esposti reperti di età tardomedievale con oggetti legati al commercio del sale e alla manifattura di oggetti in vetro e metallo.[3][5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La città di Spina a pochi chilometri da Comacchio era un porto etrusco che commerciava con la Grecia.
- ^ Museo della Nave Romana - Arte e Monumenti - Arte, Storia e Cultura - Città e Territorio, su Sito Ufficiale del Comune di Comacchio (Tramite Wayback Machine di Internet Archive). URL consultato il 1º maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2016).
- ^ a b Museo Delta Antico, su ferrarainfo.com, Ferrara Terra e Acqua, 1º maggio 2017.
- ^ Museo della Nave Romana di Comacchio: il carico, su ferraraterraeacqua.it, Ferrara Terra e Acqua.
- ^ Arianna Garavaglia, Comacchio: apre il Museo Delta Antico, in Il Sole 24 ore, 22 marzo 2017.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Museo Delta Antico
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su museodeltaantico.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 2319151535364102890006 |
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