[go: up one dir, main page]

Vai al contenuto

Friedrich Schlegel

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Friedrich Schlegel

Karl Wilhelm Friedrich von Schlegel (1772 – 1829), filosofo, critico e traduttore tedesco.

Citazioni di Friedrich Schlegel

[modifica]
  • Attraverso tutti gli scalini dell'umanità tu vai con me dalla sensualità più sfrenata alla più spirituale spiritualità, e solo in te io vidi vera superbia e vera femminile umiltà.[1]
  • L'India non è soltanto all'origine di tutte le cose, essa è superiore in tutto, intellettualmente, religiosamente o politicamente e persino il patrimonio greco appare pallido al confronto.
India is not only at the origin of everything she is superior in everything, intellectually, religiously or politically and even the Greek heritage seems pale in comparison.[2]
  • La poesia tedesca torna sempre più ad immergersi nel passato ed ha radice nella leggenda, dove le onde della fantasia sgorgano ancora dalla sorgente; il presente del mondo reale può al massimo coglierlo nello scherzo umoristico...[3]
  • Lo spirito comico è una mescolanza dell'epico e del giambico. Aristofane è Omero e Archiloco insieme.
    Magia, caricatura e materialità sono i mezzi mediante i quali la commedia moderna può diventare interiormente simile all'antica aristofanea, come esteriormente mediante la popolarità demagogica... Ma spirito entusiastico e forma classica restano sempre l'essenza dell'arte comica.[4]

Frammenti

[modifica]
  • Bello è ciò che è insieme piacevole e sublime.[5]
  • Filosofo si può soltanto divenire, non essere. Appena si crede di esserlo, si cessa di diventarlo.[5]
  • L'intelletto è spirito meccanico; l'arguzia spirito chimico; il genio spirito organico.[5]
  • L'uomo incolto è la caricatura di se stesso.[6]
  • Lo storico è un profeta volto all'indietro.[6]
  • Molte opere degli antichi sono diventate frammenti. Molte opere dei moderni lo sono già al loro nascere.[5]
  • Molte trovate spiritose sono come l'inaspettato rivedersi di due pensieri amici dopo una lunga separazione.[5]

Frammenti critici

[modifica]
  • Arguzia è esplosione di spirito compresso.[5]
  • Non c'è cosa che sia nella sua origine più triste e nelle sue conseguenze più orribile della paura di essere ridicolo. Di qui, per esempio, la schiavitù delle donne e parecchi altri cancri dell'umanità.[6]
  • Spirito è filosofia della natura.[7]

Idee

[modifica]
  • Appartiene all'umanità che essa si debba sollevare sull'umanità.[6]
  • Artista può essere solo chi ha una sua religione, una intuizione originale dell'infinito.[6]
  • Solo attorno a una donna che ama può formarsi una famiglia.[5]

Citazioni su Friedrich Schlegel

[modifica]
  • Federico Schlegel fu un uomo acuto e profondo.
    Egli riconosceva tutte la magnificenze del passalo, e sentiva tutti i dolori del presente. Ma non comprese la santità di questi dolori e la loro necessità per la futura salvezza del mondo.
    Egli vedeva tramontare il sole e guardava melanconicamente verso il punto del tramonto e gemeva sulle tenebre notturne che sarebbero seguite; e non notava che già una novella aurora brillava dalla opposta parte del cielo.
  • Lo stesso rimprovero [che ho rivolto al suo libro Saggezza e lingua degli indiani] si può fare alle lezioni di Schlegel sulla letteratura. Qui Federico Schlegel guarda l'intera letteratura da un eccelso punto di vista, ma questo eccelso punto di vista è pur sempre il campanile di una chiesa cattolica. E in tutto ciò che Schlegel dice si ode suonare questa campana: talvolta si odono persino i corvi della torre gracchiare, svolazzandole intorno. A me sembra che odori da questo libro l'incenso della messa solenne e che dai più bei brani di quello io veda spiare e ammiccare idee tonsurate. Ma a dispetto di questi difetti io non conosco libro migliore su questa speciale materia.
  • Un giorno, Federico Schlegel chiamò l'investigatore della storia «un profeta a ritroso». Questa parola è la miglior definizione di lui stesso. Egli aveva in odio il presente, l'avvenire gli faceva paura, e soltanto nel passato, ch'egli amava, penetravano i suoi rivelatori sguardi profetici.
    Quel povero Federico Schlegel, nei dolori del tempo nostro non ravvisò i dolori della rinascita, ma l'agonia del morire, e per paura della morte si rifugiò nelle tremolanti rovine della Chiesa cattolica.

Note

[modifica]
  1. Da Lucinde, traduzione di M.E. D'Agostini, Studio Tesi editore.
  2. Citato in Francois Gautier, Arise, O India, Har-Anand Publications 2000, ISBN 81-241-0518-9, p. 25; citato in A Tribute to Hinduism.
  3. Citato in Ernst Fischer, L'arte è necessaria?.
  4. Citato in Aristofane, Commedie, Guida alla lettura, EDIPEM, Novara, 1973.
  5. a b c d e f g Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  6. a b c d e Da Frammenti critici e scritti di estetica.
  7. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013, n. 4981.

Bibliografia

[modifica]
  • Ernst Fischer, L'arte è necessaria? (Von der Notwendigkeit der Kunst), traduzione di Fausto Codino, Editori Riuniti, Roma, 1975.
  • Friedrich Schlegel, Frammenti critici e scritti di estetica, traduzione di Vittorio Santoli, Sansoni, 1967.

Voci correlate

[modifica]

Altri progetti

[modifica]